September 2000
La ca(s)setta degli attrezzi
1999, 40x 60 x 13 cm, tecnica mista
(foto di Fabio Lombrici)

La parola all’autore
Nel mio lavoro l’interesse è rivolto alla forma e alla compostezza stilistica, affiancata dall’esigenza di un piacere “estetico”. Il metallo è il materiale primo e fondamentale, e spesso trasformo in metallo, con l’ausilio di vernici e spray, anche materiali di altra natura. Questo perché lo trovo essenziale e definito, freddo e composto, ma con le potenzialità di sedurre con toni caldi. E perché si presta alla resa degli effetti “metropolitani” di una città popolata da forme vive e metamorfiche. E se prima, essenzialmente, la progettazione precedeva la realizzazione, ora i due momenti si amalgamano in un unico processo, che tiene conto degli “oggetti trovati” in quanto condizionanti e interagenti con i progetti. Si tratta di oggetti di uso comune, dei quali viene snaturata la funzione e la formula singola per entrare a far parte di un equilibrio e un’armonia compositiva. Attenta ai vuoti e ai pieni ne cerco la “giusta misura”. Voglio ottenere un impatto di nuovo - lucido - brillante, statico in quanto sintetico, e composto in quanto vitale, anche depurando gli “oggetti trovati” del loro vissuto e del loro tempo. Ecco perché utilizzo il metallo e anche il vetro e il plexiglas come trasparenza. Dato il mio interesse per le percussioni, in alcuni dei lavori c’è insita la possibilità di provocare rumore. Rispettando le molteplicità e il rigore delle forme, spingo l’osservatore verso un’esperienza tattile, sensoriale anche con l’uso di acqua colorata, luci; rigidità come il vetro e morbidezze come il peluche; oscillazioni e movimenti. Con l’intento di imprigionare l’assenza vitale, il respiro e la pulsazione, sdrammatizzo con la leggerezza e il gioco le incombenze e la sopraffazione degli eventi.
Loredana Galante

A word from the author

In my sphere of working the interest is in the form and stylistic clarity, along with a demand for “aesthetic” pleasure.
Metal is the prime, basic material and with the help of lacquers and sprays I also often convert other types of materials into metal. This because I find the material essential and definite, cold and clear-cut, but with the potential of seducing with warm tones. I also find it interesting because it lends itself to heightening the “metropolitan” effects of a city populated by live metamorphic forms. And if firstly and essentially design came before completion, now the two phases are amalgamated into one process that takes into account the “objets trouvés”, or albeit those conditioned by and interacting with the projects at hand. They are objects of everyday use, whose function and individual formula have been distorted to become part of a composite equilibrium and harmony. Paying attention to full and hollow form I look for the “right measure”.
I want to obtain a new - shiny - brilliant impact, an impact that is static inasmuch as synthetic, and composite inasmuch as vital, also purifying the “objets trouvés” from their experience and their time. This is why I use metal and I also use glass and plexiglas as transparency. Given my interest for percussion, some of the works include the possibility of making noise.
Respecting the multiplicity and the rigour of the forms, I also thrust the observer towards a tactile, sensorial experience with the use of colored water, lights; the stiffness of glass and the softness of felt; oscillation and movement. With the intent of imprisoning the vital absence, breath and pulsation, I lower the dramatic effect with lightness and the play of encumbrances and the overwhelming nature of the events.
Loredana Galante




Loredana Galante, nasce a Genova nel 1970. Ecco, alcune delle esperienze più significative del suo percorso d’artista, svolto tra Genova, l’Europa e il mondo con mostre personali e collettive.
1993 - Galleria Leonardi V Idea.
1994 - Circolo Ilva Sezione Arti Visive; Mala Arti Visive, “Quaderni”, e “Scaffale”, Galleria Leonardi V Idea.
1995 - Museo Teo; “Una posa in galleria”, Galleria Marianne Mayer (MI); Rumoriste Forme Galleria S. Bernardo; “Ghiaccio bollente”, Museo Teo, Interzona presso gli ex-magazzini generali di Verona.
1996 - S-confini non solo oro, Galleria Ellequadro.
1997 - Galleria Il Leudo; Concorso “Antonio Porcelli”, Liceo Artistico Statale Paul Klee, premio ex studenti; Galleria multimediale Centro creatività Palazzo Ducale (GE); Artissima ’97, Galleria Katinca Prini (TO).
1998 - Esposizione al Parlamento europeo di Strasburgo; Box Bar Soho (NY); 11 artisti per il concorso Duchessa di Galliera, Villa Croce; Concorso nazionale di scultura Renato Carnevale (premio).
1999 - Night and day - Contaminazione, Galleria L. di Sarro (RO).
2000 - Angeli & Angeli, Il volo della melanconia, Oratorio Madonna della Neve, Chiavari; Project “ArToll - Sommerlabor” (D); Art Gallery, Tokyo (J).

