Sufficit animus*

Inchiostri da stampa e affini.

Basta il coraggio... Forse non era vero neanche ai tempi di D’Annunzio, ma di certo ci vuole ben altro in un mercato globalizzato e competitivo come quello attuale che chiede sempre di più. Per precauzione, meglio allora aggiungere metodi di controllo e miglioramento dei processi produttivi e di riduzione degli sprechi, del tipo Lean Six Sigma. Questa sembra essere la strada ad abundantiam che segue Fabio Deflorian, AD di Sun Chemical Group in Italia. E i risultati parlano la sua lingua.

  * Secondo motto della «Prima Squadriglia Navale Siluranti Aeree» (S.A.) per il quale, nel 1918, Adolfo De Carolis disegnò uno sperone di nave sostenuto dalle ali di un'aquila. La sigla S.A. diede lo spunto a Gabriele D’Annunzio per ideare il motto “Sufficit animus”, ovvero “Basta il coraggio”.

Italia, che grandi ricchezze hai! Che straordinario patrimonio di “biodiversità” imprenditoriale presenta il nostro Paese: spesso “nave sanza nocchiere in gran tempesta”, ma anche luogo dove le persone vere, dando il meglio, sanno accettare le differenze, riconoscere la determinazione e incoraggiare l’azione.
Ne trovo conferma tornando a incontrare Fabio Deflorian, AD di Sun Chemical Italia, uomo di azienda determinato e appassionato, che ha però evidenti i tratti dell’imprenditore, capace di mettere sistematicamente in discussione l’esistente, di assumersi i rischi che fanno parte del mestiere, sapendo in aggiunta - per indole e carattere - vivere le emozioni senza sospetto.

Sarà in ragione anche dei risultati positivi, a conferma delle scelte fatte, ma resto sempre spiazzato da quest’uomo, dalla sua spontanea forza di concentrazione, dall’autoironica capacità di convivere con il dubbio, dal bisogno istintivo di volersi sempre rinnovare.
Insomma, in tanti anni di frequentazione, mi sembra di tornare ogni volta a riconoscere forte, in Deflorian, la fiducia nel lavoro, che allontana dalla necessità, e il coraggio, che permette di sormontare le difficoltà.
E quanto scrivo, è tutto nelle sue parole…

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2016: in crescita soprattutto inchiostri per quotidiani e cartotecnica
Il 2016 è stato un anno non facile a causa del debole andamento dell’economia nazionale. Per Sun Chemical (gruppo DIC), però, l’ultimo esercizio chiude con un significativo incremento di profitto.

«Per quanto riguarda le vendite, abbiamo aumentato le nostre quote di mercato degli inchiostri per la stampa di quotidiani, nonostante la decrescita del settore editoriale, e stiamo ancora registrando crescite a due digit per gli inchiostri da stampa per offset a foglio e per la stampa digitale, in virtù della politica attuata da cinque anni a questa parte, che ci vede sempre più presenti nel settore della cartotecnica, mentre abbiamo consolidato le nostre quote in quello della stampa commerciale. Stabili le vendite di inchiostri per il flexible packaging, per carta e cartone ondulato.

Di fatto, ormai, l’unica possibilità di crescita è di aumentare le quote di mercato: abbiamo approfittato di una situazione a noi favorevole, premiante in termini di qualità dei prodotti e servizi, anche grazie ai rapporti interpersonali consolidati col mercato.
Ad esempio, per quanto riguarda i quotidiani, siamo rimasti l’unico brand che continua a produrre l'inchiostro nero in Italia e che ha un significativo stoccaggio dei “colorati”, cosa che ci permette di garantire, dal punto vista logistico, consegne just in time, se necessario».

2017: scarseggiano le materie prime e aumentano i prezzi
Gli indicatori relativi all’anno in corso mostrano una dinamica delle vendite che ricalca quanto accaduto. In Sun Chemical stimano una crescita ulteriore sia nel settore cartotecnico (offset a foglio), sia in quello dei quotidiani, in quanto sono stati chiusi importanti contratti con le principali testate.
Per quanto riguarda il settore dell’imballaggio flessibile e del cartone ondulato, la multinazionale ha una quota di mercato superiore al 50%, quindi decisamente rilevante e quindi non si prefigurano incrementi significativi, soprattutto in un momento in cui, a inizio marzo, la multinazionale ha deciso un aumento del prezzo dei prodotti.

«Dopo lungo periodo di stagnazione, già nella seconda parte del 2016, i prezzi di alcune materie prime hanno iniziato a crescere, trend che si è rafforzato nei primi mesi dell’anno in corso.
Il problema principale riguarda il biossido di titanio, quindi il pigmento che si utilizza per la produzione di tutti gli inchiostri bianchi, sia a base acqua che solvente. Oltre agli aumenti che abbiamo già registrato, a fine gennaio c’è stato un incendio di notevoli dimensioni nel sito finlandese della Huntsman Tioxide, che è uno dei due principali produttori mondiali di questo prodotto. L'evento ha creato uno shortage evidente e assai preoccupante, che ci ha costretto a varare, a inizio marzo, un aumento  di prezzo a due digit su tutti gli inchiostri bianchi. Ci sono altre materie prime che stanno nel frattempo aumentando e alcune stanno ormai scarseggiando: è il caso dei derivati del difenilmetano diisocianato (MDI) impiegati nella formulazione di alcune vernici e inchiostri bicomponenti a base solvente, ma sono previsti  fortissimi aumenti per le resine acriliche anche in soluzione acquosa utilizzate per la produzione degli inchiostri ad acqua, proprio perché alla fonte c’è un'impennata delle quotazioni del metilmetacrilato, ovvero della materia prima».

colore_1.jpgSostenibilità all’acqua
La crisi di questi ultimi anni ha spinto le persone a gestire meglio, in modo più intelligente gli acquisti e a sprecare meno; per contro abbiamo più single, quindi una maggiore porzionatura dei prodotti. Le esigenze del mercato dei beni di largo consumo, food in primis, sono sempre più articolate, spingendo verso nuove soluzioni tecnologiche.

