Alleati nel segno dell’innovazione

Perché alcuni grandi costruttori italiani di macchine per il confezionamento tornano, dopo anni, a esporre a Ipack-Ima?

Abbiamo chiesto ai diretti interessati i motivi di questa scelta di campo, invitandoli anche a raccogliere le idee sul valore e il significato di un evento fieristico complesso: quell’Innovation Alliance che, frutto di intese fra numerosi e diversi soggetti, a ben vedere si prospetta come un laboratorio di idee e fatti, all’insegna di una maggiore coesione.

ipck_ima_web2_0.jpgSu questo numero, riportiamo gli interventi di Andrea Malagoli, Consigliere Delegato di IMA Spa e di Giuseppe Lesce, Past-President Ucima e Direttore Divisione Closures & Containers Gruppo Sacmi.

Nelle loro risposte, entrambi fanno riferimento in particolare a Ipack-Ima ma anche all’Innovation Alliance, il progetto espositivo che dal 29 maggio al 1 giugno 2018 unirà a Fiera Milano cinque manifestazioni in un solo grande evento di filiera (Plast, Ipack-Ima, Meat-Tech, Print4All e Intralogistica Italia).

Cosa è cambiato nel panorama industriale italiano in quest’ultimo periodo?

A. Malagoli - Il coinvolgimento della nostra associazione di settore  e del principale ente fieristico italiano nell’organizzazione della manifestazione Ipack-Ima è il segnale inequivocabile della volontà di fare sistema e strutturare una sinergia forte tra mondo industriale e mondo dei servizi alle imprese. Ma non c’è solo l’accordo strategico tra Ucima e Fiera Milano: diverse grandi aziende italiane hanno già comunicato l’intenzione di puntare sull’edizione 2018 di Ipack-Ima per presentare le ultime innovazioni tecnologiche, considerandola un momento di promozione primario (e unico) in Italia. L’obiettivo è costruire una piattaforma fieristica in Italia che possa competere alla pari con il sistema Germania, così come già avviene a livello industriale.

G. Lesce - L’ingresso di Ucima nel capitale sociale di Ipack-Ima con il 51% delle quote societarie ha contribuito a ricreare un ambiente collaborativo e costruttivo, non solo tra l’Associazione e la società organizzatrice della fiera, ma anche tra le aziende del settore e gli altri operatori che ruotano attorno al nostro mondo industriale.
È grazie a questo ingresso in Ipack Ima che è stato possibile dar vita, ad esempio, alla Innovation Alliance. Siamo fermamente convinti che questa unione porterà le aziende del nostro settore a sentirsi maggiormente parte di un sistema industriale che ha deciso di mostrarsi coeso di fronte al mondo.

Potete sintetizzare eventi e trend che stanno determinando la trasformazione dei comparti in cui opera la vostra azienda?

A. Malagoli - Non si arresta mai il nostro impegno per crescere costantemente e sviluppare nuove soluzioni in ogni comparto nel quale operiamo, che possano incontrare le sempre maggiori esigenze di produttività e di efficienza del cliente, attraverso un costante lavoro di R&S e di ascolto. Essere innovativi è nel Dna di IMA, per ogni nostro settore di riferimento (processo e confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè). Prestiamo la massima attenzione a ogni dettaglio, proponendo una tecnologia ad alta precisione in tutte le nostre macchine automatiche e nelle linee complete per il processo e il confezionamento. Siamo, così, in grado di fornire un’ampia gamma di soluzioni atte a soddisfare e spesso ad anticipare le richieste del mercato. All’altissimo standard tecnologico, va senz’altro aggiunta la cultura al servizio poiché, una volta terminato l’impianto, il progetto continua attraverso un’efficiente e strutturata attività di post-vendita.

G. Lesce - Sintetizzare eventi e trend non è facile. Si sente parlare ovunque di “Industria 4.0”. In realtà, in modo più o meno consapevole, siamo immersi in questo nuovo corso già da anni con macchine che dialogano tra loro, supervisori di impianto, collegamenti con l’ERP aziendale, ingegneria di manutenzione, autodiagnostica... Cambiano le relazioni: tra uomo e macchina, tra cliente e fornitore. Quest’ultimo deve essere oggi pronto a un sempre maggior coinvolgimento nelle strutture produttive del cliente in tutte le sue sfaccettature. È un cambiamento importante; qualcuno lo definisce epocale, ma io sarei meno altisonante per la ragione già espressa e, cioè, che lo stiamo affrontando gradualmente da anni. Forse ora è necessario fare uno sprint, ma abbiamo già fatto una buona dose di riscaldamento.

