Gli imballaggi di plastica (2012)

NUMERI E FATTI Trend evolutivo della produzione, con particolare riferimento agli imballaggi rigidi: bottiglie, flaconi, secchielli, vaschette, bin, blister, alveoli, cassette, pallet, tubetti flessibili e chiusure.

Il 2012 si è concluso con una flessione del 5,3% della produzione di imballaggi di plastica nella loro globalità (sono risultate in calo sia la domanda interna che le esportazioni, in crescita le importazioni). L’arretramento della domanda interna è stato determinato, oltre che dalla riduzione dei consumi delle famiglie, anche dall'ulteriore sensibile contrazione dell’impiego dei sacchetti per la spesa: gli shopper biodegradabili immessi sul mercato non hanno avuto peraltro un'accoglienza positiva, specialmente presso la distribuzione moderna.
L’area degli imballaggi rigidi, oggetto della presente analisi, ha espresso una produzione di 1.647.000 t (pari al 59% della produzione globale): nel 2012 l'area ha subìto una flessione del 4%.
Il 49% della produzione è stata destinata ai mercati esteri e per il 51% al mercato italiano.
Le esportazioni evidenziano valori particolarmente significativi in due settori: chiusure (69%) e accessori, ovvero reggette, nastri adesivi, materiale di protezione, ecc (33%).
Le importazioni continuano a essere modeste, seppure in lieve aumento rispetto al 2011. In particolare riguardano le chiusure (dove rappresentano il 52% circa della domanda) e le preforme per bottiglie realizzate con una parte di r-PET. La pratica dell'impiego di plastiche da riciclo nella produzione di imballaggi è in atto da alcuni anni e, una volta superati i divieti circa l'uso in ambito alimentare, si è intensificata.
 
Tipologie e aree di utilizzo
Gli imballaggi rigidi di plastica trovano innumerevoli applicazioni settoriali:  alimenti (freschi e conservati), bevande, prodotti tecnici ecc.
Con riferimento alla produzione possono essere suddivisi in cinque sotto aree:
- bottiglie per liquidi alimentari (29,7%);
- bottiglie, flaconi e contenitori vari per prodotti tecnici non food (28%);
- vaschette, alveoli, blister, vassoi e tubetti (24,8%);
- chiusure (7,5%);
- accessori vari, come corde, reggette, chips espansi ecc. (10%).
Dopo avere subito gli effetti recessivi del biennio 2008/2009 e la generale ripresa nel 2010, nel 2011 è iniziata in tutte le cinque aree una nuova fase recessiva che ha toccato il livello massimo nel 2012. Purtroppo anche il 2013 è iniziato con una situazione congiunturale di ulteriore cedimento della domanda, che ha inficiato, in particolare, il mercato interno.

Bottiglie. Per quanto concerne i settori di utilizzo di bottiglie e flaconeria di plastica, il 79% è destinato all’area alimentare (food e bevande) e il 21% all’area non alimentare. Nel 2012 si è determinato un arretramento del non food e un incremento di partecipazione dell’area food e bevande.
In particolare, nel corso del 2012 le bottiglie hanno “tenuto” nel settore bevande e nell'area cosmetico-farmaceutica; hanno incrementato la presenza nell’olio alimentare e nell’area latte e latticini, mentre hanno visto un arretramento nell’area della detergenza domestica. Riconferma del 5%, invece, per le altre applicazioni settoriali.
Flaconeria e bottiglie di plastica presentano potenziali sviluppi nei settori della passata di pomidoro, nel comparto del vino e dell’aceto nei sughi pronti e nei succhi di frutta.

Chiusure. Anche se nel 2012 hanno segnato una contrazione, continuano però a presentare una netta tendenza a erodere spazi ad altre tipologie, in particolare nell’area dei liquori, degli amari, degli aperitivi ecc.

Vaschette e altri. Per quanto riguarda l’altra vasta area di mercato dei contenitori rigidi, che comprende vaschette, secchielli, pallet, cassette, tubetti flessibili, blister ecc., si valuta che il 77% venga assorbito dal macro aggregato del food e il 23% dal non food.
In ambito alimentare, sono gli imballaggi a pareti sottili (vaschette, vassoi, coppette, blister ecc.) a presentare i migliori tassi di crescita tendenziale.
L’affermazione di queste tipologia di imballaggi trae essenzialmente origine dallo sviluppo degli alimenti porzionati e pre-pesati nonché dalle pietanze pronte presentate nei banconi refrigerati, che stanno prendendo piede presso la GDO ma anche presso la distribuzione tradizionale.
Interessanti, per altri versi, le potenzialità di sviluppo dei blister che, nati per il confezionamento dei prodotti farmaceutici e della cosmesi, si stanno affermando anche nelle aree degli accessori dell’informatica, del materiale di cancelleria e delle minuterie metalliche.

La cassetta di plastica, impiegata come imballaggio da trasporto nel settore dei prodotti ortofrutticoli freschi, è in sensibile e progressiva crescita (tanto quella a perdere che, in particolare, quella a rendere): ha infatti toccato uno share del 60% circa.                                          
Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

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