Loredana Galante was born in Genoa in 1970. Here are some of the most significant experiences in her life as an artist, spent between Genoa, Europe and the world with personal and collective shows and exhibitions (see the list above).

La parola al critico
«Ho sempre tentato di preservare alcuni momenti della mia vita mettendoli in scatole di metallo affinché più tardi, se si apriranno, si trovi intatta, all’interno, questa o quella giornata. Mi sono accorto presto che troppi elementi entravano in ciascun istante della nostra vita, e che ciò che restava nella mia scatoletta, non era che una parte insignificante» (Christian Boltanski). Gli attrezzi - oggetti dell’opera di Loredana Galante sono differenti dagli elementi di Boltanski, che lavorava sulla memoria del corpo, ma sono in sintonia nel rappresentare “momenti” della giornata e soprattutto ciò che vive in superficie, all’insegna della quotidianità ripetitiva. Ecco quindi che Galante si avvicina al Concettuale, optando per effetti scenografici. Il risultato è una sorta di collezione di oggetti/memoria, disposti in sequenze orizzontali e verticali, a volte “fissati”, a volte installati, dando libertà all’attrezzo/simbolo di muoversi. La composizione, comunque, non vuol essere “leggera”: l’aggiunta di elementi nuovi, voluta dalla giovane artista ligure, ha intensificato l’effetto visivo dell’insieme. In questa icona del “lavoro”, l’uomo che agisce è presente attraverso la simbologia degli elementi. Il “fare” arte, sorvolando Picasso, si confronta con il concetto del ragionare, sorvolando Duchamp (“Tutto è arte”). Nonostante l’assenza di iconografie strettamente legate all’individuo (volti, mani), per allusione la figura umana è fortemente presente. Così, questa particolare opera di Loredana Galante ci riconduce, con ironia e immaginazione, alle sue ricerche artistiche che spesso producono originali installazioni/performance, in cui la virtualità sorvola l’ambientazione tecnologica (computer, video) per giungere al dilemma dell’Arte e dell’Estetica dell’Arte.
Genny Di Bert

A word from the critic
«I have always tried to preserve some moments of my life putting them into tin boxes, so that, on opening them later on, this day or that day would be found intact inside. I soon noticed that too many elements entered into each instant of or our life, and what was left in my box was only an insignificant part of the same» (Christian Boltanski).
The tools that are the object of Loredana Galante’s work are different to Boltanski’s elements, that worked on conjuring up memory of the body, but they do represent “moments” of the day and aboveall what lives on the surface, reflecting the repetition of everyday existence. Thus Galante comes close to the Conceptual, opting for scenographic effects. The result is a sort of collection of objects/memory set out in a horizontal and vertical sequences, at times “fixed” and at times installed, giving the tool/symbol freedom of movement. The composition at any rate does not wish to be “light”: the addition of new elements desired by the young Ligurian artist has intensified the visual effect of the whole. In this Icon of “work” man as creator of actions is represented by a symbology of elements. Gliding over Picasso the ”making” of art is compared with the concept of reasoning - touching on Duchamp (“everything is art”). Despite the absence of an iconography strictly linked to the individual (faces, hands) the human figure is heavily alluded to. Thus this particular work by Loredana Galante leads us back with irony and imagination to the artistic studies that often produce original installations/performances in which virtuality glides above the technological settings (computer, video) to reach the dilemma of Art and the Aesthetics of Art.
Genny Di Bert