Semi di innovazione nella filiera agro-alimentare

Sostenibilità, e-commerce e omnicanalità: il segmento food & beverage  dovrà necessariamente fare propri questi tre concetti per proseguire sulla strada dell’innovazione. Ma, attenzione: l’innovazione dovrà essere sempre più condivisa fra tutti gli attori della filiera, per riuscire a dare risposte adeguate alle nuove necessità del pianeta e dei consumatori. Questo il leitmotiv del convegno organizzato dal Gruppo Verallia il 17 ottobre scorso a FICO Eataly World di Bologna. Milena Bernardi


Diversi e tutti stimolanti gli spunti di riflessione offerti dal convegno “Innovazioni dirompenti nel Food and Beverage. Come cambiano i modelli di consumo, le aziende e la distribuzione” organizzato da Verallia, terzo produttore mondiale di bottiglie e vasi in vetro per il F&B. L’11 ottobre scorso a Bologna, a Fico Eataly World, si sono infatti confrontate sul tema diverse voci dell’industria, della distribuzione e della ricerca scientifica.

Moderato da Cristina Alfieri (direttore della testata trade FOOD), l’evento si è aperto con l’intervento di Marco Ravasi, AD di Verallia Italia, che ha illustrato le principali novità relative all’azienda, tra cui risalta il maxi investimento da 80 milioni di euro nel sito produttivo di Villa Poma (Mantova), dove entro il 2020 sarà effettuato il revamping dell’impianto attuale e installato un nuovo forno, l’undicesimo tra i vari stabilimenti italiani.
«Da 30 anni a questa parte, il comparto del packaging alimentare in vetro sta crescendo con una regolarità del +1,5%, trainato dalla maggior attenzione all’impatto ambientale e dalla sensibilità dei consumatori verso imballaggi più sostenibili» ha dichiarato Ravasi. 
«Per quando ci riguarda, ogni anno investiamo risorse in ricerca e sviluppo per ridurre al massimo le emissioni di CO2, aumentando il più possibile il tasso medio di vetro riciclato impiegato in produzione che, per i colori più scuri, raggiunge oltre l’80%».

Dal mondo accademico arriva una visione di ampio respiro sull’innovazione che coinvolge cinque macro aree della catena agro-alimentare: produzione, distribuzione, trasformazione, acquisto e consumo. Matteo Vignoli, docente di Business Process Engineering presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e direttore del master internazionale “Food Innovation Program”, ha spiegato che «una tradizione è un’innovazione che ha avuto successo, ma deve essere continuamente rinnovata, altrimenti muore. Meglio se si fa in condivisione con i diversi attori della filiera».
La mappa concettuale “Seeds of Disruption” sviluppata in collaborazione con IFTF di Palo Alto - Institute for the Future propone un modello che supera i limiti e reinterpreta il settore del F&B a livello globale, ridefinendo le strategie in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità ma con un approccio “resiliente”, che contempli il dialogo continuo tra produttori e distributori. Fare rete sarà, secondo Vignoli, la vera innovazione del futuro (per ulteriori approfondimenti, rimandiamo all’articolo di spalla).


Di innovazione nel retail ha parlato Mario Gasbarrino, presidente e AD della catena di supermercati Unes, che ha sottolineato come i cambiamenti nel segmento, oggi più che mai, siano dettati dal consumatore.
«Nel mondo della GDO è in atto una trasformazione radicale. L’e-commerce ha ribaltato un paradigma: non è più necessario recarsi nel luogo fisico per fare acquisti. È bene che la distribuzione ne prenda atto, considerato che in Italia l’e-commerce alimentare non realizza grandi numeri perché non c’è abbastanza offerta». Gasbarrino ha tuttavia sottolineato a più riprese che sarà l’omnicanalità a prevalere in futuro, così come il tempo costituirà il primo driver di scelta a scapito della distanza.

Infine Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e padrone di casa di FICO Eataly World, nel suo discorso ha paragonato l’innovazione a una meravigliosa imperfezione che ha la necessità di essere gestita e modificata per diventare “quasi” perfetta. Nel suo intervento, Farinetti ha anche parlato di coraggio, rispetto, ottimismo, senso del futuro, spronando gli imprenditori a uscire dal provincialismo (pensare globale e agire locale) facendosi interpreti - ha detto - «della potenza stratosferica del nostro Paese».

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