Confezionare i prodotti farmaceutici

NUMERI E TENDENZE Secondo un’analisi di Prometeia, nel 2012 il settore farmaceutico nella sua globalità (OTC e prodotti da banco, compreso gli ospedalieri ed escluso i farmaci veterinari) non è andato oltre un modesto sviluppo (+0,5%). Il presente report prende in esame solo l’area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia, di cui si analizzano quantità e modalità di confezionamento. 

Nel 2011 il comparto farma ha espresso il fatturato di circa 26.870 mln di Euro. Secondo un’analisi formulata da Prometeia, che ha analizzato il trend evolutivo della domanda globale di farmaci nel corso del 2012, l’attività produttiva del comparto è riuscita a segnare un incremento contenuto grazie al traino dei medicinali destinati all’esportazione, di cui si stima una crescita del  3-4% circa. L’export è stato essenzialmente generato dagli scambi intra-societari tra multinazionali europee del “farmaco” in ambito UE.
Il mercato interno italiano, per contro, ha segnato un modesto tasso di sviluppo, che non dovrebbe essere andato oltre allo 0,2-0,3%.
Sempre in ambito nazionale, secondo l’IMS, si è verificato un arretramento pari al 4% dei consumi dei farmaci non rimborsabili, mentre i farmaci rimborsabili dovrebbero avere segnato un incremento dell’1,7%.
Le prospettive evolutive per il 2013 sono moderatamente positive; infatti, secondo l’analisi messa a punto da Prometeia, le imprese italiane dovranno ancora operare con un mercato interno difficile, che ne limiterà lo sviluppo, mentre le esportazioni dovrebbero riconfermare un trend positivo.
A livello globale si ipotizza che l’attività 2013 del settore farmaceutico avrà un modesto sviluppo, intorno allo 0,3-0,5%.
La sostanziale tenuta del mercato interno dei consumi di medicinali, anche in questo momento di crisi che ha colpito la disponibilità di spesa delle famiglie, dipende come è noto dall’invecchiamento della popolazione, da una crescente attenzione alla prevenzione e alla qualità della vita oltre che da una crescita  demografica, ascrivibile alla presenza sempre più consistente di immigrati.
Le confezioni commercializzate possono essere ripartite nel seguente modo: 87% circa di prodotti etici delle classi A, B e C (con riferimento alla ripartizione del Ministero della Sanità), 3% circa di altri prodotti etici venduti senza prescrizione medica e 10% di farmaci da banco, tendenzialmente in aumento.

Farmaci etici e OTC: andamento
La presente analisi del mercato italiano dei farmaci per uso umano prende in esame soltanto l’area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia  esclusi i farmaci consumati in ospedale.
Si valuta che quest’area area di mercato abbia espresso nel 2012 un mercato di 6.487 milioni di confezioni, evidenziando una crescita del 2,6%% circa rispetto al 2011.
Dal 2000 al 2012 i consumi di farmaci, etici e OTC, hanno avuto un tasso di crescita del 2,8% medio annuo.
Il numero di confezioni vendute nel 2012, con riferimento alle principali forme farmaceutiche, ha raggiunto i seguenti quantitativi: 6.180 milioni di confezioni di forme farmaceutiche liquide (iniettabili, orali, oftalmici ecc) in crescita del 3,8% rispetto al 2011. Inoltre 1.298 milioni di forme farmaceutiche solide (compresse, capsule, polveri ecc.) +0,5% e 144 milioni di altre tipologie di farmaci (pomate, gel, spray ecc.) in flessione del 10%.
Da alcuni anni l’aumento delle vendite dei farmaci in forma liquida è trainato essenzialmente dagli iniettabili a seguito della diffusione delle vaccinazioni contro l’influenza e dalle vaccinazioni ai neonati; le nascite, da due anni a questa risultano in aumento per merito della crescita degli immigranti.
La crescita delle forme farmaceutiche solide è stata trainata essenzialmente dalle forme farmaceutiche orali.
Per quanto riguarda le altre specialità farmaceutiche (essenzialmente creme, gel e pomate) si valuta abbiano segnato un lieve ridimensionamento.

Utilizzo delle varie tipologie di imballaggio
In considerazioni delle funzioni d’uso del packaging, confezionare un farmaco è un’attività molto delicata.
L’imballag­gio deve infatti anzitutto soddisfare alcune funzioni primarie: proteggere il prodotto, assicurare l’assenza di interazioni negative tra contenitore e farmaco, renderne facile e funzionale l’uso, impedire la manomissione e gli usi impropri, ad esempio da parte dei bambini.
La scelta dell’imballaggio è inoltre ovviamente strettamente legata alla tipologia di farmaco (liquida, solida, spray ecc.) ma anche alle caratteristiche delle sostanze presenti nel medicinale stesso; come noto, la scelta dell’imballo di un nuovo farmaco deve essere approvata dal Ministero della sanità.
Si valuta che, nel 2012, per confezionare le diverse tipologie di farmaci siano state impiegate 2.060 milioni di confezioni, +0,5% rispetto al 2011.
I prodotti in blister confermano uno share globale del 55%; si riconferma la posizione leader di questa tipologia di imballaggio, impiegata soprattutto per i farmaci a uso orale (91,8% del globale).
A seguire troviamo il confezionamento in vetro, con uno share globale del 20,1% e in lieve aumento rispetto al 2011, a seguito dalla crescita dei farmaci iniettabili, di cui restano l’unica tipologia di imballo impiegato.
Diversa la situazione relativa ai farmaci in forma liquida (bevibili), dove i flaconcini e i flaconi di vetro tendono a essere sostituito da quelli di plastica. Modesto il posizionamento del vetro negli oftalmici.
A livello globale, il confezionamento in plastica è in tendenziale crescita, e ha raggiunto una quota del 19,1%; questi gli ambiti di impiego:
- farmaci non bevibili, ovvero oftalmici, otologici ecc. (93%);
- farmaci in forma solida per uso esterno, come creme, polveri… (41%);
- creme e pomate (24%).
L’area degli imballaggi in plastica da alcuni anni è anche interessata a un orientamento del mercato verso le monodosi, in sostituzione delle pluridosi.
Nell’ambito dei farmaci orali, diminuisce ad esempio, la flaconeria tradizionale (pluridose) e, al contempo, aumentano le monodosi confezionate in contenitori o bustine in genere plurimateriali, a netta prevalenza plastica.
Le monodosi hanno raggiunto uno share del 5% nell’area oftalmica-otologica, il 3,5% negli orali solidi, il 9% nei farmaci per uso esterno e il 10% nelle pomate e schiume.
Le altre principali tipologie di imballaggi primari utilizzati in ambito “farma”  sono le bombolette spray, i tubetti flessibili sia in plastica che in alluminio, i tubetti rigidi di alluminio e i contenitori cellulosici.
Le bombolette spray utilizzate in questo settore sono per il 98% in alluminio. Il loro principale competitor è l’erogatore meccanico di plastica, la cui partecipazione al mercato non va oltre l’8%.
I tubetti flessibili vengono utilizzati per creme e pomate: sul globale, quelli in plastica pesano per il 24%, quelli in alluminio per il 66%. Il restante 10% interessa altre tipologie di imballi.
I tubetti rigidi in alluminio sono presenti nell’area dei farmaci solidi per uso esterno (essenzialmente polveri) ed evidenziano una partecipazione del 50% circa.
In qualità di imballaggio primario troviamo anche il contenitore in carta spiralata, la cui applicazione interessa i farmaci granulari per uso orale (share 0,5%).
Oltre agli imballaggi primari, ovviamente, il confezionamento dei farmaci contempla anche i secondari (astucci di cartoncino) e da trasporto (casse di cartone ondulato, pallet, film estensibile ecc.).
Per quanto concerne gli astucci, il loro impiego è di fatto necessario in quanto oltre a proteggere il contenitore, deve contenere il “bugiardino”, ossia il foglietto con le caratteristiche del medicinale e le prescrizioni d’uso.
La quantità di astucci pieghevoli impiegata nel 2012 è pari a 41.000 tonnellate circa.
Ovviamente la movimentazione dei farmaci prevede anche l’impiego di scatole di cartone ondulato e pallet.           

Plinio Iascone
Istituto Italiano imballaggio

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