Gli imballaggi cellulosici (2011)

DATI E FATTI Circa 2.450 imprese che realizzano 7 miliardi di fatturato e una produzione di 4.938 t/000: questi i dati di sintesi che fotografano il 2011 dell’industria italiana degli imballaggi di carta e cartone.

A livello mondiale gli imballaggi cellulosici rappresentano la forma di confezionamento più diffusa, con una quota di mercato del 40% circa.
L’industria cartotecnica italiana occupa un posto di rilievo nel panorama europeo, posizionandosi al terzo posto con una quota del 13% circa dopo Germania e Gran Bretagna. In relazione all’area “imballaggio di carta e cartone”, gli italiani hanno accusato nel 2011 una contrazione produttiva dello 0,7%; in termini monetari il fatturato ha segnato invece una crescita del 6%, da collegarsi essenzialmente agli aumenti dei prezzi di vendita dopo la sensibile lievitazione delle quotazioni dei materiali (tra il 7% e il 16%) registrata nella prima parte dell’anno, nonché a quella dei costi energetici.

Il mercato italiano
Gli imballaggi cellulosici continuano a svolgere un ruolo fondamentale nel confezionamento delle merci, sia in qualità di imballaggi primari sia come imballaggi di presentazione. Come imballaggio da trasporto viene utilizzato dalla quasi totalità dei settori manifatturieri.
Il 32,4% della produzione italiana di imballaggi è costituito da imballaggi cellulosici, di cui il 24% è rappresentato da casse e fogli di cartone ondulato, utilizzati dalla maggior parte dei settori manifatturieri per movimentare le merci. La produzione di imballaggi cellulosici, nella sua globalità, ha concluso il2011 con una contrazione dell’1,4%, determinata da un arretramento della domanda interna del 2%. La bilancia commerciale, per contro, ha segnato un aumento del 3% nelle esportazioni e del 3,6% nelle importazioni.
Il peso del commercio estero si mantiene però modesto, dato che l’export pesa per il 10,55% e l’import copre il 2,5% della domanda nazionale.
I primi sintomi della crisi del 2011, per gli imballaggi cellulosici, si sono manifestati nel corso del terzo trimestre, in anticipo rispetto al crollo generalizzato dell’attività manifatturiera esplosa nel corso del quarto trimestre.
Una crisi che, purtroppo, sta interessando anche il 2012, dove è previsto un possibile, ulteriore arretramento.

I dati a consuntivo relativi
al 2011 delle diverse filiere degli imballaggi cellulosici

Il settore degli imballaggi di carta e cartone comprende svariate tipologie di imballaggi tra cui scatole di cartone ondulato, astucci pieghevoli di cartoncino, sacchi di carta di grande dimensione, shopper bag, sacchetti, fusti di cellulosa, scatole di cartoncino di medio/alto spessore, contenitori di cartoncino accoppiato, carta per avvolgere, tubi cartoncino ecc.
Il settore di punta, in termini di dimensioni produttive, è quello del cartone ondulato, imballaggio che per la funzione d’uso legata al trasporto viene impiegato in molti ambiti industriali; segue il settore degli astucci pieghevoli.
Il mix dell’offerta degli imballaggi cellulosici, con riferimento alla produzione espressa in peso, è così strutturata:
- cartone ondulato 73%;
- astucci pieghevoli e scatole di cartoncino teso 15%;
- sacchi di grandi dimensioni 4%;
- altro 8%.

Scatole di cartone ondulato. Nel 2011 la produzione di imballaggi di cartone ondulato è risultata pari a 3.613 t/000, -1,4% rispetto al 2010.
Contenuto come sempre il commercio estero, ma in aumento rispetto al 2010.
L’utilizzo apparente, 3.390 t/000, ha segnato una contrazione del 2,2%%.
Secondo gli elementi emersi dalla banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, gli impieghi degli imballaggi di cartone ondulato sono riconducibili per il
41,2% all’area food e bevande, escluso i prodotti ortofrutticoli freschi, che coprono il 14,4%. Il 15,1% è impiegato per la movimentazione del settore arredamento e il restante 29,4% interessa una moltitudine di aree, di cui le più rappresentative sono: i prodotti chimici (detergenza domestica compresa) con uno share del 4% circa; l’industria metalmeccanica e trasporti, 5% circa; l’area elettronica, elettrodomestici e audio-video con il 4,5% circa, l’area dei prodotti destinati all’edilizia(ceramica e piastrelle) 2,5%circa e giocattoli 3,5% circa.
Il restante 9,9% è imputabile ad una miriade di altri settori.

Astucci e scatole di cartoncino teso. Questa area si divide in due principali settori: astucci pieghevoli e scatole di cartoncino teso. Nel 2011 produzione globale è stata di 747.000 t, +1,6% rispetto al 2010, dove la crescita è stata trainata dal comparto astucci pieghevoli, a fronte di un cedimento delle scatole di cartoncino teso. Anche il commercio estero, storicamente contraddistinto da valori contenuti, ha espresso un lieve arretramento in merito alle esportazioni e un incremento per quanto concerne le importazioni.
La domanda interna ha segnato una lieve crescita, da far risalire solo agli astucci pieghevoli.
L’astuccio pieghevole resta consolidato nel settore farmaceutico e della cosmesi-profumeria, dove troviamo prodotti di alta gamma e di lusso, mentre in altre aree di applicazione deve misurarsi con imballaggi alternativi.
La produzione di astucci pieghevoli è costituita per il 52% circa da manufatti al 100% di cartoncino e per il restante 48% da contenitori accoppiati a film di PE o a film di alluminio (in progressivo aumento).
Astucci pieghevoli e scatole di cartoncino teso vengono usati dal comparto food per 42,4%, dalle  bevande (essenzialmente come cluster) per il 17,6%, dalla cosmesi e farmaceutico per il 9,5% e altro non food per il 30,5%.
Per quanto concerne invece le scatole di cartoncino teso, i suoi principali utilizzatori sono i comparti scarpe, pelletteria e abbigliamento, con uno share globale del 55% circa.

Sacchi di carta di grande dimensione. La crisi che ha interessato la maggior parte dei settori manifatturieri, ha accentuando in particolare la recessione del settore edile, principale area di sbocco dei sacchi (circa il 65% delle vendite), determinando un arresto della crescita produttiva del comparto.
Le esportazioni hanno invece riconfermato i numeri della produzione del 2010.
Le principali aree di utilizzo dei sachi di grandi dimensioni sono i materiali da costruzione (65,4%), prodotti alimentari (14,3%) e mangimi per animali (9,1%).

Le altre famiglie di imballaggi cellulosici. Si tratta in particolare di shopper bag, imballaggi e accessori di cartone tubo, carta da incarto (pergamena, plasticata e semplice), fogli di carta da supporto per i capi di abbigliamento, foglio micro ondulato di protezione,  sacchetti piccoli e fusti in cellulosa.
Nel 2011 la produzione globale di questa area viene stimata intorno alle 355 t/000, con un +1,4% rispetto al 2010 grazie alle esportazioni in crescita dell’1,7%. La domanda interna, per contro, si stima sia calata del 3% circa.
In termini quantitativi, il prodotto cellulosico principale di quest’area di mercato è il tubo di cartone, destinato essenzialmente a movimentare bobine di film plastici e bobine di fogli di carta. Se ne stima una produzione di circa 200.000 t.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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