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Logistica
Fornire valore
PROSPETTIVE Come cambia la logistica nel mondo dei consumers’ goods. I risultati dell’analisi “La Supply Chain come area di innovazione e creazione di valore nel Largo Consumo”, condotta da Ailog.

Mappare lo stato dell’arte della Supply Chain nella filiera del Largo Consumo, valutando il livello di integrazione tra i vari attori della catena di fornitura e individuando le principali direttrici di sviluppo del settore. Questo l’obiettivo di “La Supply Chain come area di innovazione e creazione di valore nel Largo Consumo", articolata indagine condotta da Ailog (Associazione Italiana di Logistica e di Supply Chain Management) e Deloitte (servizi alle imprese) su oltre 100 realtà del settore - tra aziende produttrici, retailer e operatori logistici. I risultati della ricerca, presentati in occasione del Food & Beverage Logistics Forum (Rimini, 4-7 febbraio 2006), tracciano un quadro realistico della filiera del largo consumo, fotografata in un momento di profonda transizione. Come non ha mancato di ricordare nel corso dell’incontro Domenico Netti, presidente Ailog «La concentrazione della produzione e della distribuzione sta provocando cambiamenti importanti nella gestione della supply chain. La qualità del servizio è un fattore sempre più fondamentale per imporsi sul mercato, mentre un numero crescente di aziende sta valutando la possibilità di riportare all'interno attività in precedenza gestite in outsourcing. Un segnale importante per gli operatori logistici - ha sottolineato Netti - e un invito a reimpostare i rapporti tra gli attori della filiera sulla base di una rinnovata attenzione al servizio al cliente e al consumatore finale, e non solo valutando la componente costo».

ll peso della logistica - Non va infatti dimenticato che, se per la metà delle aziende produttrici e distributrici intervistate le attività logistiche hanno un’incidenza sul fatturato pari al 3%-5%, per una quota significativa del campione (24%) tale incidenza è compresa tra lo 0% e il 3%.
«Un risultato - ha commentato Massimo Bonacci (Deloitte Consulting) - imputabile tra le altre cose a un impiego più mirato degli strumenti di outsourcing, con il ricorso a più partner logistici (il 30% del campione sostiene di utilizzare più di sette operatori), diversamente specializzati per tipologia di servizio o copertura geografica».
Sempre in tema di outsourcing, i dati emersi dallo studio rivelano un quadro particolarmente interessante. Nell'eterno dilemma make or buy, infatti, l'ago della bilancia sembra pendere ancora una volta a favore della gestione esterna dei servizi di trasporto, distribuzione e magazzino, anche se - come accennato in precedenza - un significativo 10% del campione ha dichiarato di valutare la possibilità di riportare all’interno la gestione del magazzino. Proprio quest'ultima attività rappresenta d'altro canto il servizio erogato con maggiore frequenza dagli operatori logistici nel 2005 (92%), seguito da distribuzione (85%), postponement produttivo (55%), servizi IT (52%), customer service (44%), inventory management (41%) e gestione crediti commerciali (22%).

Tecnologia e innovazione - L’analisi Ailog si è poi soffermata sul livello di upgrading tecnologico dei servizi logistici, valutato sulla base dello stato di attivazione di quattro strumenti significativi: RFID, magazzini automatici e sistemi di voice picking. La soluzione più diffusa in assoluto (tra il 70% dei distributori, il 60% degli operatori logistici e il 45% dei produttori) è apparsa la radiofrequenza con prospettive di sviluppo interessanti per quanto riguarda l'implementazione di sistemi RFID, soprattutto nell'ambito retail (il 26% del campione ha un progetto pilota in corso, mentre un ulteriore 26% è interessato ad avviarne uno).
Lo studio, infine, ha evidenziato gli ambiti di potenziale miglioramento per ognuna delle categorie intervistate. Se presso le aziende produttrici tale ambito viene individuato in un maggiore controllo dei costi (ritenuto molto importante dal 56% delle realtà intervistate) e in un miglioramento del livello del servizio al cliente (60%), con il quale avviare eventualmente programmi di collaborazione (42%), gli operatori logistici sono invitati a prestare maggiore attenzione alle tematiche della tracciabilità/visibilità (59%), agli investimenti IT (63%) e, immancabilmente, al livello di servizio (63%). Diverso ancora il caso delle aziende distributrici, presso le quali non emerge una particolare attenzione ad aspetti specifici, ritenuti tutti mediamente rilevanti (in particolare il controllo dei costi, molto importante per il 38% dei retailer intervistati).


