Un triennio di consolidamento
Three years of consolidation

Conai: risultati quantitativi e qualitativi di rilievo.
The National Italian Packaging Consortium Conai: quantitative and qualitative results.







CONSORZI Dopo gli anni epici dell’avvio, il Consorzio Nazionale Imballaggi ha chiuso un triennio di consolidamento con risultati quantitativi e qualitativi di rilievo. E con un’analisi chiara dei problemi che restano da affrontare. Il bilancio 2004 con i commenti del presidente uscente, e i nomi dei nuovi consiglieri. Elena Piccinelli

Un tasso di raccolta e recupero che non solo adempie agli obblighi già stabiliti dalla legge, ma è anche molto vicino agli obiettivi che la comunità europea ha assegnato agli Stati membri per il 2008. Il rinnovo, dopo quasi due anni di trattative, dell’accordo Conai-Anci.
Un piano programmatico coerente, che identifica senza reticenze le aree critiche della gestione nazionale dei rifiuti, e rilancia in vista di obiettivi concreti.
Un interessante progetto pilota che potrebbe rappresentare il primo tassello di un’incentivazione del riuso su larga scala. Infine - buon ultimo - la presentazione, fatta a dicembre a Buenos Aires alla decima conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, di un Recycling Fund che, sul modello del Carbon Fund, finanzierà la gestione integrata dei rifiuti (ideato e progettato “in casa” e proposto con legittimo orgoglio come “primizia” a livello mondiale).
Con questi (e altri) risultati il Consorzio Nazionale Imballaggi, ovvero il consorzio più grande d’Europa (1.412.606 aderenti), ha chiuso l’attività dell’amministrazione uscente. Ma non solo. Ha posto le basi per affrontare il più grande dei problemi ancora da sciogliere, vale a dire “l’emergenza rifiuti” che ancora riguarda molte aree del Paese. Soprattutto in Meridione, dove Gianfranco Faina, presidente fino all’assemblea del 28 aprile - in cui sono state rinnovate le cariche - ha dichiarato senza falsi pudori di aver riscontrato situazioni “scioccanti”, chiedendo di recedere dal commissariamento (“un istituto che deresponsabilizza”) e lamentando la mancanza di controlli e sanzioni a carico delle amministrazioni che non si impegnano (con conseguenze rilevanti sulla finanzia pubblica, visto che a livello locale lo smaltimento dei rifiuti costituirebbe la seconda voce di costo, dopo le paghe dei dipendenti). Ma andiamo con ordine e vediamo, punto per punto, quali sono i principali risultati e i progetti comunicati dal Conai tra la fine del triennio 2002-2004 e l’inizio della gestione avviata in queste settimane con il nuovo consiglio e una nuova presidenza (vedi box).

I principali risultati in cifre
Dalla nascita del Conai alla fine del 2004, in Italia il recupero complessivo di imballaggi usati è passato dal 33,2% al 59,5% dell’immesso al consumo. I volumi riciclati, provenienti dalla raccolta differenziata (RD) pubblica e privata, hanno superato i 6 milioni di t, con una percentuale sull’immesso pari al 51,5%. La raccolta differenziata si è attestata intorno al 23% contro l’11% del 1998, segnando un obiettivo tanto più significativo, se si considera il forte ritardo delle regioni centro-meridionali del Paese.
Le piattaforme di raccolta e trattamento dei rifiuti di imballaggi industriali e commerciali sono diventate 379 (+7%), di cui il 20% multimateriale.
Si tratta di risultati importanti di per sé, e ancor di più se consideriamo i nuovi obiettivi da raggiungere entro il 2008 secondo la nuova Direttiva Europea: 60% di recupero e 55% di riciclo, assai vicini, dunque. Grazie a questi risultati l’Italia si attesta tra i più forti riciclatori di materiali di imballaggio d’Europa, seconda soltanto alla Germania, sviluppando sia in dimensioni sia in capacità tecnologica un’industria nazionale del riciclo che oggi vanta punte di eccellenza nel mondo e che costituisce uno dei punti di forza di un modello di sviluppo “eco-sostenibile” e competitivo. Differente, invece, la situazione del recupero energetico, dove siamo ancora a livelli nettamente inferiori alla media europea, con 946.000 t trattate, pari al 13,5% del recupero complessivo. Anche in questo campo, tuttavia - ha sottolineato Gianfranco Faina durante la conferenza stampa di fine mandato - un importante risultato è stato conseguito: il superamento della pregiudiziale ideologica che definiva lo smaltimento per combustione come negativo a priori, ammettendolo (in condizioni controllate) fra i mezzi imprescindibili di una gestione efficace dei rifiuti. Da potenziare, innanzitutto affrontando dal gap fra settentrione e meridione della Penisola.

