Un paleo cioccolato molto tecnologico

Le diete alla moda guidano i consumi, condizionando un’intera filiera industriale, dal processo al packaging. Ecco quanto emerge dalla case history che ha visto due marchi italiani - Cama e ICAM - co-protagonisti del successo di un progetto internazionale, ispirato a veganesimo e a paleo-dieta. Al centro della scena: innovazione tecnologica, eco-design e sostenibilità.

Luciana Guidotti, Costanza Candi

Luca Agostoni e Annalisa Bellante

In una IPACK IMA affollata di visitatori, lo stand di CAMA è l’occasione per conoscere la tecnologia presente in fiera e valorizzare progetti particolarmente innovativi per la capacità di coniugare risposte tecniche alle richieste che derivano dai nuovi stili di vita e di consumo. Alla ribalta ci sono il prodotto, la sua qualità inalterata, la shelf life e le soluzioni di packaging sostenibile che svolgono, in questo contesto, un ruolo di collante tra marketing e tecnologia.

Una formula di successo resa possibile dalla ricerca di CAMA e dalla partnership con un’industria dolciaria che ha fatto la storia del settore, ICAM, produttore di cioccolata con sede a Lecco.

Italiaimballaggio ne ha parlato con Annalisa Bellante, Vice Presidente di Cama Group e Luca Agostoni, Production Manager di ICAM Cioccolato, che hanno raccontato la storia di un prodotto nuovo, messo a punto per un segmento di mercato molto specifico, declinazione dell’universo vegano. Un mercato guidato dalle nuove tendenze in termini di stili di vita e di consumo, capaci di ispirare nuove soluzioni in fatto di food & packaging design che, come spesso accade, comportano spesso anche importanti sfide tecnologiche.

Paleo e vegan, tra tecnologia e sostenibilità

Di fronte a un mercato come quello vegano e alle richieste di un player internazionale, ICAM ha messo in campo un’expertise unica, che somma la tradizione della qualità all’attenzione nei riguardi della filiera, dell’ambiente e dell’innovazione.

«Siamo originari di Lecco ma nel 2010 abbiamo costruito un nuovo stabilimento completamente automatizzato a Orsenigo, quindi poco distanti dalla sede di Cama, nostro fornitore da tempo» afferma Agostoni che, con orgoglio, racconta dell’impronta impressa dal nonno all’azienda di famiglia.

«Produciamo da quasi un secolo cioccolato di alta qualità, seguendo un approccio etico che abbia un impatto positivo su ogni fase del ciclo di lavorazione del cacao, dalla fava al prodotto finito. Ecco perché il rispetto delle persone e dell’ambiente oltre che la spinta all’innovazione sono gli elementi cardine su cui si fonda il nostro modo di fare cioccolato, la cui qualità parte proprio dal controllo della filiera.

A partire dagli anni ’70, ovvero quando il nostro presidente iniziò a viaggiare nei Paesi d’origine del cacao, la nostra filosofia è creare partnership con i coltivatori locali. In Uganda, in particolare, abbiamo fondato un centro per la lavorazione, dove i contadini portano il raccolto e dove sosteniamo anche programmi di formazione per migliorare il rendimento della piantagione e le tecniche di coltivazione, garantendo compensi equi. Qui si completano anche le prime fasi della trasformazione delle fave (essiccazione e fermentazione), per poi portare il cacao in Italia.

Nel 2020, un cliente americano ci ha chiesto di sviluppare una tavoletta di cioccolato molto particolare, alla quale abbiamo abbinato la nostra ricerca sui materiali d’incarto sostenibili, partendo da quanto sviluppato con fornitori abituali del packaging e coinvolgendo Cama nell’ingegnerizzazione di una linea di confezionamento complessa.

Abbiamo quindi studiato e creato un cioccolato che rispondesse ai dettami della paleo-dieta, trend in forte crescita in America sulla scia del veganesimo, che prevede il consumo di alimenti assolutamente naturali, non raffinati o trasformati. Parliamo in pratica, oggi, di prodotti senza conservanti, additivi e ovviamente biologici, come il cioccolato in questione, per esempio, che contiene solo zucchero di cocco non raffinato.

