Il software industriale nella transizione digitale

Il punto su rischi, responsabilità e nuove opportunità per le aziende del software industriale rispetto alle risorse messe a disposizione per il rilancio dell’economia globale con Next Generation EU e con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, passando per la Transizione 4.0.

Maurizio Cacciamani

La tavola rotonda “PNRR, digitalizzazione, sostenibilità. Pronti, partenza, via!” è stata “un gustoso antipasto” al Forum Software Industriale, l’evento che ANIE Automazione Gruppo Software Industriale e Messe Frankfurt Italia organizzano dal 2019 e che tornerà nel 2022.

Il comparto del software industriale è pronto alla ripartenza e a dirigere gli sforzi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi posti da Industry 4.0, coniugando innovazione e sostenibilità, fattore centrale nella strategia di business dell’impresa.

Come introduzione alla manifestazione, che si è svolta al MADE Competence Center Industria 4.0 di Milano, è stata presentata un’anteprima del nuovo White Paper del Gruppo Software Industriale, redatto in collaborazione con il Politecnico di Milano: “La centralità dell’uomo nell’era della transizione digitale”. Il documento, presentato da Raffaella Cagliano, Professore di People Management & Organization - Condirettore Osservatorio Transizione Industria 4.0, School of Management, Politecnico di Milano e da Fabio Massimo Marchetti presidente del Gruppo Software Industriale, verrà presentato ufficialmente nella riunione plenaria annuale di dicembre del Gruppo. Verte sulla necessità di affiancare all’innovazione tecnologica anche una profonda innovazione organizzativa dell’impresa, mettendo in luce come il vero valore di Industria 4.0 risieda proprio nella capacità di aumentare le competenze delle persone, potenziando il lavoro degli operatori ed eliminando le attività a scarso valore aggiunto.

E proprio la centralità dell’uomo nella trasformazione digitale è stato il leit motive della tavola rotonda.

Diventare protagonisti

Il digitale è come una leva che può migliorare l’efficacia, generare nuovi modelli di business e abilitare una trasformazione profonda che modifica il rapporto tra clienti, prodotti e aziende e apre a nuove forme di valore aggiunto dove le persone sono al centro.

Silvia Olchini, Software and Digital Sales Manager Schneider Electric, ha rimarcato come la digitalizzazione negli asset di produzione renda disponibili i dati “da dare in pasto” ai software: questi trasformano i processi produttivi e aziendali per ottimizzare, rendere efficienti, creare nuovi modelli e servizi che possono riversare i benefici della tecnologia sulle persone; ad esempio con nuove interfacce che utilizzano la realtà aumentata, che rendono le persone più coinvolte e protagoniste e quindi, in definitiva, produttive.

Gestire i dati

«Le aziende italiane del settore manifatturiero non hanno mai avuto la possibilità di usufruire di ingenti risorse come in questo momento storico, e difficilmente si ripresenterà un’occasione simile a breve» ha esordito Mirko Magrini, MES Business Developer Wonderware Italia.

Magrini si è soffermato su come dovrebbero essere gestiti i dati (uscendo dalla logica dei cosiddetti piccoli silos), adottando una visione complessiva con pianificazione a 10 anni da rivedere organicamente seguendo la logica ERP.

Formazione e crescita delle persone

«Le aziende di automazione devono offrire soluzioni in grado di approcciare olisticamente e in maniera nativa la convergenza tra il mondo IT e OT e che possano permettere sviluppi futuri, ora sconosciuti, garantendo sicurezza e durata dell’investimento, ma soprattutto scalabilità e plasmabilità».

Luca Conti, Area Sales Manager Beckhoff Automation, ha rimarcato come sia fondamentale creare le basi di competenze che possano aprirsi a scenari futuri, agevolando il percorso di formazione e crescita delle persone.

Soluzioni di immediato utilizzo

«Come system integrator dobbiamo fornire alle PMI soluzioni semplici, di immediato utilizzo, sostenibili e che garantiscano risultati certi e misurabili in tempi brevi. Con Transizione 4.0 le PMI hanno capito come interconnettere le macchine ai propri sistemi, colmando il gap tra le Operation Technology e l’ICT» ha affermato Guido Colombo, President & CEO Orchestra. «Ora pensiamo sia il momento di fornire loro soluzioni digitali di auto apprendimento e sistemi collaborativi, per far crescere le nuove leve ed avere l’uomo al centro della fabbrica».

Le persone sono cruciali

«Quando incontro i clienti, non presento prodotti ma raccolgo esigenze» esordisce Riccardo Borsatti, Head of Digital Enterprise Application Center Siemens che ha sottolineato come le persone siano cruciali nell’attuare i piani di trasformazione digitale e di innovazione anche a medio e lungo termine. «I progetti devono avere un ritorno veloce, ma che allo stesso tempo devono essere legati tra loro in una visione “olistica” e più completa. È indispensabile quindi coinvolgere figure aziendali, non solo Operations, all’interno di un programma di change management strutturato».

Implementare le competenze

«La valutazione della propria maturità digitale è, per le aziende, il punto di partenza di un’evoluzione per essere in grado di utilizzare al meglio i piani di investimento dei PNRR europei e dei finanziamenti ESG. Fatta la mappa, occorre preparare un piano di implementazione delle competenze» così Fabio Massimo Marchetti, Head of Digital Industries Var Group che ha concluso dicendo che, più di tecnologie, la sua azienda preferisce parlare di azioni concrete in grado di migliorare la maniera di produrre aumentando efficienza, efficacia e sicurezza.

La Tavola Rotonda si è chiusa con l’intervento di Marco Calabrò, Ministero dello Sviluppo Economico - Direzione Generale per la Politica Industriale e la Competitività, che ha parlato delle novità legate alle misure 4.0.

I System Integrator: chi sono e cosa fanno

Come spiga Morena Pietraccini, Expert Manager Engineering Ingegneria Informatica - Industries eXcellence: «Grazie all’esperienza maturata nella progettazione e produzione di sistemi e processi industriali, i System Integrator (S.I.) sono in grado di supportare le aziende nel definire i progetti di innovazione digitale, utilizzando al meglio tecnologie e metodologie. Nell’ambito dell’automazione industriale, i S.I. sono stati tra i primi ad affrontare i processi di digitalizzazione, poiché hanno introdotto tecnologie innovative molto prima che venisse coniato il termine Industry 4.0. Gli esperti di integrazione, che da anni operano all’interno delle fabbriche, si concentrano sull’idea di creare e collegare il mondo virtuale con il mondo fisico della produzione, mettendo a disposizione la loro conoscenza dei contesti, le capacità globali e le competenze per supportare l’intero ciclo di vita di prodotti e processi, dall’ingegneria alla simulazione, dalla produzione all’utilizzo. Inoltre, analizzano le opportunità di business, esplorano tecnologie all’avanguardia e forniscono soluzioni integrate. Lavorano con clienti di tutti i settori, supportandoli nel processo di trasformazione dei dati in conoscenza/intelligenza, per poi essere in grado di prendere decisioni tempestive e previdenti».

Ma come sceglierli? In base all’esperienza (hardware e/o software), la presenza sul territorio, i partner che li affiancano, i servizi offerti (manutenzione, formazione, ecc.), la loro capacità di recuperare le conoscenze nei vari settori, sono tra i fattori più importanti.

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