Per “fare” bene gli imprenditori bisogna “conoscere”…

Sotto la guida di Fulvia Lo Duca, si sono svolti a Mantova tra il pomeriggio del 7 novembre e la mattinata di venerdì 8 novembre 2013, i lavori dell’Assemblea d’autunno di GIFASP.

«Per fare bene gli imprenditori bisogna conoscere…» ha esordito la Presidente del Gruppo, anticipando la presentazione dei dati dell’Osservatorio sulle condizioni economico-finanziarie di settanta aziende cartotecniche, prese a campione rappresentativo della realtà produttiva italiana del settore.
«L’Osservatorio è uno strumento di conoscenza che ci aiuta a comprendere meglio l’andamento del nostro comparto, che può essere anche molto utile per capire il posizionamento di ogni singola azienda, fornendo all’imprenditore preziose indicazioni per eventuali interventi correttive o iniziative strategiche»  ha aggiunto Fulvia Lo Duca, introducendo l’analisi di Marcello Antonioni, economista di StudiaBo che ne ha curato l'estensione.

L'Osservatorio in sintesi

 
Marcello Antonioni (StudiaBo). Clicca per ingrandire  

«Il 2012 - ha sottolineato Antonioni - appare un anno non proprio felice per la popolazione delle aziende cartotecniche italiane presa in esame, con un calo produttivo del 5,5% e un mercato interno che ha registrato un -7,3%».

Il 2013 conferma parzialmente questa tendenza, con un primo semestre che evidenzia un calo di produzione pari al 3,5% (-4% sul mercato interno).

Dal documento elaborato da StudiaBo per conto di GIFASP emerge che le aziende cartotecniche italiane stanno dimostrando di avere una bassa vulnerabilità ai cicli di domanda negativi, e questo è un dato positivo, ma sembrano però avere anche limitate capacità di crescita.
Nel 2012 il settore ha registrato un calo di fatturato (-4,1%), ma con differenze significative rispetto ai risultati delle singole imprese.
Il comparto cosmetico è quello che risulta più sensibile alle variazioni del ciclo economico, al contrario del farmaceutico e del general packaging, mentre il settore dolciario è quello che appare nel tempo più in difficoltà.

Altro elemento utile a spiegare le diverse prestazioni all’interno del settore cartotecnico italiano riguarda la dimensione delle imprese: le più strutturate sembrano incontrare meno difficoltà a mantenere le proprie quote di mercato, mentre quelle di piccole e medie dimensioni sembrano esposte a contraccolpi più significativi.

La nota positiva, che distingue le aziende cartotecniche italiane rispetto alla media manifatturiera italiana, è la capacità di “aggiungere valore” al proprio business, sebbene sia doveroso segnalare la significativa riduzione dei margini in atto praticamente in tutte le aree di specializzazione, con qualche eccezione: alcune imprese operative in ambito cosmetico, ad esempio, hanno saputo preservare i propri margini rispetto ad altre, mantenendo buoni livelli di redditività.
Segno che le aziende che operano in quell'area non hanno accettato la guerra dei prezzi, facilitate anche dal fatto che la nobilitazione delle scatole (attributo principale delle confezioni studiate per beni di lusso) e, quindi, le lavorazioni a elevato valore aggiunto per le quali sono richiesti know-how e attrezzature specifiche, vengono riconosciute come elemento in grado di fare la differenza anche da parte dei clienti.
In sintesi, le “prestazioni” 2012 delle aziende, in termini di crescita dei fatturati e margini, sono caratterizzate da quattro dinamiche differenti:
- le “best performer”, ovvero le imprese che operano nel business farmaceutico, che hanno saputo mantenere stabili sia i fatturati sia i margini;
- le “grandi imprese”, che hanno decisamente puntato alla salvaguardia delle quote di mercato a scapito dei margini;
- le “imprese del cosmetico” che hanno puntato a preservare i margini nonostante il calo significativo dei fatturati;
- il “comparto del dolciario” che appare in difficoltà a causa del ridimensionamento dei fatturati e dei margini.
Dal punto di vista finanziario il settore appare abbastanza ben posizionato sebbene i tempi di pagamento, decisamente molto lunghi, destino generale preoccupazione.