Cosa significa, per la vostra azienda, partecipare a una fiera come Ipack Ima dopo parecchi anni di assenza? Quali aspettative avete?

A. Malagoli - Sicuramente la rinnovata vetrina di Ipack-Ima consentirà di approfondire ulteriormente il dialogo con i nostri clienti. La auspicata caratura internazionale dell’evento - anticipata da una forte campagna promozionale mondiale e dalla annunciata presenza di qualificati buyers provenienti dai mercati più dinamici - rafforza la natura strategica di una fiera che aveva perso un po’ di appeal nelle precedenti edizioni.
Ci aspettiamo quindi che le prestigiose partnership strategiche e la capacità di attrattiva della nuova Innovation Alliance eserciteranno una forte attrattiva per i visitatori internazionali, il vero target da raggiungere. Per un’azienda come IMA, strutturata e presente in svariati settori, un evento come Ipack-Ima 2018  dove poter rappresentare l’incontro di business communities differenti: un plus ulteriore e importante.

G. Lesce - Anzitutto vorrei ribadire un concetto che ho già espresso in passato: un’azienda non può permettersi di trascurare o affrontare con superficialità la scelta sulla partecipazione alle fiere. Se noi e, come noi tanti altri, ci siamo allontanati da Ipack Ima, alle spalle avevamo una decisione soppesata e  anche sofferta.
Nel caso specifico, poi, doppiamente sofferta perché si trattava della più grande fiera italiana di settore, con una grande storia che, nelle nostre valutazioni, appariva compromessa. Lo scenario attuale ci sembra completamente diverso.
Seguiamo con attenzione gli sviluppi di Ipack-Ima e, come Sacmi, siamo pronti a fare la nostra parte, portando in fiera novità tecnologiche significative, invitando i nostri principali clienti internazionali, studiando attività di co-marketing con gli organizzatori della manifestazione...  
Con l’occasione metteremo a punto  anche eventi collaterali: visite presso il nostro quartier generale di Imola o presso le sedi di importanti clienti italiani che hanno installato le nostre soluzioni più all’avanguardia, oltre a far respirare loro pienamente l’”Italian way of doing business” e la nostra cultura nazionale.

Considerate la fiera come uno strumento con cui testimoniare la compattezza di un comparto nei confronti dei competitor internazionali?

A. Malagoli - Non abbiamo certo la volontà di alimentare una contrapposizione tra blocchi nazionali. La sfida tra Italia e Germania non ci appassiona particolarmente.
Anzi, a livello fieristico Ucima crede molto nelle alleanze strategiche anche con enti fieristici internazionali, a patto che possano giovare alla promozione del nostro settore.
Sui mercati non temiamo la competizione, anzi vogliamo misurarci sul campo con le altre aziende.
Tanto che vediamo con favore anche la presenza dei nostri competitor stranieri a Milano, così come noi partecipiamo ai principali eventi fieristici tedeschi.
La nostra intenzione è presidiare al meglio il mercato mondiale e costruire sempre maggiori occasioni di contatto con i clienti e di profonda vicinanza alle loro esigenze.
Come accennavo in precedenza, riteniamo tuttavia molto importante che, anche a livello fieristico, l’Italia possa tornare ad essere competitiva e all’altezza dell’offerta tedesca.

G. Lesce - L’ingresso della nostra Associazione nella comproprietà e cogestione di Ipack-Ima ha rappresentato un punto di svolta decisivo per il mondo del processing e del packaging italiano.
La china imboccata da Ipack-Ima, prima di questo nuovo corso, aveva pesato negativamente sull’immagine e sull’appeal della manifestazione in Italia e all’estero.
Abbiamo pertanto accolto con vivo entusiasmo la possibilità di tornare a contribuire a progettare, gestire e far crescere Ipack-Ima.
Il nostro “ritorno a casa” riporterà l’Italia al centro del panorama fieristico mondiale e offrirà finalmente alle aziende del comparto una piattaforma fieristica che sia almeno pari alla loro leadership sui mercati  internazionali.     
 

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