Il packaging della cosmesi-profumeria (2013)
PRODUZIONE E TREND I prodotti di igiene quotidiana e di benessere personale sono indispensabili, anche in tempi di crisi prolungata: la produzione dell’area manifatturiera che fa capo a Cosmetica Italia cresce infatti del 2,6% e sebbene il trend evolutivo mostri alcune contrazioni, le potenzialità di sviluppo sono alte. Numeri, scelte e tendenze nell’impiego di imballaggi. Plinio Iascone
Secondo i dati presentati dal Centro Studi e Cultura d’Impresa dell’associazione di categoria nazionale Cosmetica Italia, nel 2013 la produzione globale dell’importante area manifatturiera ha raggiunto i 9.280 milioni di euro, evidenziando una crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente.
In un anno difficile dal punto di vista economico a livello nazionale e europeo, è dunque un risultato interessante.
La prestazione positiva è stata resa possibile dall’incremento delle esportazioni (+10%, 3.180 milioni di euro), che ha consentito di limitare la caduta dei consumi interni, in contrazione dell’1,2%.
Sono risultate in aumento dell’1% circa le importazioni che, nel 2013, hanno coperto il 21% del consumo interno.
Analizzando l’attuale trend evolutivo del mercato interno, nel biennio 2012-2013 emerge un progressivo cedimento rispettivamente del -1,8% e -1,2%; il cedimento è ipotizzato anche nel 2014, con un possibile ulteriore calo dello 0,8%.
La crescita progressiva delle esportazioni ha dunque compensato le perdite relative alla domanda interna, ma l’attuale trend evolutivo della produzione risulta, al momento attuale, sensibilmente ridotto rispetto al passato.
Le potenzialità di sviluppo dell’industria italiana della cosmesi risultano tuttavia sempre consistenti, sia in virtù della prevista e graduale ripresa dei consumi interni ed europei, sia per l’elevata competitività del comparto.
Nel 2013 il 73,6% dei prodotti di cosmesi-profumeria è stato destinato alle donne, il 26,4% agli uomini.
In fatto di tipologie di prodotti, nel 2013 il mercato cosmetico ha presentato la seguente composizione:
- corpo e viso 31,6%;
- capelli 14%;
- igiene corpo 13,1%;
- igiene orale 8,5%;
- profumi donna e uomo 11,3%;
- trucco viso e occhi 9,1%;
- labbra 3,4%;
- trattamenti mani 3%;
- 6% altro.
E se le ipotesi evolutive positive del mercato interno traggono origine dal sempre maggiore orientamento della cura del corpo, che coinvolge sempre più anche gli uomini, la crescita delle nostre esportazioni deriva dall’alta competitività dei produttori italiani, in termini di qualità e innovazione.
I cosmetici e i profumi restano, nell’immaginario collettivo, prodotti che fanno “immagine” e la loro presentazione, insieme a tutto ciò che riguarda la comunicazione, assume ovviamente una valenza determinante.
L’importanza del packaging appare quindi evidente e costituisce una formidabile leva di marketing.
Confezioni: quantità e tipologie
Il 2013 dovrebbe essersi concluso con l’impiego di circa 3.392 milioni di confezioni realizzate per i prodotti della cosmesi profumeria e destinate sia al mercato interno che alle esportazioni.
Rispetto al 2012 si evidenzia un lieve cedimento, valutato intorno allo 0,2-0,4, ed è la prima volta nell’ultimo quinquennio che si evidenzia un arresto della crescita. Nel corso del 2014 è però prevista una ripresa progressiva.
Vetro. Flaconi, boccette, vasi, ecc. presentano uno share globale del 23,8% sul totale degli imballaggi primari impiegati per il confezionamento dei diversi prodotti della cosmesi.
La quota risulta in aumento tendenziale. Il vetro è destinato in prevalenza ai profumi donna e uomo (89%), ai prodotti per le mani (29%), al trattamento viso e trucchi (20%).
Plastica. Vasetti, flaconi, tubetti, imballaggi rigidi continuano a essere i più utilizzati, con uno share sul globale del 42,7%, sostanzialmente stabile. Le quote più significative sono distribuite nei seguenti comparti: prodotti per il trattamento dei capelli (75%), trattamento corpo (57%), viso e trucchi (64%), rossetti (70%) in progressiva crescita, deodoranti (50%), prodotti per le mani (34%) in lieve cedimento.
Poliaccoppiati rigidi e flessibili. Risulta la tipologia di imballaggi in progressivo sviluppo. Il tubetto flessibile PE/ALL/PE presenta uno share globale del 18,8%; i poliaccoppiati flessibili da converter, in pratica bustine monodose, risultano al 4,5%, tendenzialmente in crescita nei prodotti per le mani e profumi. In molti casi, queste due categorie di imballaggi sono in concorrenza con i contenitori di plastica.
Metallo e alluminio. Le bombolette spray destinate alla cosmesi si suddividono in alluminio e acciaio, con una partecipazione così ripartita: 4,1% alluminio e 1,3% acciaio. La tendenza di impiego è verso le bombolette in alluminio. Altri imballi di metallo, essenzialmente di alluminio, sono i tubetti flessibili (1,8%), le scatolette per creme (0,5%), i flaconi (1%).
Carta. Sostanzialmente stabile all’1,5% la presenza delle confezioni con imballaggio primario costituito da busta in carta (talco) e incarti in carta (saponette).
Cartoncino. L’astuccio resta l’imballaggio secondario di presentazione più utilizzato, assolutamente necessario nel sistema di comunicazione per molti prodotti di alta gamma. Si valuta che l’impiego dell’astuccio riguardi il 45% circa delle confezioni e si calcola un utilizzo di circa 1.320 milioni di unità, in lieve aumento rispetto al 2011.
In conclusione, per l’industria nazionale, come evidenziato da Cosmetica Italia, la politica di costante investimento in innovazione e sviluppo ha consentito alle imprese italiane di competere in misura sempre più efficace tanto sui mercati internazionali quanto nel mercato italiano, ponendo le basi per ulteriori avanzamenti nel lungo periodo.
Questo articolo è illustrato con le immagini dei profumi femminili e maschili in concorso e che, nelle varie categorie, hanno vinto il premio Accademia del Profumo 2014. I vincitori sono stati proclamati il 14 maggio scorso alla Società del Giardino di Milano.
Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio