Detergenza domestica: mercato e packaging
Dopo un positivo 2020, con performance fortemente condizionate dall’emergenza covid, il settore sta trovando un nuovo assetto con dati in miglioramento e due parole chiave: benessere e sostenibilità.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
I prodotti per la detergenza domestica e cura della casa rientrano nella vastissima area dei prodotti del largo consumo, vale a dire tutto ciò che quotidianamente fa parte dei principali acquisti dei consumatori. In base alla classificazione elaborata dall’associazione Assocasa (Federchimica), infatti, il settore può essere classificato tra detersivi, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, disinfettanti e disinfestanti ambientali, cere, prodotti per la cura dell’auto, deodoranti ambientali, prodotti per la pulizia e manutenzione in generale.
2019 | 2020 | var 20/19 | Ip. 2021 | var 21/20 | |
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Produzione | 1.687.280 | 1.965.681 | 16,50% | 1.855.603 | -5,60% |
Import | 648.725 | 648.076 | -0,10% | 736.863 | 13,70% |
Export | 1.471.618 | 1.571.688 | 6,80% | 1.573.260 | 0,10% |
Consumo | 864.387 | 1.042.069 | 8,00% | 1.019.206 | -2,20% |
Trend positivo guidato dalla pandemia
Dopo un 2020 decisamente positivo, con una produzione cresciuta di oltre il 16%, nel 2021 il mercato si è ridimensionato, riallineandosi al normale trend congiunturale del settore. Nel 2020, infatti, il comparto ha vissuto un momento di grande esplosione a causa del crescente ricorso all’igienizzazione degli ambienti, complici emergenza sanitaria e lockdown.
Nel 2021, al contrario, il ritorno alla normalità ha condotto a un calo della produzione. I dati ISTAT rilevano infatti un -5,6%, dovuto principalmente alla riduzione della domanda interna, in calo del 2,2%. È sempre ISTAT a descrivere un commercio estero dove l’import, in sensibile crescita al +13,7%, si contrappone a esportazioni stabili.
La produzione totale del settore, inoltre, ha raggiunto nel 2021 le 1.855.603 tonnellate, che possono essere segmentate in importazioni, assestate intorno alle 737 t/000, ed esportazioni in crescita dello 0,1% per un totale di 1.573 t/000.
Il consumo ha inoltre subito un calo nello stesso periodo raggiungendo le 1.019 t/000. Se da una parte, infatti, la produzione di disinfettanti e detersivi per la pulizia della casa ha ripreso a seguire il ritmo di una domanda più contenuta, a contrastare le perdite ci sono la maggior richiesta di detersivi per stoviglie e per bucato, che hanno ridimensionando il trend generale.
2021 | |
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Bombolette metalliche | 1,50% |
Incarto in plastica | 1% |
Scatole in cartoncino | 4% |
Flaconi in plastica | 66,50% |
Poliaccoppiati flessibili da converter | 24,00% |
Tubetti flessibili plastica | 1% |
Brik | 0,30% |
Distributori automatici | 0,20% |
Confezioni ricariche biodegradabili | 1,50% |
100,00% |
Performance per tipologie di prodotto
In base alle elaborazioni Nielsen, le varie tipologie di prodotti per la casa registrano andamenti diversificati per categoria. I prodotti per il bucato, ad esempio, registrano un calo al 2,1%, laddove i detersivi, intesi come macro-categoria, mostrano perdite più contenute attorno all’1,2%, mentre i coadiuvanti per il bucato perdono ben il 3,5%. I consumi di detersivi per lavastoviglie chiudono il 2021 con un -0,5%, mentre le maggiori perdite si registrano nel mercato dei prodotti per la pulizia della casa con un -6,6% che, per i detergenti arriva al -10%.
In base all’analisi dei dati dei primi 5 mesi, il 2022 guarda a un settore che sta ritrovando un più lineare andamento tendenziale. Le prime ipotesi vedono un calo dell’1%, dove i detergenti per la pulizia della casa, con il -1,3%, saranno i più penalizzati rispetto ai detersivi per il bucato che perdono lo 0,7%. Trend positivo per i detergenti per lavastoviglie, che nel 2022 potrebbero crescere di circa il +0,9%.
I canali di vendita e i trend topic del comparto
Per quanto riguarda i canali di vendita risultano in miglioramento le performance degli ipermercati, seppur con segno negativo e un trend pari al -4,3%; in sofferenza i supermercati e i discount, che rafforzano il loro andamento negativo senza fornire alcun segnale di miglioramento, rispettivamente al -4,7% e -2,9%. Positivo invece l’andamento imputato ai drugstores al +2,7%.
Le parole chiave per questo settore restano “benessere” e “sostenibilità”. L’industria della detergenza domestica guarda infatti con attenzione sia alla soddisfazione dei consumatori e dei loro bisogni per igiene e pulizia della casa, sia alla lotta contro gli sprechi lavorando su convenienza e praticità
Tipologie di confezionamento
Nel confezionamento dei prodotti per la detergenza domestica, i leader del settore sono gli imballaggi in plastica rigida, che rappresentano il 66,5% del packaging-mix; seguono gli imballaggi flessibili accoppiati, utilizzati per le ricariche, con un 24%, in crescita rispetto all’anno precedente.
Gli imballaggi in cartoncino, usati prevalentemente per i detersivi in polvere per il bucato o per la pulizia delle stoviglie, raggiungono il 4%, mentre il restante 5,5% è rappresentato da varie tipologie (bombolette in metallo, incarto in plastica, confezioni in plastica biodegradabile, tubetti in plastica, brik e distributori automatici).
Plastica materiale leader
Grazie alle elaborazioni della Banca Dati dell’Istituto Italiano imballaggio, è possibile approfondire l’analisi oltre al solo mix percentuale del packaging.
In base agli ultimi dati analizzati, infatti, il 94% degli imballaggi utilizzati per questo settore industriale sono in plastica, sia essa rigida o flessibile, vergine, da riciclo oppure biodegradabile, per un totale che raggiunge le 69.300 tonnellate. Di queste, 58.600 tonnellate sono rappresentate dai flaconi e 8.900 dagli accoppiati flessibili, per un totale che raggiunge le 89.400 tonnellate di imballaggi utilizzati nel 2021.
Valori che arrivano a 185.000 se si aggiungono gli imballaggi da trasporto e gli accessori all’imballaggio come etichette e chiusure; queste ultime, esclusivamente in plastica, generano un volume complessivo di circa 6.500 tonnellate. Gli imballaggi in plastica rappresentano quindi oltre il 90% del totale utilizzato in questo settore, a cui si integrano il 7% in carta e il 3% in imballaggi metallici.