Raggiunto il risultato desiderato in termini di qualità organolettiche, ICAM ha proposto il prodotto in una confezione flowpack compostabile - abbastanza complessa, visto che il prodotto viene inserito a sua volta in una busta di presentazione - ma coerente con le ragioni e la filosofia di un “paleo- cioccolato” e, soprattutto, in grado di rispettare i requisiti necessari di fragranza, di shelf life, protezione da sbiancamenti e deperimento. Il flowpack è infatti realizzato con un accoppiato brevettato carta/biopolimero.

Dovendo poi trattare un prodotto estremamente sensibile al calore come il cioccolato, anche la saldatura della busta a base carta è stato un altro punto critico risolto in maniera brillante, assicurando la tenuta ottimale».

L’intervento di CAMA

Vocata all’innovazione e pronta ad affrontare situazioni complesse, CAMA riesce a trasformare le difficoltà in occasioni di sviluppo e crescita. E anche in questo caso ha saputo dare risposte coerenti al suo interlocutore: il percorso di confezionamento di un prodotto così curato nei dettagli risponde infatti a logiche di protezione e sicurezza alimentare, a esigenze di marketing ma anche al rispetto di standard internazionali della catena logistica.

CAMA ha dunque sviluppato un’isola di confezionamento, che prevede 3 passaggi consecutivi e correlati: il primo riguarda l’inserimento della tavoletta nella busta di carta con tolleranze strettissime, dove si deve anche prevedere il corretto orientamento del prodotto; segue il posizionamento della flowpack in un espositore, che viene infine collocato in un master case, necessario per il mercato americano che richiede determinate tipologie imballaggi di trasporto, per ottimizzare le fasi di movimentazione e logistica, in particolare il carico dei container.

«La sfida raccolta da CAMA non era per nulla banale, perché - spiega Annalisa Bellante - dalla tavoletta alla busta flowpack compostabile fino al posizionamento nell’espositore e nel master case, tutto il processo viene eseguito su una linea, senza buffer di disaccoppiamento. Ad oggi parliamo di un prototipo, ma già solido e oggetto di miglioramenti costanti sia in termini di produzione che di velocità. Un successo ottenuto anche grazie anche alla presenza costante di personale tecnico CAMA sulla linea di produzione di ICAM».

Linee robotizzate e digitalizzate, tra sostenibilità e R&D

Il ritorno alle fiere in presenza di CAMA è caratterizzato da un approccio cross category, capace di offrire soluzioni di imballaggio secondario ai mercati più diversi, dal backery al non food, passando per il confectionery. La tecnologia presente in fiera, predisposta con pacchetto industry 4.0, è una soluzione robotica integrata con un food printer e una batteria di 12 robot Triaflex operativi in co-flusso, capaci di velocità fino a 1.000 prodotti al minuto. Sistema anticollisione, sistema di visione, digital twin-integrato ed HMI touch screen completano il quadro della proposta di CAMA.

Nel corso del biennio 2020-2022, CAMA ha incrementato le attività di R&D, in particolare del suo dipartimento dedicato all’automation. «Abbiamo destinato l’investimento a una macchina pensata per fare tutti i test evolutivi e focalizzando gli sforzi sui robot Triaflex» spiega Annalisa Bellante. «Una decisione ponderata, che si è rivelata indispensabile per migliorare ulteriormente i cinematismi».

A completare l’offerta del costruttore lombardo, un reparto di consulenza packaging supporta i clienti nella ricerca delle migliori soluzioni tecniche per affrontare le complessità imposte dai materiali di nuova generazione e di packaging progettati in un’ottica di ottimizzazione delle risorse. Il cliente viene così guidato nella scelta o nella progettazione della macchina, per diminuire ad esempio la carbon footprint del processo e del prodotto, migliorare le performance in base al materiale scelto, risolvere problematiche tecniche legate alle scelte di sostenibilità.

Scopri maggiori informazioni sulle aziende citate in quest'articolo e pubblicate sulla Buyers' Guide - PackBook by ItaliaImballaggio
Cama Group

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