Ortofrutta: il packaging
Dati di mercato su produzione, distribuzione, confezionamento e consumo dei prodotti ortofrutticoli freschi in Italia.
Barbara Iascone
L’Italia è uno dei principali paesi europei per produzione e commercio di prodotti ortofrutticoli, rilevante anche per la varietà di prodotti coltivati.
Caratteristica significativa del comparto ortofrutticolo nazionale è la specializzazione regionale, motivo di marcata diversificazione tra un territorio e l’altro (agrumi in Sicilia, olivi in Liguria, Toscana e Puglia, ecc..).
I prodotti dell’ortofrutta hanno diverse modalità di consumo, dato che possono essere destinati a lavorazioni industriali, lavorati e conservati, oppure possono essere consumati freschi: è proprio su questa ultima tipologia che prende l’avvio la presente analisi del confezionamento.
In virtù di una maggior attenzione all’alimentazione da parte dei consumatori, il mercato della frutta e verdura fresca risulta essere in discreta evoluzione, con richiesta maggiore di prodotti di qualità.
I canali di distribuzione
I prodotti ortofrutticoli vengono venduti tramite diversi canali: mercati all’ingrosso o di zona, negozi dedicati. Tuttavia la maggior parte dei prodotti ortofrutticoli segue il canale della grande distribuzione, ovvero ipermercati e supermercati. Anche la vendita diretta è alquanto diffusa, ma va evidenziato che, negli ultimi anni, ha preso piede la vendita tramite piattaforme online con consegna a domicilio: un forte impulso in tal senso è stato impresso dalla pandemia.
I dati del settore
In base all’analisi della Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, nel 2023 sono state prodotte circa 11.200.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli destinati al consumo di fresco, in calo del 4% rispetto al 2022. Risultano in forte aumento le importazioni, +22%, ma crescono anche le esportazioni, +9%. Il consumo di fresco in Italia nel 2023 cresce del 3,2%. Indubbiamente le importazioni influiscono sui nostri consumi, dato che frutta e verdure esotiche o di diversa provenienza sono entrate nelle nostre abitudini alimentari.
Legate in maniera stretta alla distribuzione esistono alcune tipologie di prodotti ortofrutticoli particolarmente sensibili al discorso “packaging”: ci riferiamo alla IV e V gamma, le cui definizioni dipendono da diversi livelli di lavorazione e trasformazione dei prodotti freschi, classificate in base alla manipolazione e al grado di preparazione per il consumo.
I prodotti della IV gamma sono i freschi già lavati e pelati, pronti per essere consumati crudi, come per esempio le insalate pronte, la verdura tagliata e lavata, la frutta sbucciata e affettata. La V gamma si riferisce all’ortofrutta soggetta a cottura o a trasformazione, ma non sottoposta a processi di conservazione a lungo termine; si tratta in pratica di prodotti pronti all’uso, senza la necessità di un’ulteriore preparazione ma con una durata di conservazione limitata.
Esempi di prodotti della V gamma sono le verdure cotte al vapore o grigliate, purea di patate, frutta cotta ecc. Le tonnellate di produzione di ortofrutta destinate al consumo di queste due categorie sono state nel 2023 circa 4.500.000.
2023 | |
---|---|
Produzione | 11.200 |
Import | 3.830 |
Export | 3.700 |
Consumo | 11.330 |
Le tipologie di confezionamento
Il confezionamento del settore ortofrutticolo fresco presenta una segmentazione alquanto complessa, principalmente perché varia in modo notevole nelle diverse fasi di lavorazione del prodotto. Al riguardo sono state classificate tre macroaree dove abbiamo diversi tipi di packaging:
- imballaggi dalla raccolta al centro di smistamento;
- imballaggi da trasporto dal centro di smistamento alla vendita;
- imballaggi presso la piccola e grande distribuzione. Nel 2023 sono state utilizzate circa 1.062 t/000 di imballaggi per considerando l’intero ciclo di vita dei prodotti ortofrutticoli destinati al consumo fresco.
- Partendo dalla prima tipologia di imballaggi, vale a dire quelli utilizzati per la raccolta e il trasporto al centro di smistamento, sono perlopiù imballaggi di grandi dimensioni a rendere, quindi utilizzati più volte. Il 75% sono bins in plastica, il 14,5% bins in legno, 10% le cassette in plastica a rendere; infine abbiamo uno 0,5% di cassette a perdere. Per questo segmento le tonnellate utilizzate nel 2023 sono state circa 238.000.
