Considerazioni sugli imballaggi di vetro

5000 anni di storia per un materiale scoperto per caso dagli antichi Fenici: il vetro ha vissuto (e vive) numerose innovazioni, legate in particolare alle sue funzioni di contenitore.


Nel corso della lunga presenza sul mercato, le bottiglie e i vasi in vetro hanno subito la forte concorrenza delle altre tipologie di imballaggi, in particolare dagli anni Settanta, sino a perdere posizioni nel corso degli anni Ottanta.
Le vetrerie, però, hanno reagito mettendo a segno un’incisiva azione di comunicazione per esaltare le caratteristiche del materiale, non disgiunta dall’innovazione in termini di forme e colori, in vista di una maggiore personalizzazione di bottiglie, vasi e flaconi a seconda del tipo di prodotto, della marca, della sua provenienza... E questo sia si tratti di contenitori  per bevande e profumi o conserve vegetali. Molto si è puntato sull’aspetto di totale riciclabilità del vetro e sui vantaggi correlati al risparmio di materia prima necessaria alla produzione.

Il mercato
L’offerta degli imballaggi di vetro è molto varia, sia in fatto di formati sia di aree di sbocco. La classificazione “classica” comprende bottiglie, vasi, flaconeria e imballaggi da vetro tubo, ossia fiale e flaconcini.
Il comparto vetro, pur scontando le conseguenze della crisi perdurante, nel 2013 ha segnato una crescita dell’1,3% nella produzione espressa in quantità, grazie allo sviluppo delle esportazioni (+7,3%). In calo dell’1%, per contro, il consumo interno, imputabile in particolare alle importazioni (in contrazione del 10% circa).
Nell’ambito degli imballaggi di vetro, l’88,6% è costituito da bottiglie, il 7% da vasi, il 4% da flaconeria di vetro cavo e 0,4% da fiale e flaconi in vetro tubo.

Utilizzi settoriali
Bottiglie e vasi trovano applicazione essenzialmente nell’area dei liquidi alimentari e delle conserve alimentari. La flaconeria (vasetti, boccette e flaconi) viene impiegata nei settori della farmaceutica e della cosmesi/profumeria, mentre gli imballaggi da vetro tubo in quello farmaceutico.

Bottiglie. Con riferimento alle bottiglie nuove immesse sul mercato, il loro  impiego nell’area dei liquidi alimentari risulta piuttosto articolato.
Il principale settore di sbocco delle bottiglie di vetro cavo è quello delle bevande alcoliche (69%), dove il vino assorbe la quota nettamente maggiore  (48%): nonostante il confronto con altre tipologie di imballo, il contenitore trae vantaggio dal buon andamento delle esportazioni, dove predominano i vini di alta gamma confezionati essenzialmente in vetro.
La bottiglia di vetro è anche diffusa nel settore della birra (dove deve però  confrontarsi con lattine e keg) e “regna sovrana” nei super alcolici e vermuth.
L’area bevande analcoliche assorbe una quota del 16,6%, dove l’acqua minerale rappresenta il 9,5%: anche in questo caso il vetro si confrontra con altre forme di imballaggio, in particolare con la bottiglia in PET (al 79%).
Altra interessante area di impiego è quella dei succhi di frutta, dove primeggia la bottiglietta monodose. Il vetro tende però a perdere in partecipazione, a fronte della concorrenza dei contenitori cellulosici poliaccoppiati e, soprattutto, dello sviluppo della bottiglia di PET (che erode spazi a entrambe le tipologie di packaging).
Il confezionamento dell’olio di oliva in vetro si attesta a quota 5,3%:  predominante sul mercato interno, per quanto riguarda l’export si deve confrontare con le lattine di banda stagnata e anche con le bottiglie di PET.
Altri campi di utilizzo delle bottiglie in vetro (share globale 9,1%), sono l’aceto, le passate di pomidoro, gli sciroppi ecc.

Vasi. Per il 32%, il consumo di vasi di vetro circa è destinato al confezionamento delle conserve vegetali, compreso la categoria dei sughi pronti e dei sott’olio e sottaceti.
Il 24,5% dei vasi è destinato agli omogeneizzati, l’8% riguarda invece il settore delle conserve ittiche (dove tende ad acquisire quote di mercato) e il 4% è imputabile alle creme al cioccolato spalmabili.
Il restante 31,5% è destinato a una miriade di altri prodotti alimentari (olive, spezie, marmellata ecc. Suo competitor principale è la scatoletta di banda stagnata o di alluminio, ma negli ultimi tempi si stanno affermando i contenitori di cartoncino poliaccoppiato e le buste in poliaccoppiato flessibile da converter, da considerarsi, nei prossimi anni, i più temibili concorrenti del vaso in vetro.

Flaconeria  e vetro tubo. Il settore della cosmesi-profumeria assorbe circa l’83% della produzione, il farmaceutico il 15%, mentre il restante .2% è destinato ad altre aree di impiego.
Per quanto concerne il vetro tubo destinato agli imballaggi  la principale area di utilizzo è la farmaceutica, con oltre l’80% di share.                                                       

Plinio Iascone    
Istituto Italiano Imballaggio

 

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