Una certa idea del flessibile
A certain idea of flexible

Giflex festeggia un anniversario importante e chiama a raccolta gli operatori del converting.
Giflex is celebrating an important anniversary
and is calling together the converting operators.

Intelligenza in movimento
Intelligence on the move
Un’offerta integrata e di qualità, grazie alla quale Trascar si avvia a chiudere il 2005 con un ottimo bilancio.
An all-round quality product offer, thanks to which Trascar is about to close 2005 with an excellent balance.

Cartoncino etico
Ethical board

La storia di Cascades, ovvero di tre fratelli che hanno fondato il loro successo sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente.
The story of Cascades, namely three brothers who have founded their success on respect for man and the environment.

Lunga vita con l’asettico
Long live aseptic

Gli utilizzatori apprezzano sempre più i vantaggi del confezionamento asettico, sostenendo la crescita di Benco Pack nel mondo.
Users are evermore appreciating the advantages of aseptic packaging, sustaining the growth of Benco Pack throughout the world.

News







REALTÀ E REALISMO Le competenze tecniche devono andare di pari passo con una maggiore determinazione nell’affrontare i molti e incessanti cambiamenti di mercato. Giflex festeggia un anniversario importante con l’imprimatur della Fedes europea e chiama a raccolta gli operatori del converting, proponendo seri motivi di riflessione. Obiettivo: ripensare in concreto il ruolo internazionale dell'industria italiana dell’imballaggio flessibile. Luciana Guidotti

Sensibilizzare gli associati alle problematiche del settore, che deve sostenere standard tecnologici e di sicurezza sempre più elevati, ma anche affinare gli strumenti per affrontare con efficacia le molte questioni sul tavolo. Questo è il senso che, da tempo, Giflex (il gruppo imballaggio flessibile che fa capo ad Assografici) dà alla propria attività. E a pochi giorni dalle celebrazioni ufficiali del ventennale (previste per 20 e il 21 ottobre al Westin Palace di Milano), Giflex riflette ancora sul proprio ruolo e sulla propria “missione”.
Una missione “di cultura” tutt’altro che semplice, aggiungiamo noi, se consideriamo tanto la difformità delle realtà industriali che fanno capo al Gruppo, quanto la situazione di un mercato in progressivo divenire, dove le certezze di un tempo sono state sostituite da nuovi scenari competitivi.
In concreto, l’associazione ha messo in campo azioni finalizzate a dare peso e visibilità al comparto nel suo complesso: ha seguito da vicino gli aggiornamenti in tecnologia, facendosi portavoce della qualità e del valore dei converter italiani, ha lavorato a sistematizzare i dati e le informazioni di carattere normativo tecnico e di marketing che ne scandiscono la vita, puntando anche a creare preziosi punti di contatto lungo tutta la filiera dell’imballaggio flessibile (si veda a questo proposito il box).
«Il confronto in ambito internazionale ci sprona a fare sempre meglio e di più.
Ecco perché promuovere la consapevolezza del valore economico e tecnologico tra i trasformatori di imballaggi flessibili - ha sottolineato Cesare Salini, direttore Giflex - è un compito imprescindibile, consci del fatto che i nostri trasformatori devono continuare a presidiare paesi evoluti ed esigenti, sia in termini di qualità che di servizio, e nei quali l’improvvisazione non è ammessa».

Cambiare i modelli industriali: una necessità
Proprio perché il tempo della sola “buona volontà” è passato, è necessario che il comparto studi con attenzione la situazione che si viene man mano delineando. E le rilevazioni ufficiali offrono, in questo caso, un’ottima base di partenza oltre che dati incontrovertibili.
Puntualizza Salini «Le cifre 2004, che per la quota Giflex sono illustrate nelle tabelle, nonché le stime dopo il primo semestre 2005, indicano il prolungarsi della stagnazione. I trasformatori italiani stanno ancora vivendo un periodo delicato e difficile, dunque, a fronte del quale s’impongono scelte e, soprattutto, una diversa impostazione del modello di sviluppo industriale, da anni fondamentalmente basato sulla crescita del potenziale produttivo».
I problemi da affrontare sono particolarmente rilevanti, a iniziare dall'instabilità delle quotazioni delle materie prime (resine e film plastici, inchiostri e adesivi) alla conseguente pressione sui costi; per non parlare delle analoghe pressioni sui prezzi del prodotto accoppiato/stampato che arrivano dagli end-user e dalle catene di distribuzione, oltre che dalla presenza di nuovi competitor.
«Nell’ultimo decennio la supply chain in Europa ha vissuto cambiamenti significativi: fusioni e acquisizioni hanno determinato variazioni importanti nel quadro industriale di tutta la filiera del packaging. Anche nel settore del converting, da sempre caratterizzato da un’estrema “dispersione” societaria, si sono concretizzati una serie di accorpamenti fra gruppi di primo piano, che hanno generato consistenti spostamenti nelle quote di mercato. Attualmente, il packaging flessibile - prosegue il direttore - pur rimanendo sempre il settore più frammentato della supply chain, presenta un ranking dove le prime 5 società in Europa coprono una quota di mercato stimata attorno al 42%. In questo gruppo non compare nessuna società a capitale italiano (la prima si trova solo all’undicesimo posto), confermando così che il processo di aggregazione, finora, non ha coinvolto in modo apprezzabile le nostre aziende. Questa posizione, che con spirito nazionalista potrebbe essere vista di buon’occhio e interpretata come una dimostrazione di coraggio e di tenacia dei nostri imprenditori nell’affrontare le sfide del mercato globale, potrebbe a lungo andare risultare rischiosa, in relazione alla crescita della concorrenza internazionale ma, soprattutto, in rapporto alla dimensione decisamente superiore dei comparti industriali della filiera, sia a monte che a valle».

