Quando l’imballaggio è di metallo

Caratteristiche, dati e fatti 2017 del mercato italiano del packaging di acciaio e di alluminio.

Nella categoria imballaggi metallici rientrano le tipologie di packaging realizzate in acciaio e in alluminio. Si tratta, in genere, di confezioni con evidenti analogie e utilizzate per confezionare le stesse categorie di prodotto. Difficile, soprattutto per i consumatori, riconoscere le differenze e anche per questo motivo, in fase di riciclo, acciaio e alluminio vengono spesso raccolti insieme e poi separati tramite l’utilizzo di un magnete.
Gli imballaggi di acciaio sono da sempre legati al mondo delle conserve alimentari, sia in qualità di imballaggio primario (barattoli per conserve) che come chiusure (capsule per i vasetti in vetro).
Gli imballaggi di alluminio sono invece più utilizzati nel mondo delle bevande (lattine) e in quello cosmetico (bombolette spray, flaconi vari).
Nel 2017, la produzione italiana globale delle due tipologie è stata di 959.000 tonnellate (+4,4% rispetto al 2016). In termini di peso, gli imballaggi d’acciaio  rappresentano l’87% del totale, mentre quelli di alluminio sono al 13%. Completamente diversa la situazione se si analizza il fatturato dato che, in questo caso, l’acciaio è al 35% e l’alluminio al 65%.
Nel complesso, in Italia, gli imballaggi metallici presentano percentuali di riciclo molto elevate, e risultano secondi solo alla carta: nel 2017, oltre il 75% degli imballaggi metallici immessi al consumo ha infatti preso la strada del riciclo. (fonte CONAI).

Acciaio & alluminio: tipologie e settori di impiego
Gli imballaggi in acciaio si dividono tra contenitori leggeri in banda stagnata e fusti in lamiera sottile. Gli imballaggi in banda stagnata si suddividono a loro volta in tre tipologie: open top, general line e chiusure.
Gli open top sono utilizzati per confezionare prodotti alimentari (pomodori pelati, conserve vegetali e ittiche, pet food...).
Il general line è destinato ai prodotti chimici come pitture e vernici, solventi… ma in questa categoria rientrano anche le latte utilizzate per confezionare l’olio alimentare e, ancora, le bombolette aerosol utilizzate in ambito alimentare e non. Le chiusure sono rappresentate dai tappi corona e dalla capsule twist off.
I fusti vengono prodotti con lamierino di acciaio senza rivestimento di stagno,  protetto da un’adeguata verniciatura sia interna che esterna e possono essere cilindrici o tronco-conici. Sono caratterizzati da capacità comprese tra 50 e 300 litri, con netta prevalenza di quelli con capacità 200 litri. 
L’area di impiego dei fusti può essere l’industria alimentare - per esempio per la movimentazione dei pomodori dal campo di raccolta alla trasformazione - o ancora per confezionare olio a uso industriale, anche non alimentare, petrolio, carburanti ecc.

Gli imballaggi di alluminio sono rappresentati da contenitori vari per alimenti e non, lattine per bevande, scatolette per conserve alimentari, vaschette, tubetti per prodotti alimentari e non (concentrato di pomodoro, salse, pitture, cosmetici...). Sempre tra i contenitori in alluminio troviamo bombolette aerosol e flaconi utilizzati soprattutto in ambito cosmetico.
Rientrano nella categoria anche il foglio sottile di alluminio e le chiusure, le capsule a vite, easy open, ecc.

Imballaggi di acciaio: dimensioni e caratteristiche del mercato italiano
Banda stagnata. Nel 2017, la produzione italiana ha registrato ottimi ritmi di crescita: +4,7% con riferimento ai dati espressi in quantità superando le 833.000 tonnellate, con un fatturato pari a 1.573 mln di euro, +5% rispetto all’anno precedente.
Continua il calo relativo alle importazioni già registrato nel 2016, anche se a ritmi meno elevati: dopo il -6,7% del 2016, nel 2017 le importazioni registrano un -2%, mentre le esportazioni evidenziano una crescita del 6,3%.
Gli imballaggi in banda stagnata hanno espresso una produzione pari a 722.000 tonnellate, con un tasso di crescita pari al +5,3% rispetto al 2016. Quest’area ha trainato l’andamento positivo dell’intero settore imballaggi in acciaio.
Sono diverse le tipologie di packaging che rientrano in questa categoria e si differenziano a seconda dei settori di applicazione.
In termini quantitativi, resta significativa la performance 2017 dell’open top, che ha rappresentato il 58,8% del totale imballaggi banda stagnata, seppur in lieve calo rispetto al 2016.
Il comparto del general line - considerando i soli prodotti chimici e scatole fantasia, con l’esclusione di olio alimentare e bombolette - nel 2017 ha toccato il 21,2%. Da sottolineare che le latte per l’olio alimentare hanno rappresentato il 3,9% della categoria, risultando in calo rispetto al 2016  quando erano al 4,7%. A tal proposito va considerato che, nel 2017, si sono registrati forti cali nella produzione di olio di oliva.
Altra categoria del settore imballaggi in banda stagnata è quella delle bombolette aerosol,  posizionate nel 2017 al 4,8%.
Le chiusure sono risultate all’11,3%.

