Pallet: “stretchare” con cura

FASCIATORI Mecwrap ha messo a punto una linea di macchine ad anello per avvolgere e stabilizzare carichi palettizzati con film strech. Tratti distintivi: meccanica originale, prestazioni e affidabilità superiori “certificate” dall’Università di Bologna, ottimo rapporto costi prestazioni.
E grande semplicità d’uso.

“Avvertenza: i fasciatori e gli accessori Mecwrap non possono essere paragonati agli altri”. La forma è, ovviamente, scherzosa ma il contenuto serio: la giovane società di Diegaro di Cesena (la prima macchina, a marchio Boxter, è del 2007) è nata con l’intento di mettere a punto soluzioni originali ed innovative per stabilizzare i carichi palettizzati, nella fattispecie, fasciapallet con film stretch. Naturalmente, non intendeva perseguire “la” novità fine a se stessa, ma progettare macchine di qualità superiore (intrinseca e di prestazione) rispetto alle macchine tradizionali, in modo da offrire all’utilizzatore concreti motivi di convenienza.
Le premesse ideali, dunque, c’erano; il know how anche.

Mecwrap nasce infatti per iniziativa di tre soci (gli stessi a cui oggi fanno capo R&S, produzione e gestione strategica dell’impresa), con una profonda preparazione tecnica maturata in decenni di lavoro nel settore. Sulla scorta delle loro competenze è stata realizzata la prima fasciapallet della casa: una macchina allo stato dell’arte, potente, “performante” e, al tempo stesso, in grado di contenere i consumi di materiale. «L’abbiamo installata presso un cliente importante - racconta Raniero Lombardi, socio di maggioranza e AD - che ci ha fornito un feed back molto positivo e un commento di utilizzo prezioso: un impianto non deve essere solo “prestante” e affidabile, ma anche facile da usare, anzi facilissimo.

In base a queste e altre considerazioni abbiamo perfezionato ulteriormente il progetto poi completato a livello di gamma e oggi con Sax, ma soprattutto Luxury e Boxter, possiamo proporre un intero range di soluzioni che rispondono alle esigenze di chi, oltre al prezzo, intende valutare le caratteristiche progettuali e d’uso di una macchina».
L’affermazione trova riscontro nella risposta del mercato: in quattro anni «e prima ancora di strutturare una rete di vendita completa» Mecwrap ha venduto circa 60 fasciatori. Nel frattempo, ha completato l’offerta con modelli di velocità diverse (fino a 140 pedane/h) e con ogni genere di complemento e accessorio, dai mettifoglio separati o incorporati ai pressori, dai caricatori automatici delle bobine ai nastri trasportatori, dai carrelli traslanti alle stazioni rotanti ai metti-angolari...

Lo speciale come norma
Il rinnovamento, in Mecwrap, parte dalla struttura. «Le nostre macchine - afferma Lombardi - devono essere anzitutto affidabili e, dunque, solide e robuste. I nostri fasciatori hanno 4 montanti e possono ruotare anche a 70 giri/min senza vibrazioni e turbolenze; inoltre sono stati progettati e dimensionati con tolleranze molto ampie, seguendo criteri e calcoli verificati con i tecnici della facoltà di Ingegneria meccanica dell’Università di Bologna, per garantire nel tempo la stessa precisione dei movimenti di rotazione, salita e discesa dell’anello, anche ad altissima velocità e in qualsiasi ambiente. In poche parole: estrema affidabilità nel tempo.
Tutti i componenti - trasmissioni, catenarie, pignoni, supporti… - sono costruiti e montati seguendo questa logica, così come la parte elettrica ed elettronica; adottiamo solo prodotti di marca affidabili e disponibili ovunque. In altre parole, non abbiamo uno standard low cost e versioni più care perché meglio equipaggiate: in Mecwrap la qualità è compresa nel prezzo».
A questo valore si aggiunge quello delle singole soluzioni tecniche originali, in fase di brevetto, ideate per superare a monte le criticità della fasciapallet “tipica”.

