Brexit “no deal”: a rischio il food in UK
Una Brexit “no deal”, senza accordo con l’UE, potrebbe creare problemi non solo per i dazi doganali e l’aumento dei prezzi del food, ma anche per l’approvvigionamento di prodotti alimentari nel Regno Unito.
A lanciare l’allarme sono i principali player della GDO britannica e le catene dei fast food (Sainsbury’s, Asda, Marks & Spencer, the Co-op, Waitrose, Costcutter, Kfc Uk, Pret a Manger, Lidl e McDonald’s), che hanno inviato al Governo una lettera congiunta.
Le preoccupazioni peraltro sono reali visto che un terzo dei prodotti alimentari consumati nel Regno Unito sono importati dall’Europa.
I vertici delle aziende evidenziano inoltre come la situazione possa rivelarsi ancor più difficile nel caso di prodotti freschi e deperibili che necessitano di un catena di fornitura just in time, notevolmente compromessa in caso di mancato accordo (la maggior parte delle insalate vendute proviene dai Paesi dell’UE a cui si aggiungono l’80% dei pomodori e il 70% dei frutti rossi).