Lamiera sottile. L’area dei fusti in acciaio nel 2017 ha espresso una produzione pari a 112.000 tonnellate, di cui 12.500 destinate all’export e 100.000 al mercato interno.
Risultano sostanzialmente assenti le importazioni. I fusti in acciaio sono utilizzati per il 70% circa nel settore chimico petrolifero e per il restante 30% vengono utilizzati per la movimentazione di sementi, pomodori, o per il trasporto di prodotti destinati all’industria.

Imballaggi di alluminio: dimensioni e caratteristiche del mercato italiano
L’alluminio utilizzato per produrre imballaggi comprende can stock (destinato alle lattine per bevande), foil stock (destinato sia al foglio sottile che alle  capsule), can body (per corpi scatola per food) e pastiglie (destinate alla produzione di bombolette).
Le leghe che compongono i diversi prodotti sono innumerevoli e variano a seconda delle tipologie di produzione e dei diversi impieghi.
Secondo le rilevazioni riprese da Imballaggio in cifre, il 2017 si è concluso in crescita, sia in termini di fatturato (+5,4% rispetto al 2016, superando i 2,9 miliardi di euro) sia di produzione (+1,2% con 124.100 tonnellate di imballaggi di alluminio). Positiva anche la bilancia commerciale, sia per quanto riguarda le esportazioni (+8,9%) sia le importazioni (+17,7%). La domanda interna ha invece evidenziato un lieve calo (-0,3%).
Vediamo ora nel dettaglio l’andamento delle diverse tipologie di imballaggi.
Il 32% della produzione nazionale è rappresentato da lattine per bevande e scatolette per il food, che nel 2017 crescono del 2,4%.
Il foglio sottile nel suo complesso (compresivo di foglio per avvolgimento e foglio sottile per chiusure, per esempio dei vasetti di yogurt) assorbe il 31,2% della produzione e, nel 2017, registra un +9,6% rispetto all’anno precedente. Le chiusure crescono del 2,5%, mentre risultano in calo le vaschette per alimenti (-4%).
Con riferimento all’attività espressa in peso, nNell’ultimo decennio il settore degli imballaggi di alluminio ha evidenziato un tasso di sviluppo del 2,4% medio annuo.
Considerando la riduzione del peso medio di diverse tipologie di imballaggi, il tasso di sviluppo si ritiene potrebbe posizionarsi intorno 3,2% medio annuo.
Con riferimento alla produzione espressa in tonnellate, l’attuale struttura produttiva degli imballaggi di alluminio segue la seguente ripartizione:
- contenitori 32% (lattine per bevande, scatolette per food, bombolette spray e tubetti flessibili);
- chiusure 20%;
- vaschette per alimenti 17%;
- foglio sottile da incarto 11%;
- altro 20%.
Nel 2017 il 61,8% dei contenitori in alluminio è stato utilizzato nel settore bevande, il 20,5% è stato impiegato in area food (compreso pet food), il 16,8% nei settori cosmetico e farmaceutico, mentre il restante 0,9% è rappresentato dalla voce “altro”.

Il riciclo degli imballaggi metallici
Sulla base dei dati forniti da RICREA, il consorzio che si occupa a livello nazionale del riciclo degli imballaggi in acciaio, nel 2017 è stato avviato a riciclo il 75% degli imballaggi di acciaio immessi al consumo. La suddivisione per tipologia di imballaggi vede il maggiore flusso nell’area open top con uno share del 30%; fusti e cisterne rappresentano il 24%, gli imballaggi general line il 16%, cui seguono le chiusure con l’8%. Il restante 17% è suddiviso tra la voce reggette e filo di ferro (9%) e la voce “altri imballaggi” (8%).
L’obiettivo di RICREA per il 2018 è di avviare a riciclo il 78,2% degli imballaggi di acciaio immessi al consumo.

Per quanto riguarda i dati relativi all’alluminio, secondo le rilevazioni di CIAL, il consorzio che si occupa del riciclo degli imballaggi in alluminio, nel 2017 sono stati avviati a riciclo il 63,4% degli imballaggi immessi al consumo. Tale percentuale risulta in diminuzione rispetto all’anno precedente, in parte per un aumento dell’immesso sul mercato e in parte per il decremento delle quantità di imballaggi riciclati.
Gli imballaggi immessi sul mercato nel 2017 si suddividono come segue:
- 51,6% lattine per bevande, bombolette e scatolame vario;
- 29,1% vaschette, vassoi, tubetti e capsule;
- 18,6% flessibili per alimenti, foglio sottile e poliacccoppiati a prevalenza alluminio;
- 0,7% altri imballaggi.
L’obiettivo di CIAL per il 2017 è di avviare a riciclo il 65% degli imballaggi immessi al consumo.
                                               
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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