La struttura della macchina è stata rivisitata con attenzione per capire cosa era necessario riprogettare. «Sotto esame abbiamo messo, anzitutto, la stabilità generale della macchina - spiega l’amministratore delegato - spesso compromessa dalla forza centrifuga che si genera alle velocità elevate. Per evitare problemi, abbiamo quindi pensato di appoggiare il portabobina all’anello, in modo da scaricare su quest’ultimo le eventuali sollecitazioni di disturbo, dando così forma a un fasciapallet di nuova concezione. Altra serie di interventi radicali ha interessato il carrello di prestiro, che possiamo “settare” meccanicamente di volta in volta in base alle caratteristiche del film adottando inoltre un sistema innovativo di tiro del film stesso, (senza un ballerino comandato da motoriduttore gestito da inverter). Il tutto per erogare il film in modo omogeneo e regolare, per garantire costanza nel tempo dei consumi per poterne pianificare i costi relativi con notevole risparmi di materiale rispetto ai sistemi tradizionali anche del 10-15%.
Oggi, infatti, le imprese multinazionali (e non solo loro) hanno un obiettivo comune, molto ambizioso: produrre il 4-5% in più con costi del 4-5% in meno. Mecwrap non può aiutare il cliente a produrre di più, ma può certamente essere un partner estremamente affidabile per ridurre i costi».

E la pinza?
Un’altra delle criticità tipiche dei fasciapallet riguarda il sistema di taglio a caldo e saldatura del lembo finale della bobina, che di frequente non è affidabile e non resiste nel tempo lasciando spesso e volentieri il lembo svolazzante del film stesso. Questo genera, per esempio, dei problemi nel percorso dei carrelli Lgv e sui “controlli sagoma” dei magazzini automatici. «Noi lo abbiamo sostituito con un sistema di taglio a freddo, integrato da un nuovo dispositivo di fissaggio del lembo, in grado di garantirne la sistemazione ottimale e definitiva. Anche in questo caso - sottolinea l’imprenditore - siamo partiti dai problemi lamentati da molti clienti e li abbiamo fatti nostri, lavorando sodo fino a raggiungere la soluzione. È un tipo di rapporto più impegnativo, ma è anche il solo che può generare fiducia e nuove idee e, in ultima analisi, convenienza reciproca».

Al servizio dell’end user
Mecwrap ha iniziato a operare nel tissue, dove si è attestata come fornitore di riferimento, per poi estendere il proprio raggio d’azione anche al settore alimentare, in cui vanta clienti altrettanto blasonati e globalizzati. La sua gamma di prodotti soddisfa le esigenze della piccola come della grande impresa e, in linea generale, dialoga con maggiore facilità con le aziende che, per policy e approccio al mercato, non badano solo al prezzo di una macchina ma ne valutano con pari attenzione la qualità intrinseca e d’uso.
«Ci preferisce chi è in grado di comprendere una descrizione tecnica e si rende conto che in poco tempo non solo ammortizza la spesa ma presto consegue vantaggi anche sul piano strettamente finanziario. E chi si rende conto che le garanzie di lunga durata delle nostre macchine, insieme a un servizio di manutenzione assicurata, rappresentano non solo un vantaggio economico ma sono anche una certezza di affidabilità. Per cui il prodotto ed il servizio Mecwrap garantiscono il ritorno dell’investimento in tempi molto brevi».  
Argomenti solidi, dunque, indirizzati in prima istanza a quell’utilizzatore finale di cui Mecwrap si fa partner e problem solver, e che ne sostiene la crescita.
Anche all’estero: «Abbiamo installato macchine in tutto il mondo, che oggi valgono un buon 40% del nostro fatturato. Grazie ai nostri utilizzatori  possiamo farci un nome sui mercati che contano, senza dover gestire direttamente l’export, e orientare le risorse verso una crescita graduale, solida e costante».              
 

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