Osservatorio Packaging del largo consumo
Il packaging sostenibile guida le scelte d’acquisto alimentare degli italiani. Ultimi aggiornamenti dal rapporto Nomisma.
A cura di Maria Costanza Candi
Parte del calendario di eventi della diciannovesima edizione di Marca by BolognaFiere, che si è svolta a Bologna il 18 e 19 gennaio 2023, l’incontro incentrato sulle proiezioni dell’Osservatorio Packaging del largo consumo di Nomisma ha offerto un quadro sull’impatto del confezionamento nella transizione ecologica in atto, tenendo anche conto degli scenari inflattivi. Importante occasione di confronto con la GDO, l’appuntamento si è concentrato sull’andamento del mercato e sull’impatto che la sensibilità green sempre più diffusa ha sui modelli d’acquisto. L’evento è stato aperto da un’interessante analisi di scenario da parte di Silvia Zucconi, responsabile market intelligence di Nomisma, che ha analizzato le risposte di 1.000 responsabili di acquisto tra i 18 e i 65 anni.
La fiducia non manca, nonostante tutto
Guardando ai dati, emerge che nonostante la perdita di potere d’acquisto e la crisi internazionale, la sostenibilità rimane al centro delle valutazioni dei consumatori e ne guida le scelte, spesso superando anche il sempre più impattante scoglio dei prezzi.
Nomisma definisce l’inaspettata fiducia dei consumatori come una “Sorprendente Serenità” alla luce della misurazione di una serie di voci che spaziano dalla speranza alla preoccupazione, dalla salute al valore della rete sociale, dal conflitto ucraino al costo dell’energia. In questo quadro, i cambiamenti climatici non sono finiti in secondo piano, nemmeno negli anni complessi del periodo 2020-2022. Nell’88% dei casi, infatti, gli intervistati hanno cambiato le loro strategie di acquisto in modo da recuperare la spinta inflattiva attraverso la riduzione degli sprechi alimentari ed energetici, la ricerca di sconti, la convenienza e la diminuzione delle quantità.
Il pensiero rivolto al clima
In tutto questo, l’attenzione alla sostenibilità non ha subito una regressione, ma anzi, rimane alta: al di là di semplicistici allarmismi, lo stato del pianeta è visto come un problema reale. La pensano così 23 milioni di italiani che ritengono i temi ambientali un fattore trasversale in capo a molti attori coinvolti: imprese, industria, distribuzione, policy maker italiani ed europei. Tutti i soggetti istituzionali sono dunque chiamati a muoversi con azioni concrete, a cui i consumatori aggiungono il loro impegno attivo in qualità di co-pro protagonisti. Secondo il 35% dei responsabili degli acquisti, infatti, la transizione ecologica viene spinta anche da scelte di consumo e stili di vita più consapevoli
Comporre una spesa eco-sostenibile
Il carrello della sostenibilità food e non food, che cresce complessivamente del 3,4%, vale 14 miliardi di vendite collegate a diverse tipologie di prodotti sostenibili o caratterizzati da packaging sostenibile. Il mercato di questo segmento conta oltre 33.000 referenze, a cui il consumatore si rivolge mettendo in campo attenzione all’origine del prodotto, nazionale o locale, filiera e tracciabilità; elementi che, con la convenienza, rappresentano i pilastri alla base delle scelte del 40% degli intervistati. In questo contesto, la sostenibilità assume un’enfasi sempre maggiore: il 33% la sceglie come voce principale, mentre il 28% guarda anche al packaging. Questo, nelle intenzioni dei prossimi 12 mesi, si traduce nell’acquisto di prodotti sostenibili fin dalla confezione, attenzione all’overpackaging e ai materiali, con una riflessione sul valore intrinseco della confezione.
Interessante notare che tale approccio guida la scelta della marca, a cui viene chiesta coerenza rispetto ai temi green; stessa chiamata alle responsabilità per l’insegna, scelta dal 44% del campione quando mette in campo strategie improntate alla sostenibilità in tutti gli aspetti che coinvolgono la sua filiera.
Il green packaging spinge la rivoluzione verde
Il packaging orienta le scelte del 92% degli intervistati, che considerano la sostenibilità del prodotto e della confezione come valore imprescindibile di una nuova referenza a scaffale e una ragione per cambiare brand, sperimentando nuove proposte. Un elemento interessante chiarisce questo punto: il 65% dice di scegliere un prodotto a marca del distributore proprio per la confezione sostenibile, mentre il 50% ha provato una marca diversa grazie alla componente green. Ben il 19% dei consumatori dichiara di aver abbandonato un prodotto a causa del packaging non sostenibile.
L’imballaggio tra informazione e comunicazione
La centralità che il packaging sta assumendo agli occhi del consumatore, oltre a quella già comprovata per le politiche ambientali, impone a produttori e distributori di lavorare sulla comunicazione, rendendo meno tecnico il contenuto delle etichette e accrescendo la consapevolezza dei consumatori sul ruolo che possono giocare nelle strategie di riduzione dell’impatto ambientale. Un obiettivo da raggiungere fornendo informazioni sulla riciclabilità, sulle emissioni di CO2 generate nel corso della produzione, sulla percentuale di contenuto riciclato. Si tratta di dati già presenti sul 61,5% dei 23 miliardi di confezioni vendute ogni anno, anche se servono ulteriori sforzi per aumentarne diffusione, varietà e chiarezza. Il 77% degli italiani pensa infatti che un punteggio o un’indicazione univoca sul grado di sostenibilità permettano di fare confronti sui diversi prodotti, inserendo il green tra i parametri di valutazione al fianco di prezzo e qualità. Una richiesta, quella che proviene dal 26% dei consumatori, che rivela la necessità di dotarsi degli strumenti necessari e compiere scelte consapevoli e informate, utili anche a difendersi dai rischi connessi al greenwashing, da cui ritengono di non sapersi difendere.
Cartone e vetro vincono la sfida della percezione
Guardando ai materiali, emergono due vincitori assoluti, il cartone per bevande e il vetro, ma con importanti distinguo tra beverage e food. Il cartone svetta nel beverage, ritenuto più ecologico dal 59% dei consumatori, mentre il 36% pensa sia il vetro e il 31% la plastica riciclata. Nel food i valori si invertono: al primo posto svetta il vetro più sostenibile per il 67% dei consumatori, seguito da cartone per bevande al 38%, latta e alluminio al 36% e plastica riciclata al 14%.
A conclusione della giornata, hanno portato la loro visione del mercato Roberto Comolli Amministratore Delegato di Cuore dell’Isola, Paolo Maggi, Presidente di TETRA PAK South-Europe, Alessandro Marson, LCA Expert di Spinlife, spin off dell’Università di Padova, Pier Paolo Rosetti, Direttore Generale di Conserve Italia, per una stimolante tavola rotonda coordinata da Marina BASSI, Capo Redattore di MARK UP e Gdoweek.