In attesa di Ipack-Ima

All’intensa attività di promozione internazionale messa in campo dagli organizzatori di Ipack-Ima 2015 fanno da contraltare le tappe di approfondimento tecnologico, che stanno scandendo i mesi precedenti il grande appuntamento in programma dal 19 al 23 maggio in FieraMilano. Focus sulla trasformazione dei prodotti lattiero caseari e sui sistemi di preparazione, riempimento e distribuzione di liquidi, alimentari e non.


Trasformazione del siero del latte: da costo a valore aggiunto

In sintesi, del latte non si butta via niente. Pochi sanno infatti che il latte non è solo un alimento insostituibile. Il siero derivato dalla produzione di formaggio infatti, lungi dall’essere uno scarto da smaltire, è una risorsa preziosa dai molteplici utilizzi: se ne può ricavare biogas per produrre energia, lo si può utilizzare per rendere inerti le fibre di amianto, produrre bevande anti-age che rinforzano il sistema immunitario, migliorare le rese dei nostri formaggi DOP...  I possibili utilizzi del siero di latte sono stati al centro del convegno “Le nuove frontiere della trasformazione del siero del latte: da costo a valore aggiunto”, che si è svolto al Palazzo delle Stelline a Milano il 2 dicembre 2014.
Coordinato da Claudio Peri, professore emerito dell’Università degli Studi di Milano e patrocinata da Fedagri, il seminario è stato organizzato da Dairy Tech, la manifestazione dedicata alle tecnologie di lavorazione e packaging del comparto lattiero-casearioin ambito Ipack-Ima 2015.

Buone pratiche dall’industria. Nel corso dell’incontro sono stati presentati casi esemplari di aziende innovative, che hanno saputo creare valore aggiunto da questo derivato.
Per esempio, Chemical Center di Castello d’Argile (BO) ha brevettato un sistema che, utilizzando siero caseario, permette di rimuovere la parte di cemento dalle lastre di Eternit e poi di distruggere le fibre di amianto con un trattamento termico a 180° C. O ancora, il Caseificio Moro di Motta di Livenza (TV) copre invece il 75% circa del proprio fabbisogno energetico grazie alla fermentazione degli scarti di lavorazione del latte, ricavando metano ed etanolo per generare l’energia termica ed elettrica necessaria a produrre e refrigerare i formaggi.
Il siero alimenta anche un florido commercio mondiale: 6 miliardi di euro nel 2013, in crescita del 30% sul 2011, e questa è un’altra buona notizia perchè di siero di latte l’Italia ne produce parecchio: 8 milioni di tonnellate all’anno.

Liquid Handling & Filling
Le tecnologie di preparazione, riempimento e distribuzione di liquidi (alimentari e non) sono state oggetto del convegno “Liquid Handling & Filling”, organizzato nell’ambito delle Giornate di Ipack-Ima, promosso da Ipack-Ima in collaborazione con AIDIC (Associazione Italiana di Ingegneria Chimica) e con il Patrocinio del Dipartimento DEFENS dell’Università degli Studi di Milano.  

L’imballaggio dei prodotti liquidi deve confrontarsi con alcune criticità che riguardano sia i materiali da confezione (dai flessibili ai rigidi, dalle strutture multistrato ai mono-materiali, dai materiali vergini a quelli riciclati) sia le tecniche di riempimento, che devono adattarsi alle proprietà chimiche e fisiche di ciascun liquido, estremamente variabili da un caso all’altro. Le tecnologie sono quindi legate in modo specifico ai diversi settori merceologici, su cui si è fatto il punto nel corso del seminario.

Dalla cosmetica al food. Una prima tranche di interventi ha trattato temi relativi al liquid filling igienico nei settori della cosmetica e detergenza.
Sono stati presentati sistemi compatti di riempimento e tappatura, come la linea per sciroppi proposta da Omas Tecnosistemi, che integra nel processo anche una stazione di pulizia dei flaconi.
Si è poi passati a esaminare il settore petrolifero, con le peculiari problematiche legate al trattamento di prodotti viscosi complessi. In tale contesto, le proprietà fisiche dei fluidi influenzano il riempimento dei serbatoi di stoccaggio, con ricadute su tempi e costi di produzione: una risposta arriva da ENI Spa, che ha ottimizzato i processi di miscelazione e confezionamento.
Anche il comparto alimentare è stato oggetto di riflessioni: in quest’ambito le innovazioni si concentrano sulla progettazione di sistemi il più possibile integrati. Un esempio in questa direzione è il sistema ErgoBloc di Krones, che integra le funzioni di soffiaggio, etichettatura, riempimento e tappatura, con differenti tipologie di riempimento (normale, asettico, non asettico, ultraclean).
Per questo settore è d’obbligo focalizzare l’attenzione sulle norme legislative,  che tutelano la salute del consumatore in materia di igiene e conservazione del prodotto. Si è quindi esaminata la legislazione riguardante i polimeri da riciclo impiegati nel food packaging e in particolare del PET, riepilogando gli accorgimenti da adottare per garantire sicurezza alle confezioni realizzate con R-PET. Si è poi fatto il punto sulle precauzioni da adottare nell’imbottigliamento di acqua, anche in grandi formati.
Infine, è stato preso in esame l’imbottigliamento di aceto e olio. Per il primo, l’impiego di confezioni di materiale plastico è stato reso possibile solo di recente con l’introduzione di alcune norme europee che hanno superato i vincoli posti da quelle nazionali.
Una serie di case studies hanno invece supportato l’avanzamento della ricerca relativa a progettazione, produzione prototipale e industriale di imballaggi innovativi in poliestere per oli alimentari, imballaggi flessibili attivi di PET e uno studio su bottiglie ecocompatibili realizzate utilizzando fino al 100% di R-PET.                

 

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