Che fare? Capire e agire!
Appellandosi dunque alle doti del più tradizionale e sano realismo italico, è necessario riconoscere che lo scenario in cui l’industria italiana del packaging flessibile si trova (e si troverà sempre più ad agire) presenta lati oscuri.
«Ecco perché - osserva Salini - mi sento di richiamare le aziende a una maggiore consapevolezza: senza cambiamenti di mentalità sostanziali, infatti, non solo sarà difficile crescere, ma potrebbe essere a rischio anche il mantenimento delle posizioni attuali conquistate in tanti anni. In questo senso, alcuni dati parlano chiaro. In primo luogo, l’Europa occidentale, sbocco per eccellenza dei converter italiani, è ormai un mercato “maturo”, dove i tassi di crescita sono rallentati rispetto a quelli dei paesi dell’Est e di altri paesi emergenti. Secondo alcune recenti valutazioni, la crescita in volume per effetto di sviluppi, innovazioni, domanda di nuovi prodotti imballati legati al cambiamento di stile di vita, al mutare di certe condizioni demografiche (invecchiamento medio della popolazione), o alla sostituzione di altri tipi d’imballo (rigidi, semirigidi), continuerà con il trend medio abituale, pari al 3/3,5%.
Purtroppo, non avverrà altrettanto per la crescita in valore, a causa della pressione sui prezzi a opera degli utilizzatori e dei nuovi competitor ma, soprattutto, a causa di una capacità produttiva abbondantemente in eccesso».
Il cahier de doléances non finisce qui: non sarà facile recuperare margini sul prezzo di vendita del prodotto, anche per effetto dei costi delle materie prime e di certi adeguamenti organizzativi imposti da nuove normative (si vedano ad esempio le implicazioni derivate dall’articolo “tracciabilità” del Regolamento Quadro 1935/2004 EC).
«Inoltre - prosegue Salini - la produzione nazionale di imballaggio flessibile continua a essere molto frammentata; le stime in valore, che tengono conto della produzione complessiva degli associati Giflex e degli altri operatori, è di circa 1,3/1,4 miliardi di Euro (suddivisa fra almeno 80 aziende, equivalente al 13% del mercato europeo). Ma c’è da notare che da anni, poco meno del 50% della produzione nazionale viene collocata all’estero, che per noi significa fondamentalmente Europa; anzi, in base ai primi consuntivi, la quota export 2004 “tiene” con sempre maggiore difficoltà, per effetto dell’andamento dell’economia, dell’azione dei grandi gruppi produttori di flexible packaging e dei nuovi competitor dell’Est europeo, della Turchia e di alcuni Paesi asiatici».
Insomma, in un quadro del genere, si ritiene che l’industria nazionale del packaging non possa più far conto solamente sulle elevate comprovate capacità tecniche e tecnologiche, sulla flessibilità nei tempi di risposta e sulla leva prezzo.
«Pensare al proprio sviluppo - esorta il direttore di Giflex - significa puntare su altre strategie e percorrere strade alternative, che si possono riassumere in questi concetti: internazionalizzazione, delocalizzazione, crescita dimensionale attraverso acquisizioni e/o aggregazioni, specializzazione».

