Imballaggi di plastica rigida e flessibili non accoppiati

Andamento della produzione e posizionamento sul mercato di una tipologia di packaging “trasversale” a molti settori. Dati 2023.

Barbara Iascone

In questa analisi prendiamo in esame sia gli imballaggi rigidi sia gli imballaggi flessibili non accoppiati (come shopper, film, pluriball di protezione, ecc. ) nonché gli accessori, vale a dire chiusure, corde, reggette, ecc.

Vengono dunque esclusi gli imballaggi flessibili da converter, oggetto di una trattazione a parte. Nello specifico gli imballaggi rigidi sono composti in prevalenza dai contenitori cosiddetti soffiati - bottiglie per bevande, flaconi per detersivi, ecc. - ma anche dai contenitori termofarmati, come le vaschette utilizzate per confezionare prodotti alimentari (gelati, ortofrutta, carne, pesce, ecc.).

Ampiamente diffusi tanto nel food & beverage quanto nel non food, gli imballaggi di plastica occupano una posizione di rilievo nell’industria globale del packaging: dato che si tratta di imballaggi molto leggeri, in termine di tonnellate rappresentano circa il 17% del totale, ma la loro rappresentatività supera il 50% se ragioniamo in termini di fatturato.

Si tratta della tipologia di confezionamento più recente e moderna esistente: il primo impiego in ambito alimentare risale al 1973, quando Nathaniel Wyeth (Du Pont) brevettò la bottiglia in PET come contenitore per le bevande gassate. Da allora sono stati fatti passi da gigante in termini tecnologici, di performance e di rispetto ambientale, vista la tendenza ormai dominante circa l’utilizzo di plastiche provenienti da riciclo per la produzione di imballaggi, in particolare di bottiglie e flaconi. Altro elemento di rilevante importanza è l’impiego esclusivo delle bioplastiche nella produzione degli shopper.

Tabella 1. Bilancio degli imballaggi di plastica rigida in Italia (dati in t/000 dal 2017 al 2023).
  2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 23/22 var %
Produzione  2.974 3.003 3.080 3.016 3.039 3.043 2.907 -4,50%
Export 1.057 1.046 1.018 993 1.026 973 902 -7,30%
Import 594 579 566 572 691 778 760 -2,30%
Consumo apparente 2.511 2.536 2.628 2.595 2.705 2.847 2.764 -2,90%
Fonte: Istituto Italiano Imballaggio

Il mercato degli imballaggi di plastica

Il settore mostra nel 2023 una situazione alquanto stabile, con la produzione espressa in tonnellate che si assesta sulle 2.907 t/000, registrando un calo pari al 4,5% risetto all’anno precedente. Tale calo colpisce in particolar modo l’utilizzo di polimeri vergini, mentre risulta in continuo sviluppo l’utilizzo di polimeri provenienti da riciclo che, nel 2023, sono cresciuti del 4% rispetto al 2022; in crescita del +1% anche l’utilizzo di biopolimeri.

La suddivisione analizzata in Imballaggio in cifre prevede anche una ripartizione tra imballaggi flessibili, rappresentati da sacchi, sacchetti, film che, nel 2023, hanno rappresentato il 39,6% degli imballaggi di plastica. Il 50,6% del settore è rappresentato dagli imballaggi rigidi - flaconi, bottiglie, casse, ecc. - mentre il 10% va attribuito agli accessori, ovvero chiusure, alveoli, reggette e imballaggi di protezione tipo pluriball, chips, adesivi…

Nel 2023 gli imballaggi flessibili non accoppiati raggiungono le 1.150 t/000, registrando un calo del 5%; gli imballaggi rigidi calano del 3,7% (complice il calo registrato nel settore bevande), superando di poco le 1.500 t/000. In calo anche gli accessori con -6,3% che si assestano sulle 283 t/000.

Il commercio estero mostra segni negativi sia per quanto riguarda le esportazioni (-7,3%) sia in misura più lieve le importazioni (-2,3%). Il saldo commerciale 2023 rimane positivo anche se in calo costante: 142.000 tonnellate, in calo rispetto al 2022 del 27%. Tale fenomeno si spiega con la rilevante presenza nel settore di aziende multinazionali, che negli ultimi anni hanno spostato le produzioni in siti esteri, dove risulta più conveniente produrre rispetto all’Italia.

Come per l’intero settore packaging, il flusso maggiore di scambi commerciali avviene con i paesi europei, specie Francia e Germania: 89,4% per le esportazioni e l’81,8% delle importazioni. Dopo gli aumenti registrati nel 2022, il fatturato 2023 risulta in calo del 4%. Per quanto riguarda, infine, gli imballaggi realizzati con bioplastiche, in Italia si registra un incremento dello 0,8% (circa 118.000 tonnellate).

Al primo posto nell’impiego di bioplastiche troviamo i sacchetti per il trasporto di merci (62% del totale), seguiti dai sacchetti ultraleggeri utilizzati per il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli sfusi (17,5%). Il restante 20,5% si suddivide tra sacchi per la raccolta dell’umido (15%), articoli per l’agricoltura (3%), la ristorazione (stoviglie monouso), l’imballaggio alimentare (vaschette) e l’igiene della persona (2,5% in totale).

Tabella 2. Ripartizione della produzione di imballaggi di plastica per tipologie (dati in tonnellate).
  2022 2023 %23/22
Imballaggi flessibili (film e sacchi e sacchetti) 1.210 1.150 -5,00%
Imballaggi rigidi (bottiglie, fusti, cassette, pallet) 1.529 1.472 -3,70%
Accessori di imballaggio (tappi, chiusure varie, film a bolle reggette,chips espansi, lastre, nastri adesivi ecc.) 304 285 -6,30%
Totale 3.043 2.907 -4,50%
Fonte: Elaborazioni dati Imballaggio in Cifre

Settori di utilizzo

Come per gli imballaggi in carta e cartone, anche per quelli realizzati in plastica gli impieghi di utilizzo sono molteplici. Il più significativo campo di applicazione, nonostante la contrazione registrata in questo ambito, rimane il settore alimentare (food e beverage), con una rappresentatività pari al 77,8%; per la precisione il 53,5% degli imballaggi è destinato al food, e il 24,3% alle bevande.

In crescita l’impiego nel settore cosmetico, dove gli imballaggi di plastica sono largamente utilizzati, con vasetti e flaconi fra le tipologie di confezionamento più diffuse. Va ricordato che il settore della cosmesi nel 2023 ha registrato un incremento del 10%, influenzando così positivamente anche la produzione e l’impiego delle confezioni dedicate.

Gli shopper realizzati con materiale bioplastico risultano in crescita dell’1%: ed è questo uno dei fattori che ha influito sulla crescita degli imballaggi flessibili non accoppiati di plastica.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

IL RICICLO. In base ai dati elaborati di COREPLA, il consorzio che all’interno del sistema CONAI si occupa della raccolta e del riciclo degli imballaggi di plastica, nel 2023 sono stati avviate a riciclo 741.041 tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica e di questi il 95,4% proviene dalla raccolta differenziata urbana.

Scopri maggiori informazioni sulle aziende citate in quest'articolo e pubblicate sulla Buyers' Guide - PackBook by ItaliaImballaggio
Istituto Italiano Imballaggio

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