MATER-BI® IV Generazione: modelli di sviluppo

La nuova generazione di materiali, messa punto da Novamont, integra le due tecnologie consolidate degli amidi complessati e dei poliesteri da oli con le due di recente generazione e si presta per una vasta gamma di applicazioni: film flessibili e rigidi, coating, stampaggio, estrusione e termoformatura.

È caratterizzata da un contenuto ancora più elevato di materie prime rinnovabili nonché da un livello di emissione di gas serra inferiore. L’industrializzazione delle due nuove tecnologie innovative permetterà di produrre due monomeri da fonte rinnovabile: uno proveniente dalla filiera produttiva degli oli vegetali ottenuto attraverso una tecnologia, prima al mondo, che trasforma oli in acido azelaico e in altri acidi attraverso un processo chimico (Matrìca); l’altro proveniente da quella degli zuccheri trasformati tramite fermentazione a 1,4 BDO, una tecnologia licenziata da Genomatica per cui Novamont, attraverso la controllata MaterBiotech, sta costruendo il primo impianto al mondo dedicato.
Già nel 2009 Novamont aveva presentato la roadmap delle future generazioni dei prodotti a marchio Mater-Bi®; gli obiettivi allora fissati sono stati perseguiti creando un sistema di alleanze, con investimenti nell’ordine dei 300 milioni di euro, e stanno portando alla realizzazione di due impianti primi al mondo nel loro genere:
• a Porto Torres nell’ambito di Matrìca,  la joint venture paritetica fra Novamont ed Eni Versalis, per la produzione del monomero 1 (acido azelaico) a partire da olio vegetale oltre a un ampio range di chemicals
• a Bottrighe, tramite la società controllata Materbiotech, per la produzione di 1,4 Butandiolo (monomero 2).

Esplicito, al proposito, il commento di Catia Bastioli, Amministratore Delegato di No­vamont: «Oltre a riconfermare la leadership nel campo delle tecnologie e dei prodotti a basso impatto ambientale, è stato raggiunto un traguardo importantissimo nella strategia a lungo termine per lo sviluppo del modello Novamont di bioraffineria di terza generazione integrata nel territorio, basata su tecnologie proprietarie tra loro collegate e applicate a siti industriali in declino. In Europa, questi siti  possono diventare elementi catalizzatori per la rinascita di quei territori che oggi sono in grave difficoltà, all’insegna di un modello di sviluppo territoriale con le radici in loco e con la testa nel mondo, che stimoli l’imprenditorialità di tutti e educhi ad un efficiente uso delle risorse attraverso una vera e propria scuola sul campo.
Le bioraffinerie integrate, che guardano a più prodotti ad alto valore aggiunto, rappresentano un modo virtuoso di interpretare il concetto di "bioeconomia" come grande grande opportunità  per il nostro Paese e per l’Europa».

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