Logistics
Providing value
PROSPECTS - At the Food & Beverage Logistics Forum Ailog presented the results of the analysis of the “Supply Chain as an area of innovation and creation of value in broadscale consumption”, or that is how logistics are changing in the world of consumer goods.

Map out the state of the art of the supply chain in the broadscale consumption segment, rating the levels of integration between the various actors in the supply segment and locate the main lines along which sector development lies. This the objective of “Supply chain as an area of innovation and creation of value in broadscale consumption”, a detailed study carried out by Ailog (Associazione Italiana Logistics and Supply Chain Management) and Deloitte (company services) on over 100 concerns in the sector - among manufacturing concerns, retailers and logistics operators. The results of the study, presented in occasion of the Food & Beverage Logistics Forum (Rimini, 4th-7th February 2006), trace out a realistic picture of the broadscale consumption segment, photographed in a moment of deep transition. As Domenico Netti, Ailog president, strove to emphasise during the encounter “the concentration of production and distribution is causing important changes in the management of the supply chain. The quality of the service is evermore fundamental in imposing oneself on the market, while a growing number of concerns are rating the possibility of bringing previously outsourced activities within the company. An important sign for the logistics operators - Netti underlined - and an invitation to redefine relations between the actors in the segment on the basis of a renewed attention to service to the customer and the end consumer, and not only through rating the cost component”.

The weight of logistics - It should not in fact be forgotten that, if for half of the producer and distributor concerns interviewed their logistics activities account for around 3%-5% of turnover, for a significant share of the sample (24%) this figure stands at 0%-3%. As Massimo Bonacci (Deloitte Consulting) comments - "The result can be put down among other things to the more targeted use of outsourcing tools, with the resorting to several logistics partner (30% of the sample say they use more than seven operators), specialised in different ways in terms of type of service and area covered”.
Still on the subject of outsourcing, the figures emerging from the study show a particularly interesting picture. Caught between the eternal dilemma of make or buy in fact things still seem to be tilted towards external administration of transportation, distribution and storage services, even though a remarkable 10% of the sample is rating the possibility of bringing the previously outsourced storage services within the company. In fact the latter activity was the service most frequently dispensed by logistics operators in 2005 (92%) followed by distribution (85%), manufacturing postponement (55%), IT services (52%), customer service (44%), inventory management (41%) and administration of commercial credit (22%).

Technology and innovation - The Ailog analysis also took a look at the level of technological upgrading of the logistics services, rating them on the basis of the state of activation of the four most important tools: RFID, radio frequency, automatic storage and voice picking systems. The most widespread solution all told (among 70% of distributors, 60% of logistics operators and 45% of producers) was radiofrequency, with interesting development prospects as far as implementation of RFID systems are concerned, aboveall in the retail trade (26% of the sample has a pilot project underway, while a further 26% is interested in starting one).
The study lastly highlighted areas for potential improvement for each of the categories interviewed. If among the manufacturing concerns this area is seen to lie in the greater control of costs (reckoned as being very important by 56% of the concerns interviewed) and in an improvement of their customer services (60%), with which possible cooperation programs are to be started up (42%), logistics operators are invited to pay greater attention to the subjects of traceability/visibility (59%), IT investment (63%) and inevitably to the level of service (63%). The case of distributor concerns is yet again different, where a particular attention to specific aspects did not emerge, all reckoned as being equally important (though particularly control of costs, very important for the 38% of the retailers interviewed).





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