Osservatorio Immagino: nel carrello degli italiani scelte consapevoli

La sesta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, che raccoglie i dati dell'anno terminante a giugno 2019, ha confermato alcuni dei trend nutrizionali già rilevati nell’anno precedente portando però alla luce anche nuovi fenomeni.

L’analisi, condotta su un paniere di oltre 106 mila prodotti del largo consumo, è nata dal confronto tra i prodotti della banca dati Immagino e i prodotti in vendita nella grande distribuzione rilevati da Nielsen.

Nell'anno terminante a giugno 2019, tali prodotti hanno sviluppato vendite per circa 36 miliardi di euro, pari all'82% del totale venduto nel mercato del largo consumo in Italia da ipermercati e supermercati.

 

I trend più “caldi”

Secondo le rilevazioni, il carrello della spesa è sempre più verde, con un paniere che sfiora i 7 miliardi di euro. Rispetto ai 12 mesi precedenti, la crescita a valore è stata del +3,4%.

Premiato anche il “vero” made in Italy che ha fatturato oltre 7,1 miliardi di euro, con una tendenza di vendita del +1,3% e una quota di mercato a scaffale del 25,2%.

Stabile il paniere del free from, con un giro d’affari di 6,8 miliardi di euro e una variazione tendenziale negativa dello 0,2%. In quest’ambito il vero fenomeno risulta essere l’antibiotic free che mette a segno un eccezionale +87,%

Il rich in perde smalto pur difendendo una crescita dell’1,7% a quota 2,5 miliardi di sell-out, trainato dalle fibre (+5,9) e prodotti integrali (+6,8), ma soprattutto dal nuovo ingresso, degli arricchiti con fermenti lattici che debuttano con un buon +3,7%.

La prevenzione delle intolleranze (senza glutine e senza lattosio), cresce dell’1,9% generando 3,6 miliardi di euro, un risultato interessante ma meno significativo rispetto ai 12 mesi precedenti (+3,2%).

 

Focus sul packaging: l’importante è riciclare

Nell’era del climate change e della questione ambientale, il packaging dei prodotti di largo consumo assume un ruolo cruciale nelle scelte d’acquisto dei consumatori. In tale contesto è facilmente intuibile l’importanza della riciclabilità e del corretto smaltimento, ancora non abbastanza segnalato in etichetta dalle aziende del largo consumo (solo il 25,4% dei 106.419 prodotti confezionati).

Ripensare in chiave eco-compatibile il packaging e aiutare i consumatori a conferirlo correttamente nella raccolta differenziata dopo l’uso, diventa pertanto un impegno preponderante.

L’Osservatorio ha approfondito ulteriormente l’analisi per arrivare a misurare il livello di riciclabilità degli imballaggi all’interno delle singole aree merceologiche. Nel reparto ortofrutta, cura casa, carni e bevande oltre il 90% dei prodotti rilevati ha confezioni riciclabili o largamente riciclabili. Questa quota scende intorno all’80% in drogheria e fresco, nel freddo e nel petcare. La classifica dei prodotti “virtuosi”, ovvero quelli con il maggior grado di materiale recuperabile comunicato in etichetta, vede trionfare l’acqua minerale con il 100% delle referenze dichiarate totalmente o largamente riciclabili. Poco distanti, vicini al 99%, ci sono i comparti del cura casa (come detergenza bucato e detergenza stoviglie) e quelli delle bevande (piatte e gassate).

Tra quelli su cui è specificata la riciclabilità, i prodotti meno rappresentati sono i preparati e i piatti pronti (41,2%), i prodotti da ricorrenza (30,7%) e i condimenti freschi (25,3%).

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