Cosmetica Italia: trend e mercato

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Crescono nel 2021 fatturato globale, esportazioni e canali distributivi: l’indagine congiunturale del Centro Studi di Cosmetica Italia racconta la solidità di un settore che in tempi difficili ha saputo anche costruire una nuova relazione con il consumatore.

Nel 2022, secondo le proiezioni, il fatturato dell’industria cosmetica italiana non solo tornerà ai livelli pre-pandemia, ma li supererà, con un valore previsto intorno ai 12,5 miliardi, contro i 12,1 miliardi del 2019. Un traguardo significativo, evidenziato dalle elaborazioni del Centro Studi di Cosmetica Italia che, nel webinar “Congiuntura, trend e mercati del settore cosmetico”, ha presentato anche i dati preconsuntivi del 2021: un anno di netta ripresa per il settore, con un fatturato globale stimato a 11,7 miliardi (+10,2% rispetto ai 10,6 miliardi del 2020). In crescita (13% sul 2020) anche le esportazioni, che toccano quota 4,7 miliardi e promettono di continuare il trend positivo.

Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, offre una chiave di lettura per questi numeri:

La crisi ha avuto un deciso impatto sulla filiera cosmetica, che tuttavia ha saputo andare oltre le difficoltà congiunturali e rimanere al passo con le richieste del mercato. Una capacità di adattamento testimoniata anche dai mutamenti in corso nelle catene di approvvigionamento e produzione in termini economici, sociali e ambientali.

La situazione geopolitica, i rincari dei costi energetici, delle materie prime e dei servizi logistici, così come le necessarie rimodulazioni dovute alla pandemia, sono infatti variabili che incidono pesantemente sullo scenario di settore e di cui il Centro Studi ha tenuto conto nell’analisi.

Evoluzione e crescita dei canali distributivi

L’andamento dei singoli canali distributivi sottolinea un loro riposizionamento, legato allo sviluppo di un nuovo modello di business in risposta all’emergenza sanitaria. Essa ha cambiato le abitudini di acquisto, tanto nella scelta del prodotto (la mascherina ha penalizzato l’utilizzo di rossetti e favorito il make up occhi; maggiore attenzione verso cosmetici naturali e sostenibili) quanto nelle modalità.

L’e-commerce per esempio conferma l’andamento positivo (+23,2% sul 2020) anche dopo i mesi del lockdown e la ripresa dei consumi, con un valore delle vendite che a fine 2021 supera gli 870 milioni.

Il canale farmacia - spiega Gian Andrea Positano, Responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia - è stato forse il primo a riconoscere nell’e-commerce un’opportunità. La profumeria si sta adeguando e succederà così per tutti: nessuno può ignorare il fenomeno. Sulla digitalizzazione delle aziende torneremo con un webinar dedicato.  

Per quanto riguarda gli altri canali, spiccano estetica (+28%), profumeria (+22,6%) e acconciatura (+22,1) ma la crescita è generalizzata: grande distribuzione 1%, farmacia 2%, vendite dirette 2%, erboristeria 13,8%.

Importante anche il risultato del contoterzismo, con un fatturato prossimo ai 2 miliardi (+8%) che dipende in larghissima parte dall’esportazione.

Il brand e il consumatore: una nuova interazione

La pandemia ha pesantemente influito sui comportamenti dei consumatori, determinando nuove pratiche che sono state monitorate per indicare come le aziende possano creare una relazione efficace con il mercato e il pubblico.

Secondo Gian Andrea Positano (centro studi Cosmetica Italia):

I consumatori desiderano il controllo sulla quotidianità e sulle scelte di acquisto. I brand devono quindi fare leva su informazioni dettagliate e opzioni di offerta facilmente confrontabili.

Non deve mancare però una componente ludica nell’interazione, in contrapposizione allo stress generato dalla pandemia, per dare risposta alla voglia di esplorare, giocare e accogliere nuove esperienze, sia nel mondo reale che in quello fisico.

Infine, la narrazione adottata dalle aziende deve puntare a tematiche sempre più vicine al consumatore, come la conoscenza delle catene di approvvigionamento o il loro funzionamento in termini di etica e ingredienti. La sostenibilità dei processi deve essere dimostrabile rispetto agli obiettivi, sia verso il consumatore stesso sia verso l’ambiente.

 

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