Un confronto a tutto campo
I converter italiani, tuttavia, non sono solo chiamati a un confronto internazionale sul piano del mercato; essi infatti devono padroneggiare tutte le problematiche derivate dal rispetto di norme giuridiche sempre più stringenti, orientate in primo luogo a garantire la sicurezza e la salute del consumatore.
In questo senso, le direttive UE impongono al produttore di imballaggi flessibili una serie di adempimenti, che si riflettono sull’intero processo produttivo e hanno un forte impatto sull’organizzazione aziendale, generando peraltro ulteriori aumenti del costo del prodotto.
Per meglio comprendere la responsabilità a cui è chiamato il converter, basti pensare alle direttive riguardanti il contatto con gli alimenti, alla bozza del “cosiddetto” Super Regolamento, con i suoi vari capitoli, al regolamento-quadro 1935/2004 EC in vigore dalla fine dello scorso anno in sostituzione della direttiva 89/109 EEC.
In merito a queste normative e regolamenti, a cui ogni converter ha l’obbligo di attenersi, Giflex si è mosso a livello nazionale ed europeo a fianco dei propri associati, promovendo (tramite l’attività di gruppi di lavoro specifici) iniziative mirate e l’elaborazione di una serie di strumenti.
Alcuni esempi portati al riguardo da Salini sono chiarificatori: «Giflex ha realizzato i modelli di dichiarazione di conformità che accompagnano le forniture, realizzati in accordo con l’impostazione contenuta nella bozza del Superregolamento in fase di definizione presso la Commissione Europea. Inoltre, lavorando in stretta collaborazione con Avisa (l’Associazione che, in ambito Federchimica, raggruppa i produttori di adesivi e inchiostri) ha stilato un codice di comportamento sul problema delle ammine aromatiche nei materiali destinati al contatto con gli alimenti.
Con questi documenti, ogni associato è in condizione di rispondere al proprio cliente in modo corretto, e con la certezza che non ci potranno essere differenze, per lo meno tra le aziende che fanno riferimento a Giflex».
Approfondimento e condivisione - oltre che sincera passione, ci permettiamo di aggiungere - rimangono quindi le parole chiave che animano le più recenti iniziative di questa associazione, davvero in prima linea nel «coinvolgere una base che sia la più ampia e la più varia possibile. Perché - conclude Salini - solo restando fedeli a questo obiettivo, siamo in grado di assicurare le condizioni migliori per quello scambio di conoscenze e quel confronto di esperienze indispensabili a promuovere l’intero settore».




Associative life
A certain idea of flexible


REALITY AND REALISM Technical knowhow has to keep in step with an ever greater determination in tackling the many and incessant market changes. Giflex is celebrating an important anniversary with the imprimatur of Fedes Europe and is calling together the converting operators, proposing serious reasons for reflection. Objective: concretely rethink the international role of the Italian flexible packaging industry.
Luciana Guidotti

Sensitise associates to the problems of the sector, that has to sustain ever higher technological and safety standards, but also hone its tools to effectively tackle the many questions at hand.
This is the meaning that for some time now Giflex (the flexible packaging group that comes under Assografici) has given to its own activities. And a few days from the official twenty-year celebrations (planned for 20th to 21st October at the Westin Palace, Milan), Giflex is still reflecting on its own role and its own “mission”.
A “cultural” mission that is anything but simple, we add, if we consider both the differences in the concerns that come under the Group, as well as the continuously developing market situation, where the certainties of before have given way to new competitive scenarios.
Concretely the association has fielded moves to give weight and visibility to the segment as a whole: it has followed the technology updates close to, acting as a spokesman vouching for the quality and the value of Italian converters, it has worked at organising the data and information regarding technical and marketing standards that control the life of the same, aiming also at creating precious points of contact throughout the entire flexible packaging sector (see box on this count).
“The confrontation at international level ever urges us on to do more and better. This is why promoting awareness of the economic and technological value of the flexible packaging converters - Giflex head Cesare Salini underlined - is so essential, conscious of the fact that our converters have to continue to preside over evolved countries that are demanding both in terms of quality and in terms of service, where improvisation is not allowed”.