Un altro dato interessante, che può essere interpretato con diverse chiavi di lettura, riguarda la copertura finanziaria, che per oltre il 40% deriva da capitale proprio delle aziende. Ciò testimonia da un lato quanto gli imprenditori investano e scommettano sulle proprie aziende, dall'altro che alcune realtà (probabilmente a causa dei mancati finanziamenti bancari) sono state costrette a fare affidamento a riserve proprie: in prospettiva, questo potrebbe diventare un problema.

Negli ultimi quattro anni la domanda mondiale di astucci e scatole pieghevoli è cresciuta quantitativamente del 10% e del 30% in termini di valore monetario. Nello stesso periodo le esportazioni italiane del settore si sono ridotte del 4,3% in quantità e del 4,7% in termini monetari, aumentando decisamente meno della media dei concorrenti EU.
Le aziende italiane appaiono ancora fortemente legate al mercato interno e infatti, nonostante la crisi, non si sono avviati significativi processi di internazionalizzazione (strada questa che potrebbe consentire di sostenere la crescita dei fatturati delle imprese e limitare la competizione sui prezzi).

All’interno del campione esaminato, le aziende orientate all'export e con almeno il 25% del fatturato realizzato all'estero, crescono mediamente dell’11% in più rispetto alla media del settore; preservano anche una buona marginalità, superiore di 2 punti percentuali alla media, e mettono in luce  come la diversificazione dei mercati geografici possa rappresentare un aiuto a salvaguardia dei margini.
«La sfida dei mercati esteri - ha concluso Marcello Antonioni - potrebbe essere intrapresa con maggiore convinzione e vista come una buona opportunità per tutelare la crescita».

StudiaBo ha inoltre annunciato di aver elaborato una documentazione relativa al singolo posizionamento di ogni associato GIFASP rispetto ai concorrenti.
Tutte le aziende aderenti GIFASP riceveranno quindi il proprio documento di riferimento: uno strumento utile a meglio comprendere non solo il posizionamento rispetto alla media del settore, ma per studiare e mettere in pratica eventuali iniziative gestionali in grado di migliorare le performance.

Altri momenti  dall'Assemblea
Tra gli interventi programmati da GIFASP a Mantova il 7 novembre, va registrato quello di Renato Somekh di Stora Enso Italia (ormai definita una packaging company), che ne ha illustrato la visione strategica rispetto alla responsabilità globale di un produttore di carta e cartone.

Eugenio Cavallini, Presidente della Commissione Tecnica GIFASP, ha presentato la versione in lingua italiana della Linea Guida GMP ECMA, le buone pratiche di fabbricazione per la produzione, di astucci pieghevoli destinati al contatto con gli alimenti. Si tratta di un documento estremamente elaborato, ma di altrettanto semplice lettura e applicazione, che vuole essere uno strumento molto pratico in grado di fornire indicazioni dettagliate sui controlli da effettuare e sulle azioni da intraprendere per le aziende cartotecniche che operano nell’area del food contact.

 
Alfio Bernini, Presidente della Litocartotecnica IVAL, riceve da Fulvia Lo Duca, Presidente del GIFASP, una “targa”, ricordo della giornata. Clicca per ingrandire  

I lavori dell'Assemblea d'Autunno sono ripresi la mattinata di venerdì 8 novembre, all’interno del nuovo stabilimento della Litocartotecnica IVAL (Buscoldo di Curtatone, vicino a Mantova). Dopo il saluto di benvenuto ai “colleghi” del GIFASP da parte del Presidente Alfio Bernini, sono intervenuti a vario titolo Luca Fattorossi, Mauro Antonini e Mauro Luini (Macchingraf), Bernhard Schaaf (Heidelberg), Roberto Gianquintieri e Manuela Mazzuchelli (Flint Group).

A conclusione dell’evento, va registrata l'interessante visita allo  stabilimento della Litocartotecnica IVAL, che ha iniziato l'attività produttiva la scorsa estate.

(notizia ripresa da www.gifasp.com)

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