Rapporto sullo stato dell’imballaggio (1)
Report on the state of packaging (1)

Situazione a fine gennaio 2006. Quadro a tinte fosche, con qualche sprazzo di ottimismo.
Situation at the end of January 2006. Bleak scenario, with some flickers of optimism.

Simei, finestra sul mondo
Simei, window on the world

Con Enovitis, oltre 76.000 m2, 6 padiglioni, circa 900 espositori, 30 Paesi rappresentati.
Together with Enovitis, over 76,000 square metres spread over 6 halls, around 900 exhibitors, 30 countries represented.

Il 2005 dell’imballaggio
Packaging in 2005

Sviluppo contenuto per il comparto imballaggio. Ma l’industria nazionale “tiene”.
Contained growth for the packaging segment. But Italy’s industry “holds”.

Numeri che parlano chiaro
Figures that speak for themselves

La produzione di articoli finiti di plastica e gomma sta soffrendo l’impennata dei prezzi delle materie prime.
The production of finished articles in plastic and rubber is suffering from the soaring raw material costs.

News







CONGIUNTURA La produzione di articoli finiti di plastica e gomma sta soffrendo l’impennata dei prezzi delle materie prime. Dati e tendenze di un comparto che non nasconde le proprie preoccupazioni.

Da oltre un anno, Assogomma e Unionplast (oggi riunite nella Federazione Gomma Plastica) rilevano considerevoli aumenti dei prezzi all’origine, a fronte di un mercato stagnante e difficilmente in grado di assimilare maggiori costi.
I prezzi del greggio, negli ultimi mesi, hanno subito aumenti notevoli, sino a raggiungere, nella prima settimana di settembre, i 65 dollari al barile. Tuttavia, al di là dei singoli valori giornalieri (un aggiornamento in tempo reale, ovviamente, non potrebbe trovare posto su un periodico come ItaliaImballaggio), vogliamo puntare l’attenzione sulle tendenze di fondo che hanno caratterizzato il 2005.
La plastica - Il progressivo aumento dei costi del petrolio ha spinto alcuni importanti produttori di resine a rivedere al rialzo gli aumenti dei listini.
• Gli aumenti riguardano tutte le resine di polietilene (ma anche di polipropilene) commercializzate in Europa: LDPE, HDPE, LLDPE. Molto critica la situazione del PET: le quotazioni da luglio a ottobre hanno registrato incrementi pari al 13% circa. Secondo il London Metal Exchange, tra agosto e settembre 2005, il polietilene e il polipropilene hanno subito aumenti di 250 Euro/t.
• I dati, rileva Federazione Gomma Plastica, confermano la volontà dei produttori di polimeri di sostenere il prezzo delle materie prime, nonostante una domanda interna di materie plastiche in sofferenza rispetto al primo semestre 2005 (-4%): il calo è imputabile al ristagno dell’economia, alla flessione della produzione e alla stagnazione dei consumi finali (problemi che, tra l’altro, permangono dal 2004). Per di più, si sta erodendo il saldo del commercio estero, anche per effetto dei tassi di cambio Euro/dollaro.
• Nel corso del primo trimestre 2005, i consumi totali di polimeri per usi plastici sono scesi del 4,3%, in gran parte a causa della riduzione delle commodities: polistirene espanso (-6,9%), polietilene bassa densità (-6,6%), polipropilene (-5,3%) e PVC (-5%). Segno negativo anche per “il polimero delle bottiglie per acqua”, ossia il PET (-3,6%), non tanto a causa di condizioni climatiche avverse (com’era invece accaduto nel 2004), quanto per l’assottigliarsi della capacità di spesa delle famiglie.
La gomma - Anche il settore della gomma ha aperto il 2005 con un’improvvisa (quanto significativa) crisi: aumenti generalizzati dei prezzi delle materie prime e l’irreperibilità di alcune di esse.
Infatti, a seguito dei continui aumenti di prezzo del greggio, del boom dei consumi sui mercati cinese e russo, nonché della messa in manutenzione di alcuni impianti produttivi, già da gennaio 2005 si sono registrati aumenti a due cifre, per di più dopo gli aumenti medi registrati nel 2004 (+20%). Le preoccupazioni riguardano i vari tipi di gomma, dalla SBR al polibutadiene, dalle nitriliche alle butiliche, dalla SIS al Nero di Carbonio.
Ottimismo impossibile - A causa del perdurante ristagno dell’economia, tra gli operatori del settore rappresentati dalla Federazione Gomma Plastica prevale un certo pessimismo anche per il secondo semestre: ordinativi in calo, pesante concorrenza dei prodotti del Far East, quotazioni del petrolio elevate e conseguenti ripercussioni sui costi di produzione.
Ad oggi, alcune aziende del comparto gomma e plastica sono già ricorse a cicli di Cassa Integrazione Guadagni, e altre vi ricorreranno a novembre.
Inoltre, i prezzi dei prodotti finiti sono in forte tensione e la loro disponibilità rischia di essere compromessa dall’andamento prezzi delle materie prime.
Pertanto, pur nell’impossibilità di scaricare interamente i maggiori costi sostenuti sul prodotto finito, sono da attendersi “adeguamenti” sia per recepire quanto già accaduto, sia per far fronte a nuove (ma prevedibili) impennate di prezzo.