Change industrial models: a need
The time when doing ones best sufficed has passed, the segment needs to attentively study the situation that is gradually emerging. And in this case official readings offer an excellent starting off point as well as indisputable data.
As Salini points out: “The figures for 2004 - Giflex’s share being illustrated in the tables - as well as the estimates after the first half of 2005 indicate continued stagnation. The Italian converters are still going through a delicate and difficult period hence, that forces choices to be made and, aboveall requires a changed setting of the model of industrial development, for years fundamentally based on the growth of the production potential”.
The problems to be faced are particularly large, starting off from the instability of the raw material quotations (resins and plastic film, inks and adhesives) and going on to the consequent pressure on costs; not to speak of the analogous pressure on the prices of laminated/printed products to the end user and to the distribution chain, as well as the presence of new competitors.
“Over the last decade the supply chain in Europe has undergone significant change: mergers and buy-ups have led to important changes in the industrial configuration of the entire packaging sector. Company “dispersion” has always featured in the converting sector - Salini continues - that though is now also witnessing series of concentrations between leading groups, that have led to sizeable shifts in market shares. Currently, while still remaining the most fragmented sector in the supply chain, the first 5 companies in Europe cover a share of the market estimated at around 42%. No company with Italian capital is among the top five (the first is only to be found in eleventh place), thus confirming that up to now the process of aggregation has not appreciably involved Italian concerns.
This position, that with a nationalistic spirit could be benignly looked upon and interpreted as a demonstration of the courage and tenacity of Italian entrepreneurs in tackling the challenges of the global market, could in the long run end up being risky, this due to the growth of international competition but aboveall in terms of the much greater size of the industrial segments in the sector, this both upstream and downstream”.

What is to be done?
Understand and act!

Hence, appealing to the best aspects of the most traditional, healthy Italian realism, it should be recognised that the scenario in which the Italian flexible packaging industry finds itself in (and is evermore required to act in) has its dark sides to it.
“This is why - Salini observes - I feel justified in calling the concerns to a greater awareness: without substantially changing our mindset, not only will growth be difficult, but it may even be difficult to hold the positions we have conquered over the years. This is underlined by a series of figures. First and foremost, western Europe, the prime outlet for Italian converters, is by now a “mature” market, where the growthrates have slowed down compared to those of the East and the other emerging countries. According to some recent ratings, the growth in volume due to development, innovations, demand for new packed products associated with a change in lifestyle, the changing of given demographic conditions (average aging of the population), or replacement with other types of packaging (rigid, semi-rigid), will continue with the average habitual trend, standing at 3/3.5%. Unfortunately the same will not occur for the growth in value, this due to the pressure on prices applied by the users and the new competitors but, aboveall due to an abundantly excessive production capacity”.
The list of woes does not stop here: recovering profit margins on the sales price of products will not be easy, also due to raw material costs and certain organizational conformities imposed by the new standards (the implications deriving from the “traceability” article of the General Ruling 1935/2004 EC are an example).
“On top of that - Salini goes on to say - the Italian national production of flexible packaging continues to be very fragmented: estimates in value, that consider the overall output of Giflex associates and that of other operators, are around 1.3/1.4 billion Euros (spread over at least 80 companies, standing at 13% of the European market). Yet it should be noted that for years a little under 50% of Italian national output had been sold abroad, that for us basically means Europe; rather, on the basis of the first accounts, it is becoming evermore difficult to maintain 2004 export figures, due to the run of the economy, the action of the large flexible packaging producers and the new competitors from eastern European, from Turkey and some Asian countries”.
That is to say, in a general picture, one considers that the Italian packaging industry can no long only rely on its high, tried and tested technical and technological capacities, on the flexibility in response times and on the price incentive. “Perceiving ones development - the Giflex head exhorts - means aiming at other strategies and taking alternative routes, that can be summed up in this concept: internationalisation, delocalisation, growth through buy-ups and/or aggregations, specialisation”.

Tackling the situation right
across the board

The Italian converters all the same are not only called upon to tackle market questions at international level; they in fact have to master all the problems derived from the respect of evermore stringent standards, aimed first and foremost at guaranteeing consumer safety and health.
That is to say, the EU directives impose a series of tasks on flexible packaging producers that affect the entire production process and have a strong impact on the company organization, furthermore generating further increases in product costs.
To better understand the responsibilities that converters are called to fulfil, one only has to think of the directive regarding contact with foodstuffs, the draught of the “socalled” Super Ruling, with its various chapters, to the general ruling 1935/2004 EC in force since the end of last year substituting the directive 89/109 EEC.
Regarding these standards and rulings, which all converters are obliged to follow, Giflex has acted at a national and European level alongside its associates, promoting (through the activity of specific work groups) set undertakings and devising a series of instruments.
Some examples that Salini cites on the subject help to illustrate what has been done: “Giflex has created the models of declaration of conformity that accompany consignments, made out in agreement with the setting contained in the draughts of the Super Ruling that is undergoing definition at the European Commission. As well as that, working in close cooperation with Avisa (the Association that under Federchemica groups together the glue and ink producers) Giflex has compiled a code of conduct as to the problem of aromatic ammines in materials destined for food contact. With these documents, each associate is in a condition to respond to its own customer correctly, and with the certainty that there will be no differences, at least between the companies that come under Giflex”.
Going deeper into matters and sharing - as well as a sincere passion, we allow ourselves to add - are the keywords behind the most recent Giflex undertakings, truly in the front line in “creating and involving the broadest possible and most varied groundbase.
Because - as Salini concludes - only by staying faithful to this objective will we be capable of ensuring the best conditions for this exchange of knowledge and sharing of experience indispensable to promoting the entire sector”.




