Verso Industry 5.0: la digitalizzazione crea opportunità

Le tecnologie digitali migliorano l’efficacia e la flessibilità dei processi produttivi: dati di fatto e considerazioni riprese dalla terza edizione del Forum Software Industriale.

Maurizio Cacciamani

Dopo la pandemia e l’obbligata sospensione è tornato finalmente in presenza a il Forum Software Industriale, che ha coinvolto oltre 150 partecipanti. Promosso da ANIE Automazione Gruppo Software Industriale e organizzato da Messe Frankfurt Italia a fine novembre 2022, il Forum ha messo in evidenza il ruolo delle tecnologie digitali nel migliorare efficacia e flessibilità dei processi produttivi e affrontare le sfide più attuali che interessano il mondo industriale.

Confrontarsi per avviare un approccio strategico

  • In apertura, Andrea Bianchi, Presidente ANIE Automazione, ha sottolineato che, con il Forum Software, Anie Automazione si pone l’obiettivo di accompagnare le aziende verso una trasformazione digitale estesa. «In uno scenario complesso e incerto come quello attuale, le imprese possano fare leva sulla trasformazione digitale per evolversi e porre le basi di quella che viene chiamata Industria 5.0». Bianchi ha poi ricordato i tre fattori principali che guidano la trasformazione: la centralità dell’uomo, la sostenibilità e la resilienza.
  • Nel suo discorso di benvenuto, Donald Wich, AD di Messe Frankfurt Italia, ha rimarcato come «il Forum Software Industriale rappresenti un importante momento di confronto sulla trasformazione digitale, che richiede il continuo sviluppo del capitale umano e delle figure professionali. Partecipiamo a questo interessante progetto, mettendo la nostra competenza organizzativa al servizio di un incontro di formazione e orientamento verso l’innovazione e le nuove tecnologie».
  • «Le tecnologie, gli approcci innovativi e le competenze per realizzare percorso verso la digitalizzazione ci sono» ha puntualizzato Fabio Massimo Marchetti, Vice Presidente ANIE Automazione e Presidente WG Software Industriale. «Ora però serve passare da un approccio tattico, limitato nel breve periodo e rivolto ad aspetti più pragmatici e operativi, a un approccio strategico, per una visione complessiva di più lungo periodo». A tal proposito ha sottolineato come la digitalizzazione abbia un ritorno dell’investimento anche senza gli incentivi, i cui fondi peraltro sono stati pochissimo utilizzati per quanto riguarda il software.
  • Alessia Rubino e Lokesh Chandrabalan (Baker Hughes Nuovo Pignone) hanno puntato l’attenzione su IA e controllo qualità, illustrando le criticità dell’impianto di Additive Manufacturing composto da 13 macchine e di come l’Intelligenza Artificiale, grazie ad un sistema di visione, sia in grado di predirne le difettosità.
  • “MADE 4.0: il software al centro dei progetti di trasformazione digitale nel manifatturiero” è stato il tema della relazione di Augusto De Castro, Direttore Generale MADE Competence Center Industria 4.0. Illustrati l’organizzazione e i servizi offerti dalla “piccola fabbrica digitale” che, fino ad oggi, ha coinvolto ben 12.000 persone.

Focus sui processi

Dopo la plenaria di apertura, la giornata è proseguita con due momenti di confronto e dibattito, grazie al contributo delle aziende partner. Al mattino, la Tavola Rotonda “Digitale e Industria - Focus sui processi” ha visto come keynote speaker Giovanni Miragliotta, Professore Associato e Senior Director Osservatori Digital Innovation, School of Management, Politecnico di Milano ed è stata moderata da Simone Cerroni, giornalista di Class CNBC. Sono intervenuti: Duilio Perna (Managing Director Beckhoff Automation); Enrico Fossati (Director of Business Development EMEA Engineering - Ingegneria Informatica - Industries eXcellence Global); Giancarlo Carlucci (Ecostruxure Plant Marketing Manager - Schneider Electric); Giulio Folgarait (Digital Manufacturing Business Development Manager - Siemens Industry Software); Michele Ugatti (CEO Techsol); Fabio Massimo Marchetti (Head of Digital Industries - Var Group).