Plastic and rubber
Figures that speak for themselves

MARKET SITUATION - The production of finished articles in plastic and rubber is suffering from the soaring raw material costs. Figures and trends of a segment that openly expresses its worries.

For over a year now Assogomma and Unionplast (now united in the Italian Plastic and Rubber Federation) have noted considerable price increases at source, this with a stagnant market little inclined to assimilate higher costs. Crude oil prices have risen sharply over these last few months, up to reaching 65 dollars a barrel in the first week of September. All the same, over and beyond the single daily ratings (a real time update would not find place in a periodical like ItaliaImballaggio), we wish to throw light on the basic trends and tendencies that have featured in 2005.
Plastics - The progressive increase in petroleum costs have led some important resin producers to raise their list price.
• The increases concerns all the polyethylene resins (but also polypropylene) traded in Europe: LDPE, HDPE, LLDPE. The situation with PET is very critical: the quotations for July and October have registered increases of around 13%. According to the London Metal Exchange, between August and September 2005, polyethylene and polypropylene underwent increases of 250 Euros/t.
• These figures, as the Italian Plastics and Rubber Federation reveals, confirm the will of the polymer producers to absorb raw material prices, despite a slack Italian domestic demand for plastic materials compared to the first half of 2005 (down 4%); the drop is to be put down to the stagnation of the economy, to the drop in production and the stagnation of end consumption (problems that, among other things, have tied over from 2004). What is more, the foreign trade credit balance is gradually being eaten away, this also due to the effects of the Euro/dollar exchange rate.
• During the first quarter of 2005, total consumption of polymers for plastic uses dropped by 4.3%, for the most due to the reduction of commodities; polystyrene foam (-6.9%), low density polyethylene (-6.6%), polypropylene (-5.3%) and PVC (-5%).
The “mineral water bottle polymer” PET is also down (-3.6%), not so much due to poor climatic conditions (as occurred in 2004), but rather due to the erosion of family spending capacity.
Rubber - The rubber sector also opened 2005 facing a sudden (and significant) crisis: the general raising of raw material prices and the unavailability of some of the same. In actual fact, following the continuous increases of crude oil prices, of the boom in consumption on the Chinese and Russian markets, as well as the maintenance work on some production plants, already since January 2005 two figure increases have been seen, what is more on top of the average increase in 2004 (+20%). The worries concern various types of rubber, from SBR to polybutadene, from the nitryls to the butyls, from SIS to Carbon Black
Optimism impossible - Due to the continuing stagnation of the economy, a certain pessimism prevails among the sector operators represented by the Italian Plastic and Rubber Federation, even for the second half of the year: with orders dropping, heavy competition from the products from the Far East, high petrol price quotations and consequent repercussions on production costs. To date, some companies from the rubber and plastic segment have resorted to the redundancy fund, and others will resort to the same in November. As well as that, there are strong price tensions among finished products and their availability risks being affected by the price runs of raw materials. Thus, while offlaying all the higher costs onto the finished product would be impossible, “adjustments” are to be expected, both to accommodate current increases, and to also tackle new (though predictable) price rises.