Strumenti da un’Associazione
L’attività di Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile) prende vigore dal dialogo costante con le aziende. Con l’intento di approfondire e divulgare le conoscenze, migliorando così il livello di cultura e di professionalità generale, nel corso del tempo ha messo a punto una serie di iniziative e di documenti significativi, relativi ad aspetti normativi e produttivi, a materie prime, specifiche di vendita, marketing e formazione.
Si tratta di supporti importanti, soprattutto per quelle realtà meno strutturate, che hanno così potuto elaborare una visione chiara e precisa delle risorse necessarie a operare in linea con le richieste del mercato.
Oltre agli incontri semestrali di aggiornamento sui temi dell’economia, della tecnica e dell’aggiornamento normativo, il Gruppo ha sostenuto le seguenti azioni:
• nell’ambito delle materie prime, ha curato la revisione delle linee guida per i capitolati di acquisto. Realizzato in collaborazione con la maggior parte dei fornitori e presentato con successo a fine 2004, il documento è da qualche mese a disposizione di tutti gli associati anche nella versione in lingua inglese, rendendone quindi possibile l’utilizzo a livello internazionale. Al di là delle puntualizzazioni tecniche, si tratta di uno strumento prezioso, che testimonia la possibilità di mettere in comunicazione settori contrapposti, ma appartenenti alla stessa filiera: certe barriere che ostacolano il dialogo aperto e trasparente possono essere abbattute in tutto o in parte, grazie alla disponibilità a comprendere i rispettivi problemi, superando così la rigidità dei rapporti di forza;
• altro “fiore all’occhiello” di Giflex è lo studio sulla percezione dell’odore dei materiali. Pubblicata da ItaliaImballaggio nel 2003 la ricerca sul solvente residuo, è stata avviata nel 2005 quella relativa alle resine e ai relativi film plastici: la parte preliminare sarà oggetto di una presentazione alla prossima Ipack-Ima a febbraio 2006;
• interessanti le proposte Giflex anche in fatto di marketing, che ha commissionato una ricerca di mercato sulla percezione e valutazione del packaging da parte di produttori e utilizzatori, ricavandone una serie di giudizi e di osservazioni particolarmente utili a definire in maniera oggettiva le aspettative della clientela, nonché i punti di forza e di debolezza del converting italiano;
• in fatto di formazione, infine, a partire dal 2004, Giflex ha organizzato 5 sessioni del corso di formazione per funzionari di vendita, con lusinghieri risultati di partecipazione.



Tools of an Association
The activity of Giflex (Flexible Packaging Group) is based on a constant dialogue with the companies. Their intent is to deepen and divulge knowhow, thus improving the general level of culture and expertise, in time the association has put together a series of significant undertakings and documents on questions regarding standards and production, raw materials, sales specifications, marketing and training. These are supports that are important, aboveall for less structured concerns, that have thus been able to get a clear, detailed view of the resources needed to work in line with market demands. As well as the twice-yearly encounters on subjects covering economy, techniques and the update on standards the Group has supported the following actions:
• in the field of raw material, it has supervised the revision of the guidelines for purchasing contracts. Done in cooperation with a majority of suppliers and successfully presented at the end of 2004, the document has for some time also been available to all associates in the English version, hence enabling its use at international level. Over and beyond the technical points, a precious tool has been devised that enables segments in the opposite reaches of the same sector to communicate with each other: barriers that obstruct open and transparent dialogue can partially or wholly be overcome thanks to the readiness to comprehend the respective problems, thus overcoming the rigidity of relations based on force;
• another “feather in the cap” of the association is the study on odour perception of materials. ItaliaImballaggio having published the study on residual solvents in 2003, in 2005 the study on resins and the relative plastic films was started up: the preliminary part will be presented at the coming Ipack-Ima, February 2006;
• Giflex has also made some interesting proposals regarding marketing, the organisation having commissioned a market study on the perception and rating of packaging by producers and users, deriving a series of judgements and observations particularly useful in objectively defining customer expectations as well as highlighting the strongpoints and the weaknesses of Italian converting;
• in terms of training, lastly, starting off from 2004 Giflex organised 5 sessions of its training course for salespersons, which were all well-attended.