  • Nel suo intervento introduttivo Giovanni Miragliotta ho voluto metter in luce non solo l’aspetto “obbligato” della digitalizzazione, indispensabile per essere competitivi ma anche un pericolo che si corre nel lungo termine. Attualmente, dopo alcuni anni di esperienza, sono disponibili le best practise cui tutti si attengono per digitalizzare con successo; a lungo andare l’impiego delle stesse tecnologie e degli stessi servizi da parte della stragrande magioranza delle aziende produrrà un appiattimento del mercato, dove la differenza tra i vari concorrenti tenderà ad annullarsi. Uno dei nuovi obiettivi che devono porsi coloro che si occupano di digitalizzazione è di costruire anno dopo anno un differenziale per rendere i prodotti/servizi il più possibile originali.
  • Molti e interessanti i punti dibattuti nei vari interventi: la mancanza di personale specializzato soprattutto per quanto riguarda la cybersecurity che è in costante espansione; l’importanza del digital twin; l’integrazione IT/OT; la gestione dei dati (raccolta, affidabilità, analisi, sicurezza) che provengono da vari settori come fabbrica, logistica, planning, ecc.; l’edge computing che permette di introdurre nuovi servizi come il pay per use grazie all’intelligenza distribuita e di capitalizzare la base installata; l’utilizzo del cloud fattore di accelerazione per le piccole aziende; comunicazione tra macchine e tra sistemi diversi utilizzando tecnologie aperte; l’analisi delle competenze e dell’organizzazione aziendale; l’intelligenza artificiale a supporto del controllo qualità; come la digitalizzazione aiuta la sostenibilità.

Prodotti intelligenti e sicurezza informatica

La Tavola Rotonda “Digitale e Industria - Prodotti intelligenti e sicurezza informatica” svoltasi nel pomeriggio è stata introdotta dall’intervento dell’Ammiraglio Andrea Billet (Direttore Servizio di Certificazione e Vigilanza - Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ).

  • Billet ha spiegato che, se da un lato le infrastrutture digitalmente integrate (IT+OT) migliorano l’efficienza, dall’altro aumentano i rischi. Purtroppo la sicurezza ha un costo che le piccole e medie aziende difficilmente riescono a sostenere. L’Agenzia ha avviato progetti e fissato obiettivi strategici, in un’ottica di medio e lungo periodo, mirati alla creazione di un ecosistema di sicurezza (anche per le nuove tecnologie del 5G) e di una rete sui territori per la formazione dei tecnici. Altre importanti attività sono la certificazione delle soluzioni tecniche e servizi e l’elaborazione di standard sostenibili, che agevoli la competitività complessiva del Sistema Paese. «Le priorità - ha concluso Billet - sono logistica, trasporti e infrastutture». Sempre coordinata da Simone Cerroni, la tavola rotonda ha messo in luce le proposte e le esperienze di Matteo Uva (Director of Alliance & Business Development di Fortinet); Paolo Quaglino (Account manager e IIoT Expert di Ixon Cloud); Roberto Motta (Business Development Lead Network and Security Services di Rockwell Automation); Alberto Brera (Country Manager di Stormshield); Aldo Caraceto (Senior Application Engineer di The MathWorks).
  • Nel dibattito è subito emerso come il settore IT sia abituato ad affrontare i problemi di sicurezza (gli antivirus hanno 25 anni!) mentre l’OT è quasi completamente sguarnito a fronte di macchine remotate, bersaglio facile per hacker i cui attacchi sono aumentati nel nostro paese del 13% nel 2021 sul 2020.
  • Positivo il fatto che le best paractise dell’IT possono essere utilizzate nell’OT semplificando le procedure. Prima di procedere, però, è fondamentale nell’OT analizzare a fondo i sistemi per poi proseguire a piccoli passi iniziando dalla singola macchina. È molto opportuno verificare la robustezza del codice di ciascuna macchina, nel caso rivolgersi ad aziende esterne in grado di supportare le varie attività di cibersecurity, come ad esempio il rispetto della nuova normativa europea NIS2.
  • Tenendo presente che non esiste la sicurezza assoluta e che l’attacco prima o poi arriverà, bisogna essere in grado di limitare il più possibile eventuali danni lavorando sistematicamente sugli aggiornamenti SW e HW.
  • Altri suggerimenti: proteggere i dati con box di separazione delle varie reti, utilizzare i digital twin per simulare anche la sicurezza, organizzare le notifiche in modo che la macchina/impianto sia costantemente monitorata. Ultimi consigli, ma della massima importanza: formazione sistematica del personale addetto alla sicurezza, massima attenzione nel curare i rapporti tra IT e OT che hanno obiettivi diversi e in contrasto tra loro. Per l’IT è fondamentale la conservazione dei dati anche a scapito della continuità del servizio mentre per l’OT è l’esattamente in contrario. Tutti i partecipanti hanno concluso che per una buona sicurezza occorrono progetti strategici e non prodotti!

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