Fatturato macchine packaging: 5,5 miliardi di euro

Presentata il 27 giugno da Ucima l'indagine nazionale sul settore dei costruttori di macchine per il confezionamento. Dopo la revisione dei principali indicatori di settore, emergono alcuni dati inediti ed esclusivi: fatturato totale 5,5 miliardi di euro, export 4,6 miliardi di euro, propensione esportativa  83%, vendite Italia 941milioni euro.

Realizzato dal Centro Studi di Ucima (Associazione dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio), lo studio organico e completo sull’andamento del settore si caratterizza per alcuni criteri di novità; l'indagine non si basa infatti sui soli codici ISTAT ma aggrega, per la prima volta, i dati forniti dalle aziende del settore. La nuova rilevazione permette un’analisi molto più dettagliata del comparto, presentando - al di là della ripartizione delle esportazioni e della provenienza delle importazioni - la segmentazione delle aziende per classe di fatturato, propensione all’export, ripartizione geografica degli occupati e del fatturato, settori di utilizzo e famiglie di macchine, oltre a offrire una lettura innovativa delle esportazioni.
Come ha dichiarato il Presidente di Ucima, Giuseppe Lesce, nel presentare l'indagine come la "fotografia precisa" di un settore complesso, fortemente diversificato per produzione e presenza sui mercati internazionali: «I dati emersi offrono un utilissimo strumento di lavoro per quanti operano nel nostro settore e lo diventeranno sempre di più nei prossimi anni, grazie alle serie storiche che andremo a creare negli anni. Le aziende italiane potranno quindi compiutamente raffrontare il proprio andamento rispetto alla media del settore, fare analisi su trend legati a export, settori clienti, tipologie di macchine vendute».

Fatturati e localizzazioni. In sette capitoli, l'indagine descrive dunque un settore costituito da 635 aziende, che generano un fatturato complessivo di 5.499 milioni di Euro, e occupano 26.348 addetti. Il giro d’affari è realizzato per l’82,9% sui mercati internazionali (4.557 miliardi di Euro), e per il 17,1% proviene dalle vendite sul mercato nazionale (941 milioni di Euro).
L’analisi del comparto per classe di fatturato evidenzia una netta preponderanza di aziende di piccole dimensioni. Quelle con fatturati fino a 5 milioni di Euro costituiscono il 70,9% del totale, ma contribuiscono soltanto per l’8,8% al totale del fatturato di settore.
Sono invece solamente il 5,4% le aziende con fatturati superiori a 25 milioni di Euro, pur totalizzando la quota più significativa (63,5%) del volume d’affari complessivo.
La maggior parte delle aziende è localizzata in Emilia Romagna, seguita da Lombardia, Veneto e Piemonte. L’Emilia Romagna si conferma al primo posto anche per quel che riguarda la quota sul fatturato di settore e sugli addetti totali.

Mercato domestico ed export. Se si analizza la propensione all’export delle aziende, emergono poi differenze notevoli.
Le aziende più piccole (fino a 2,5 milioni di Euro) realizzano quasi la metà del proprio giro d’affari (48,9%) sul mercato italiano. La percentuale di vendite sul mercato domestico va via via diminuendo con l’aumentare della dimensione aziendale, arrivando per le imprese più grandi (oltre 50 milioni di Euro) a rappresentare solamente il 7,9% del fatturato.
Estremamente diversificate anche le propensioni esportative di ciascuna classe dimensionale d’impresa per singola area geografica. Se per tutte l’Unione Europea rimane l’area principale di esportazione, l’incidenza della stessa sul totale diminuisce in modo progressivo, passando dal 44,8% della prima classe (fino a 2,5 milioni di Euro) al 29,9% della sesta (oltre 50 milioni). Discorso opposto invece per le aree geografiche più lontane dall’Italia (Asia e Sud America su tutte): sono le aziende più grandi e strutturate che vi realizzano i risultati percentuali più importanti.

Gli utilizzatori. Se si considera la ripartizione del fatturato totale in base al settore di appartenenza delle aziende clienti, si nota come le vendite alle aziende produttrici di beverage occupino le quote di fatturato maggiori (35%), seguite da quelle alle aziende del food (28,8%) e farmaceutiche (17,1%). Interessante notare come in Italia sia invece il food il settore predominante (37,6%), seguito anche in questo caso da beverage e farmaceutico. I settori cosmetico, chimico e gli altri settori (tra cui tabacco e tissue) occupano quote inferiori di mercato.
Le macchine più vendute risultano essere le confezionatrici (che rientrano nella categoria “Formatrici, riempitrici, sigillatrici di imballaggi flessibili e rigidi) con il 41,3% delle quote totali, seguite dalle “Riempitrici e dosatrici, chiuditrici e macchine di controllo” (24,3%), categoria di cui fanno parte anche le tappatrici. Equamente distribuito il restante fatturato fra le altre tipologie di macchine, guidate da quelle per il confezionamento secondario e il fine linea.
 

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