«Di recente abbiamo messo a punto due serie di inchiostri a base acqua per stampa flexo su film plastico.
Una denominata Aquatene per la stampa esterna su film di polietilene, anche trasparente, oppure su cartoncino politenato, con resistenze ai grassi, e all’acqua e una svariata serie di agenti chimici. L’altra, Aqualam, è invece una serie per stampa interna di film per accoppiamento. Questi inchiostri, già impiegati a livello industriale, sono in uso anche su macchine tradizionali a solvente, a una velocità di stampa di oltre 250 metri/minuto.

Sto parlando di volumi importanti, di centinaia di tonnellate, che ormai da due anni forniamo ad alcune aziende di trasformazione che, per scelta, anziché investire in un impianto con bruciatore post catalitico, preferiscono investire in attrezzature e mezzi produttivi.
Devo ammettere che sulla “difficoltà” di stampare con inchiostri ad acqua su film plastico ho dovuto ricredermi: siamo riusciti a trovare un'applicazione specifica, che comunque rappresenta un'interessante quota di mercato.
Produciamo questi inchiostri nello stabilimento di Caleppio e, per ora,  venduti solo in Italia, ma potrebbero diffondersi anche in altri paesi attenti alle problematiche ambientali.

A interpack, inchiostri, adesivi e…
L’inchiostro da stampa incide sul costo finale dell’imballaggio flessibile per una percentuale che varia in funzione dei supporti utilizzati. Tale rapporto è significativo nel caso di stampa su monofilm sottili, ad esempio per sovraimballi, e minore quando si lavorano pluriaccoppiati a elevate prestazioni, nel qual caso entrano in gioco anche adesivo e processo di  accoppiamento.

«Per offrire a converter e brand owner soluzioni in grado di ridurre il peso e quindi il costo degli imballaggi, Sun Chemical, grazie all’esperienza della capogruppo DIC, propone ad esempio degli adesivi per accoppiamento che permettono di diminuire lo spessore dei film e, in taluni casi, anche il numero dei layer.
Si tratta di un aspetto importante tanto che sarà uno dei leitmotiv del nostro stand a interpack: una fiera a cui Sun Chemical ha sempre partecipato, ma che quest’anno rappresenta l’appuntamento di maggior rilievo. Più superficie espositiva, una presenza nutrita di funzionari e tecnici, con una forte focalizzazione sugli end user, nell’ottica di rafforzare sempre più la collaborazione tra tutti gli attori della filiera all’insegna della sostenibilità e della lotta al food waste (vedi articolo di spalla N.d.r.)».

Non tutto, ma di tutto
Fino a ieri, una cosa era produrre gli inchiostri, altra gli adesivi. Come però accade ormai di sovente, si va verso un’integrazione dell’offerta con l’intento di supportare in modo più efficace l’attività dei propri clienti, e l'obiettivo di proporsi come interlocutori “privilegiati”.

«Sun Chemical, da tempo fa parte del gruppo DIC, che produce tra l’altro, una vasta gamma di adesivi per laminazione solventless e a base solvente. Avevamo quindi i prodotti e quello che abbiamo fatto, in questi ultimi anni, è stato di organizzarci a livello locale ed europeo, per quanto riguarda il servizio di logistica e il supporto tecnico: in Italia, questa funzione è stata affidata a un product manager con un'esperienza pluriennale sul campo.
Per i clienti è evidente il vantaggio di avere un interlocutore unico, sia commerciale che tecnico, in grado di risolvere eventuali problemi di “compatibilità” inchiostro/adesivo.
Questo significa per noi una presa in carico di responsabilità, una maggior assunzione di rischio, ma abbiamo comunque deciso di seguire con impegno questa strada.
Grazie al know how di DIC, siamo competitivi nel campo delle specialties, degli adesivi tecnici alto di gamma, mentre per quanto riguarda i prodotti standard  ci sono tanti produttori, anche a livello nazionale, con ottime strutture produttive, in grado di offrire qualità e prezzo».

Far meglio quello che si faceva già bene
I bilanci dicono che Sun Chemical è sicuramente ben strutturata per presidiare il mercato in termini commerciali e di assistenza tecnica, ma non di meno è stato fatto con metodicità per “riqualificare” organizzazione e produzione.

«Gli impianti degli stabilimenti di Caleppio 1 e Caleppio 2, con uno sforzo economico non indifferente, sono ora conformi alle norme GMP, il che significa, ad esempio, che sono state differenziate e segregate le linee di produzione degli inchiostri per offset a foglio, destinati rispettivamente al settori commerciale e a quello cartotecnica. Questo anche perché siamo fermamente convinti della necessità di un miglioramento continuo.

Era il 2004 quando abbiamo iniziato ad applicare la metodologia Six Sigma, per poi integrarla con i principi della Lean production: all’inizio, confesso, ero scettico, ma devo riconoscere che ne abbiamo ricavato evidenti e misurabili benefici anche in termini economici. Adesso, quando vogliamo arrivare a dei miglioramenti, come incremento della produttività o sicurezza sul posto di lavoro, facciamo degli studi di Lean Six Sigma, consapevoli del fatto che non bisogna mai estremizzare le cose, distinguendo con cura quello che è e non è opportuno fare. Insomma non rinunciando mai a fare scelte di buon senso quando si passa dalla teoria alla pratica».

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