Free from e Rich-in, i nuovi trend dell’alimentare

Senza glutine, senza conservanti, senza zuccheri oppure ricchi di fibre, proteine, calcio. Non si arresta l’ascesa dei prodotti free from o rich-in che continuano a guidare le scelte d’acquisto dei consumatori e il costante aumento dell’offerta da parte delle aziende.

A rivelare il fenomeno in crescita una recente analisi condotta da Allied Market Research da cui si evince che se nel 2018 il mercato mondiale del free from è stato valutato 90,1 miliardi di dollari, nel 2026 si stima possa superare i 161 miliardi, con un incremento che sfiora l’80%.

Trend fotografato anche dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy che offre uno spaccato interessante per il mercato italiano: gli alimenti che comunicano l’assenza di alcune componenti nutrizionali sono 13.153, ossia il 18,3% sull’assortimento nei supermercati e ipermercati, registrando una presenza sulle vendite pari al 26,6% con un giro di affari vicina ai 7 miliardi di euro. Dal confronto fra il 2019 e il 2018 emerge che tra i claim che hanno incrementato maggiormente le vendite ci sono i “senza antibiotici” (+62%), “senza zuccheri aggiunti” (+9,1%) e “senza glutammato” (+4,9%). Il 2019 si è concluso con due new entry nel mondo dei claim emergenti, ovvero “senza lievito” (+1,9%) e “non fritto” (+6,1%).

Sempre secondo le rilevazioni di GS1 Italy anche il comparto dei rich-in sta conoscendo un’evoluzione dei consumi. I prodotti che comunicano sulla confezione la presenza in assoluto o in forma maggiore di alcuni componenti nutrizionali nel 2019 sono stati 8.015 (11,2% sull’assortimento) e hanno generano un fatturato superiore ai 3 miliardi di euro, ossia l’11,9% del totale rilevato: lo studio ha infatti confermato l’interesse delle famiglie italiane per prodotti con proteine e ricchi di fibre registrando rispettivamente una crescita del 5,7% e del 6,3%, portando così ad un progressivo allargamento dell’offerta.

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