Considerazioni sul mercato degli imballaggi di vetro

Imballaggio antico, ma sempre attuale e dinamico in fatto di innovazione. Parliamo dei contenitori di vetro: più leggeri di un tempo, comunque resistenti e riciclabili al 100% innumerevoli volte.

Nel corso degli ultimi anni, gli imballaggi di vetro per alimenti e per il non-food hanno saputo rinnovarsi, sia attraverso una personalizzazione spinta sia per l’incisiva diminuzione dei pesi medi (che non ha però indebolito le prestazioni finali).
A inizio 2000 l’offerta di bottiglie e vasi personalizzati rappresentava circa il 40% del totale, ma attualmente i rapporti si sono invertiti: tra 6 e 7 contenitori su 10 sono infatti prodotti ad hoc su richiesta del cliente, a testimonianza di come il packaging sia sempre più considerato uno strumento di marketing e comunicazione. Questo risultato è stato reso possibile dai progressi registrati nei processi produttivi.

Il mercato globale
L’offerta dei contenitori di vetro è molto varia, sia dal punto di vista dei formati che per le aree di impiego.
La classificazione “tradizionale” comprende bottiglie, vasi, flaconeria e imballaggi da vetro tubo ossia fiale e flaconcini.
Nel 2014 il settore degli imballaggi di vetro ha segnato una crescita dell’1% per quanto riguarda la produzione espressa in quantità.
L’aumento è stato determinato dall’incremento della domanda interna (+3,3%) che, in parte, è stato coperto dalle importazioni, attestate al +17,6%. Le esportazioni hanno invece segnato una lieve flessione dello 0,5%.
Le bottiglie costituiscono l’88,6% del totale, i vasi rappresentano il 6,7%, seguiti da flaconeria in vetro cavo (4%) e da fiale e flaconi in vetro tubo (0,7%).
Utilizzi settoriali
Bottiglie e vasi trovano applicazione essenzialmente nell’area dei liquidi e delle conserve alimentari.
La flaconeria (vasetti, boccette e flaconi) viene impiegata nei settori della farmaceutica e della cosmesi/profumeria, mentre il settore farmaceutico impiega gli imballaggi di vetro tubo.

Bottiglie  
Con riferimento alle nuove bottiglie di vetro cavo immesse sul mercato, esse sono diffuse in diversi i settori merceologici dell’area liquidi alimentari.
Le bevande alcoliche ne assorbono il 66,5% e, in questo ambito, il vino detiene ovviamente la quota maggiore (48%). È qui che la bottiglia di vetro deve confrontarsi, in particolare, con soluzioni di confezionamento alternative come il brick e il bag in box. Nel settore della birra, gli imballaggi “competitor” sono lattine e keg.
Nell’area super alcolici e vermuth il vetro è invece “sovrano”.
Le bottiglie di vetro sono diffuse anche tra le bevande analcoliche (16,9%) e il principale settore di utilizzo è quello dell’acqua minerale (10%), dove il vetro deve confrontarsi con altre forme di imballaggio ma, in particolare, con la bottiglia in PET.
Nel confezionamento dei succhi di frutta primeggia la bottiglietta monodose, sebbene il vetro tenda a cedere partecipazione, vista la concorrenza dei contenitori cellulosici poliaccoppiati ma, soprattutto, della bottiglia di PET, che sta erodendo spazio a entrambe le tipologie.
Altra importante area di utilizzo è quella dell’olio di oliva, con una quota del 5,7%. In questo ambito, la bottiglia di vetro predomina nel mercato interno; per quanto riguarda invece le esportazioni, il contenitore si deve confrontare con le lattine di banda stagnata e con le bottiglie di PET.
Aceto, passate di pomidoro, sciroppi ecc. sono gli altri settori di utilizzo delle bottiglie in vetro, con uno share del 10,8%.

Vasi
Per il 32% circa, il consumo di vasi di vetro è destinato al confezionamento delle conserve vegetali, compreso la categoria dei sughi pronti, dei sott’olio e dei sottaceti.
Il 24,5% dei vasi è destinato all’importante settore degli omogeneizzati, mentre l’8,5% riguarda invece il settore delle conserve ittiche (dove il vetro tende ad acquisire quote di mercato) e il 3,5% è imputabile alle creme spalmabili al cioccolato.
Il restante 31,5% è destinato a una miriade di altri prodotti alimentari (olive, spezie, marmellata ecc.).
Nei settori dove si registra la presenza del vaso di vetro, il competitor principale è la scatoletta di banda stagnata o di alluminio anche se, negli ultimi tempi, si stanno affermando i contenitori di cartoncino poliaccoppiato e le buste in poliaccoppiato flessibile. Queste ultime due categorie di imballaggi saranno, in futuro, i concorrenti più temibili del vaso di vetro

Flaconeria e vetro cavo
Due le principali aree di sbocco della flaconeria: cosmesi-profumeria e farmaceutica che ne assorbono, rispettivamente, l’83% e il 15%. Il restante 2% è destinato ad altri comparti .
Per quanto concerne il vetro tubo destinato agli imballaggi, la principale area di utilizzo è la farmaceutica, con oltre l’80% di share.                                                    

Plinio Iascone    
Istituto Italiano Imballaggio

 

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