Federmacchine: 2020 in rosso, ma il futuro è rosa

Anche per il settore dei beni strumentali il 2020 è stato un anno da dimenticare. Nonostante ciò, visto l’andamento dei primi mesi, le cose potevano andare decisamente peggio”. Giuseppe Lesce, Presidente di Federmacchine, ha commentato così l’anno appena trascorso, aggiungendo ottimisticamente che “I presupposti e le indicazioni di contesto portano ragionevolmente a confidare in un miglioramento della situazione sanitaria su scala globale, quindi a un 2021 in ripresa.

Nel 2020, il fatturato dell’industria italiana dei beni strumentali (12 le associazioni presenti nella federazione) è sceso a 39.674 milioni di euro, il 17,9% in meno rispetto al 2019. Sul risultato complessivo hanno pesato sia la riduzione dell’export (-15,9%, a 27.177 milioni), sia il calo sul mercato interno in contrazione del 21,8%, a quota 12.497 milioni di euro. Considerando anche le importazioni, il mercato interno ha accusato un calo del -22,6%, attestandosi a 19.826 milioni di euro.

Secondo le stime di Federmacchine, nel 2021 il settore tornerà a crescere. L’incremento atteso, pari a +8,9% sul 2020, genererà un giro d’affari di 43.200 milioni di euro controbilanciando solo in parte il terreno perso. Il parziale recupero sarà determinato sia dall’export, atteso in crescita dell’8% a 29.349 milioni di euro, sia dalle consegne dei costruttori italiani che, in virtù di un incremento del 10,8%, raggiungeranno il valore di 13.850 milioni di euro.

Buone anche le previsioni sul consumo italiano di beni strumentali che potrebbe risalire quest'anno a 22.279 milioni di euro (+12,4%), sostenuto anche dagli incentivi fiscali previsti dal piano Transizione 4.0, trainando però non solo le consegne dei costruttori nazionali, ma anche le importazioni che dovrebbero segnare un recupero del +15%, raggiungendo il valore di 8.429 milioni di euro.

“Ciò di cui abbiamo bisogno è la fiducia - ha concluso Lesce - e questa può venire soltanto dalla chiara certezza di poter contare su una campagna vaccinale rapida e diffusa tra la popolazione e su una relativa stabilità politica e economica. Per questo alle autorità chiediamo di agevolare la ripresa della normale attività di governo, più che mai necessaria ora, e concentrare le proprie risorse e i propri sforzi sull’organizzazione di tutte quelle iniziative che possono favorire l’uscita del paese dalla crisi sanitaria”.

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