I rapporti con il territorio
Ma c’è un altro fatto da rubricare fra i meriti del bilancio Conai 2004: la firma del nuovo Accordo Quadro con l’Anci.
Non si tratta, lo ricordiamo, di un obbligo di legge, ma di un accordo volontario, siglato da entrambe le parti con l’intento di migliorare qualità e quantità della raccolta differenziata (RD) urbana dei rifiuti di imballaggio (il tetto fissato dal Dlgs 22/97 è del 35%).
Ecco le novità più rilevanti:
• incremento dei corrispettivi che il sistema Conai riconoscerà ai Comuni sulla fascia di qualità più alta dei materiali provenienti da RD;
• impegno formale del Conai a ritirare e avviare a riciclo tutti i materiali provenienti da RD (anche se eccedenti gli obiettivi di legge) e definizione delle condizioni per la raccolta e il trattamento delle “frazioni merceologiche similari” (i vecchi mobili insieme ai pallet, il vetro piano assieme alle bottiglie, ecc.);
• incentivazione dello sviluppo della raccolta differenziata nelle aree arretrate;
• nuovo slancio alla comunicazione locale per sensibilizzare i cittadini sulla necessità di comportamenti virtuosi;
• promozione della produzione di manufatti con materiali riciclati e degli acquisti verdi, soprattutto nella Pubblica Amministrazione.
La collaborazione fra Conai e il circuito pubblico di raccolta differenziata costituisce uno dei punti caratteristici e fondanti del sistema italiano che - a differenza del Grüne Punkt tedesco delle origini (oggi è stato acquisito da un fondo chiuso e ristrutturato, Ndr) - non ha creato ex novo una rete di raccolta supplementare e parallela a quella pubblica, ma ha sfruttato quella già esistente delle municipalità, con importanti vantaggi economici. Questa soluzione rappresenta, di fatto, un esempio virtuoso di collaborazione fra pubblico e privato e, da questo punto di vista, costituisce anche un argine alle possibili “tentazioni” di modificare la ragione sociale del consorzio imballaggi, «la cui natura al tempo stesso privata e soggetta al controllo dello Stato, costituisce una garanzia di efficienza ed economicità» ha sottolineato Faina.

Prevenire e’ meglio
che combattere

La prevenzione della progressiva crescita del volume di rifiuti di imballaggio rappresenta uno degli obiettivi principali di qualsiasi comunità. Le imprese italiane ne hanno ben compreso la portata, visto l’impegno profuso nel contenimento degli spessori dei materiali usati. Quanto ai consorzi del recupero, hanno fatto la loro parte. Conai, lo scorso anno, ha portato avanti un’intensa attività pubblicistica e di education, scandita dal “Dossier Prevenzione - Progetti e soluzioni per imballaggi ecocompatibili” (75 esempi concreti di progetti e sviluppi di imballaggi ecosostenibili), dal sostegno a un Oscar dell’Imballaggio 2004 focalizzato sull’ambiente e dall’istituzione di una sezione fissa del concorso, intitolata “Ambiente - Pensare Futuro”.
Per rimanere sul terreno della “promozione di valori” alle imprese, meritano menzione altre due iniziative. Conai sta collaborando con Emas e Apat per mettere a punto un sistema di procedure semplificate di certificazione ambientale, che permetta anche alle imprese piccole e meno strutturate di crescere su questo fronte; inoltre sta definendo delle linee guida per l’adozione di sistemi di gestione conformi al regolamento Emas, destinate alle piattaforme per il conferimento dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari. Infine il censimento: una ricerca condotta nel corso del 2003 ha delineato stato e tendenze del riutilizzo di imballaggi in Italia, fornendo dati interessanti. Su questa base si fondano i progetti a sostegno del riuso: un importante via alla prevenzione, che Conai ritiene di dover incentivare. Ancora una volta, tuttavia, non si tratta di una posizione dogmatica, che esclude altre opzioni.
Ne è una riprova il recente avvio, sulla scorta di un’interessante esperienza del Conip, di un progetto pilota di riciclo di imballaggi di PP nel luogo di utilizzo: nella fattispecie, in due grandi magazzini a marchio Conad gli imballaggi di plastica vengono pressati sul posto, in modo da evitare costosi e inutili trasporti di aria (l’imballaggio vuoto), per essere quindi avviati al riciclo dall’impresa del circuito nella piattaforma più vicina.

La forza della comunicazione
Conai mette in atto programmi di comunicazione rivolti direttamente ai cittadini, senza la cui partecipazione attiva nessuna raccolta differenziata può avere successo, e affianca le Amministrazioni locali (a loro va il 35% del budget di comunicazione) finanziando progetti che supportino i piani di avvio, rafforzamento o rilancio della RD, soprattutto nelle aree ad emergenza ambientale.
E comunicare paga! