Pensando alla fabbrica del futuro
RICERCA APPLICATA Nasce da un’indagine internazionale di vasta portata e si articola in tanti modelli dall’architettura aperta, che rispondono alle diverse esigenze espresse dagli utilizzatori. Con un occhio all’oggi e l’altro al domani, Control Techniques lancia Unidrive M, gamma di azionamenti per motori elettrici, innovativa e interamente dedicata alla manufacturing automation. E.P.
Esortando a “guardare le cose da un’altra prospettiva”, Control Techniques (Gruppo Emerson, NYSE: EMR) annuncia la nuova famiglia di prodotti dedicati alla manufacturing automation e allude al metodo e ai risultati del vasto processo di R&S che ne ha definito caratteristiche e funzioni.
Unidrive M, lanciata ufficialmente alla SPS/IPC/Drives di Norimberga, è stata presentata in anteprima il 21 settembre scorso a Milano. A ospitare l’evento nulla di più evocativo del 31° e ultimo piano del Grattacielo Pirelli: il celebrato “Pirellone” progettato da Gio Ponti che, con i suoi 127 metri è stato per quasi 50 anni l’edificio più alto della città ed è ancor’oggi uno dei simboli dell’orgoglio meneghino. Da lassù lo sguardo assume nuove prospettive, appunto, librandosi su una Milano che si scopre più grande e più bella, per poi perdersi lontano oltre la skyline. Proprio come lo sguardo dei progettisti che, basandosi sulle informazioni e le richieste espresse da costruttori e utilizzatori di tutto il mondo, ha realizzato “la gamma più completa al mondo di convertitori per l’automazione della produzione”. Con lo strabismo tipico di chi tiene conto, contemporaneamente, delle esigenze attuali e di quelle future. Del cliente, ovviamente.
Il cliente al centro di tutto
La storia degli Unidrive M è stata introdotta con partecipazione da Carlo Previderé, general manager di Control Techniques di Milano. «Siamo convinti che, oggi più che mai, sia fondamentale essere vicini alle aziende e cercare delle vie comuni per affrontare i problemi», ha sottolineato il manager dopo un cenno alla gravità del momento economico, alle ricadute sociali della crisi e al desolante velo di rassegnazione che sembra stia spegnendo quella capacità e voglia di reinventarsi così tipica del nostro paese.
È un pacato appello alla ribellione, quello di Previderé, che per risvegliare spirito e passione cita Churchill, quando definisce il successo come “capacità di passare da un fallimento a un altro senza perdere l’entusiasmo”.
Control Techniques si fa portavoce di uno spirito positivo e annuncia la nuova famiglia di prodotti come contributo concreto al difficile ma ormai improcrastinabile compito, di ideare nuovi modelli di fabbrica e di lavoro.
La gamma di azionamenti Unidrive M, ha precisato al proposito Previderé, sin dai primi passi ha posto l’utilizzatore al centro del progetto, e grazie a questo è in grado di rispondere tanto alle esigenze odierne quanto alle aspettative future delle imprese. Il modo come sono stati concepiti e sviluppati “denuncia” questo orientamento prospettico e garantisce, oltre alle prestazioni, quell’amichevolezza per l’operatore che rappresenta il filo conduttore dei tanti brevetti storici e recenti di Control Techniques.
Guido Colombo, Direttore Marketing Italia, ha spiegato come e perché.
Chiedere (e ascoltare) per sapere
Gli azionamenti Unidrive M sono nati dalla ricerca di mercato più grande mai promossa in Control Techniques. L’inchiesta preliminare si è articolata in una fase qualitativa, rivolta a un centinaio di grandi imprese manifatturiere di tutto il mondo e tesa a raccoglierne valutazioni sul presente e aspettative per il futuro, e in un’indagine quantitativa che, direttamente o via web, ha permesso di contattare 800 player internazionali per comprenderne bisogni e priorità.
«Queste interviste - ha affermato Colombo - ci hanno consentito di monitorare con sistematicità le esigenze del mercato e, in diversi casi, di dare sostanza ai principi generali di marketing di cui tanto si parla ma, troppo spesso, solo in astratto. Una cosa, ad esempio, è sapere che il mercato richiede di poter produrre più cose e più velocemente, altro è capire “come”. O, ancora, dare per scontato che la macchina ideale deve fermarsi il meno possibile, ma poi verificare che, in genere, è più difficile individuare l’origine di un guasto che risolverlo…».