- La seconda categoria si riferisce agli imballaggi da trasporto che vengono utilizzati per la movimentazione dal centro di lavorazione e smistamento alla distribuzione; per questa tipologia di confezionamenti nel 2023 sono state utilizzate circa 870.000 tonnellate. La suddivisione del mix del packaging vede come imballaggio più utilizzato in questa area, le cassette in cartone ondulato di grandi dimensioni (capacità media 7 kg) con una share del 35,8%; seguono le cassette in plastica a rendere con il 19,5% e le cassette in plastica a perdere con il 19,4%. Le cassette in legno rappresentano il 19,3%, i mini bins in legno al 5,2% e, infine, i sacchi in rafia con lo 0,5%. Le prime due categorie di imballaggi prevedono l’impiego di packaging di grandi dimensioni che vanno dai 7 kg delle cassette ai 100 dei bins.
- L’ultima categoria, quella che si riferisce alla vendita al consumatore, vede notevoli differenze a seconda del canale di distribuzione utilizzato. Per quanto riguarda la distribuzione presso i mercati all’ingrosso o di zona oppure i negozi dedicati (fruttivendoli), il confezionamento prevalente risulta essere il sacchetto di carta, seguito da buste e cestelli in plastica.
Presso raccolta e smaltimento | |
---|---|
2023 | |
Bins plastica | 75,00% |
Bins legno | 14,50% |
Cassette plastica rendere | 10,00% |
Cassette plastica perdere | 0,50% |
Trasporto da centro di smistamento a distribuzione | |
2023 | |
Cassette in legno | 19,30% |
Cassette in plastica perdere | 19,40% |
Cassette in plastica rendere | 19,50% |
Cassette in cartone | 35,80% |
Sacchi in rafia | 0,80% |
Mini bins plastica | 5,20% |
Presso grande e piccola distribuzione | |
2023 | |
Cestelli e vaschette in plastica | 29,00% |
Vassoi in plastica | 6,90% |
Sacchetto in plastica | 11,00% |
Cestello in cartoncino | 10,60% |
Sacchetto in carta | 1,20% |
Poliaccoppiati flessibili | 35,00% |
Sacchi in rafia | 1,30% |
Cassette in legno | 2,70% |
Cassette in cartone | 2,30% |
La grande distribuzione vede una netta prevalenza della plastica, poliaccoppiati flessibili da converter per la IV gamma, vaschette in plastica termoformate per la V. Per l’ortofrutta venduta a peso libero presso la grande distribuzione si utilizzano esclusivamente i sacchetti in bioplastica. I prodotti ortofrutticoli freschi venduti direttamente dai coltivatori presentano in prevalenza il confezionamento in cassette, di legno o di cartone ondulato. Analoga suddivisione sussiste per le vendite online. In questo ambito, nel 2023, sono state utilizzate cica 192.100 t/000 di imballaggi, escludendo quelli da trasporto e stoccaggio.
Analizzando il segmento nel suo complesso si evince che il 35% dei prodotti sono confezionati con imballaggi flessibili da converter, il 29% sono i cestelli e vaschette in plastica termoformate. Seguono poi il sacchetto in plastica con l’11% e i cestelli in cartoncino con il 10,6%; il 6,9% è imputabile ai vassoi in plastica e l’1,3% ai sacchetti in carta.
Chiudono la segmentazione le cassette in legno e quelle in cartone ondulato, in crescita anno dopo anno, con rispettivamente il 2,7% per le prime e il 2,3% per le seconde; troviamo infine la rafia per sacchi, con l’1,2%. Per gli imballaggi dei prodotti destinati alla vendita, l’orientamento per il futuro è senza dubbio verso la sostenibilità: ne è testimonianza l’ampia diffusione dell’utilizzo di plastica biodegradabile e carta. Per quanto riguarda gli imballaggi da trasporto si evidenzia il sempre maggior utilizzo, laddove possibile, del cartone ondulato.
Va comunque considerato che l’imballaggio da trasporto è caratterizzato da una fortissima presenza di riutilizzo: da qui la necessità di avere imballaggi solidi e duraturi nel tempo, capaci di trasportare grandi quantità di merci. Plastica e legno rimangono in tal senso i materiali più idonei.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio