Come un’innovazione sostenibile diventa un caso di successo?

La risposta sta in una ricerca che CONAI ha commissionato alla Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, con l’obiettivo di indagare come nasce e si sviluppa un’idea di innovazione del packaging. Allo scopo, sono state selezionate alcune aziende vincitrici del Bando tra il 2019 e il 2022, in funzione del materiale trattato, del settore di mercato e delle leve di ecodesign attivate.

Il gruppo di ricerca guidato dal professor Francesco Testa ha progettato e condotto un’indagine qualitativa, analizzando le dinamiche aziendali, strategiche e organizzative che hanno consentito di far evolvere una soluzione di imballaggio sostenibile in un prodotto di successo, tanto da meritare un premio al bando Conai per l’ecodesign. Vinicio di Iorio (assegnista di ricerca in management della sostenibilità presso la Scuola Superiore Sant’Anna) ha raccontato la genesi del progetto -  condotto insieme ai dottorandi Costanza Gabbrielli e Shripathy Swaminathan - nel corso di un webinar organizzato dal Consorzio Nazionale Imballaggi il 6 marzo scorso

La selezione e la fase operativa. La ricerca ha preso avvio con un’attività di desk research, analizzando dati di archivio per identificare un insieme di casi studio da approfondire. Sono stati quindi selezionati 5 “casi” virtuosi, tra i vincitori delle ultime edizioni di Ecopack, il più diversi possibile tra loro in termini di dimensioni dell’azienda, di business, di prodotto realizzato così come di materiale impiegato per produrre packaging: un campione sufficientemente rappresentativo e composito, ma al tempo stesso circoscritto a un numero limitato di realtà industriali da poter indagare a fondo.

In particolare, le cinque aziende esaminate sono Eurovetrocap spa, Fiorini International srl, Henkel Italia Operations srl, ManettiRoberts, Venegoni srl - Gruppo Fanti.
Le interviste alle figure chiave, coinvolte a vario titolo nell’ideazione, nello sviluppo e nella commercializzazione delle soluzioni di imballaggio vincenti, hanno consentito di approfondirne in dettaglio gli aspetti più nascosti, ma anche di creare una mappa delle dinamiche interne alle realtà in esame.

Le formule del fare

La lettura dei casi aziendali raccolti offre interessanti stimoli di riflessione, e nel seguito sintetizziamo alcune considerazioni espresse dai ricercatori della Scuola Sant’Anna in merito a “Cultura aziendale, “Life cycle thinking”, “Collaborazione fra dipartimenti” e “Osmosi fra gli stakeholder”.

Cultura aziendale. Il punto fermo è che la “sostenibilità - l’insieme di valori, attitudini e aspettative delle persone coinvolte - è al centro dell’identità delle imprese studiate.

Tale cultura condivisa consente di superare la dicotomia nel breve-medio/lungo periodo che porta a definire interventi sui prodotti NON a seguito di obblighi di legge ed esigenze del consumatore, bensì in azioni volontarie che anticipino tali esigenze. Il tempo è considerato un’unica dimensione, in una prospettiva di “long present”, dove è importante agire subito, e in anticipo, perché a breve potrebbe mancare l’occasione di un rinnovamento (e il tempo per adeguarsi).

Così facendo, le aziende diventano “artefici” del proprio futuro, tanto da guadagnare un sensibile vantaggio competitivo rispetto a quanti non agiscono con tempestività.

Life cycle thinking. La cultura aziendale condivisa si trasforma in uno “stato della mente” che consente di pensare all’intero ciclo di vita del prodotto, per ridurne in primis l’impatto sull’ambiente e ottimizzarne tutte le fasi (approvvigionamento delle materie prime, produzione, utilizzo, post consumo). La collaborazione tra tutti i dipartimenti porta alla realizzazione di un imballaggio (prodotto) che risponde alle necessità del marketing e che minimizza l’impatto sull’ambiente.

È nella “Collaborazione fra dipartimenti” che si sostanzia il Life cycle thinking, quando cioè figure diverse collaborano in modo sinergico per raggiungere un obiettivo comune, migliorando l’efficienza operativa e massimizzando il valore complessivo dell’azienda.

biettivo comune resta la possibilità di fornire al consumatore un prodotto sicuro e con il più basso impatto ambientale e, in questo senso, la relazione fra responsabili della Sostenibilità e del Safety, ad esempio, è essenziale.

Osmosi fra gli stakeholder. Fondamentale, infine, che le aziende prestino attenzione ai feedback che provengono dall’esterno, adattando prodotti e servizi alle esigenze espresse dai clienti/consumatori, ma anche dai fornitori e dai futuri lavoratori.

Seguiranno i singoli casi studio: sintetizzati sulla carta, riprodotti in versione integrale sulle sezioni dinamiche dei siti taliaimballaggio.it e packmedia.net.

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Il caso studio n.1
Proponiamo in forma sintetica il primo dei cinque casi aziendali, presi in esame dalla Scuola Sant’Anna.

Questo articolo fa parte dello speciale:

Scopri maggiori informazioni sulle aziende citate in quest'articolo e pubblicate sulla Buyers' Guide - PackBook by ItaliaImballaggio
CONAI (Consorzio nazionale imballaggi)

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