Non solo. «La ricerca ci ha permesso di raggruppare in grandi categorie omogenee le molte e difformi richieste degli utilizzatori di automazione, dalla velocità alla flessibilità, dal prezzo basso ai sistemi avanzati di sicurezza. Ne abbiamo ricavato 7 macrogruppi di utenti e 7 corrispondenti tipologie di esigenze, che hanno orientato i progettisti nel definire caratteristiche e funzionalità dei prodotti ideali per ciascun gruppo, in modo da “coprire” l’intero mercato con delle proposte mirate ed efficaci.
Infine, il nome: Unidrive è stato votato all’unanimità, come la gamma già esistente da cui si distingue solo per la “M”, che significa Manufacturing. Qualcuno potrebbe, a buon diritto, pensare che i nuovi Unidrive sostituiscano i precedenti, ma invece vi si aggiungono, integrando la nostra offerta con prodotti dalle caratteristiche e dal target propri».
Il mondo in sette modelli
Ognuno dei 7 convertitori che compongono la famiglia Unidrive M è stato dunque attentamente progettato per soddisfare le esigenze e aumentare la produttività di un settore specifico del mercato manifatturiero.
Sono numerati in ordine progressivo e partono dal modello entry level M100 (inverter ad anello aperto con prestazioni di base, prezzo aggressivo, semplice da usare e con potenze fra 0,25 e 7,5 kW) fino all’M800 con integrato motion control avanzato, dalle massime prestazioni (e qui la potenza arriva a 1,2 mW).
Nel mezzo troviamo l’M200, che presenta una maggiore flessibilità di integrazione, e il più prestante M300, funzionale a obiettivi di produttività e sicurezza; il top di gamma M400 (arriva fino a 110 kW) con configurazione e diagnostica rapide e visualizzazione in tempo reale, possibile PC on board programmato in CoDeSys; e i successivi tre modelli dalle funzionalità più sofisticate: l’M600 con motori a induzione e a magneti permanenti sensorless, la sua versione servo M700 con Ethernet on board e il top di gamma M800 con motion control avanzato integrato.
Si tratta di una gamma che dà soluzione alle esigenze più diverse di azionamento, dove ciascun utilizzatore può scegliere tutto e solo ciò che fa al caso suo, «dai convertitori più prestanti, in grado di garantire a una macchina da stampa la migliore sincronizzazione del registro, comunicazione real time, controllo di coppia e velocità ecc., all’automazione di base necessaria a gestire la pompa dell’inchiostro», esemplifica Colombo (l’imballaggio nei suoi vari risvolti rappresenta uno dei principali settori di sbocco di questa linea di prodotti, Ndr).
In comune, peraltro, i vari modelli Unidrive M hanno molti aspetti e prestazioni, che si basano su alcune scelte progettuali di fondo: «Abbiamo potenziato le funzioni di motion control - esemplifica il manager - e scelto di impiegare un linguaggio di programmazione comune per consentire di passare con semplicità da una piattaforma a un’altra. Al contempo abbiamo potenziato la nostra piattaforma in tutte le sue funzioni, ottenendo uno strumento con un tasso di funzionalità e precisione decisamente superiore.
Sapendo, poi, che la riduzione dei tempi di avviamento è esigenza comune e prioritaria di tutti i costruttori di macchine, abbiamo puntato su un motion control ad alte prestazioni, con Ethernet di ultima generazione, velocissima (10 giga) e aperta al mondo, vale a dire integrabile a piacere con protocolli personalizzati. Infine, abbiamo adottato tutto ciò che può rendere l’azionamento facile e intuitivo da usare, e dedicato una grande attenzione alla diagnostica, perfezionata per poter monitorare in tempo reale allarmi ed eventi».
Si tratta, ha ricordato ancora il manager, di traguardi che non sarebbero stati raggiunti senza il coinvolgimento delle centinaia di imprese che, in tutti i continenti, hanno accettato di rispondere alle interviste, e neppure senza l’impegno diretto delle migliori menti progettuali delle varie sedi del gruppo Emerson. Che hanno dato vita a un processo di creazione davvero globale, al servizio di un mercato grande come il mondo.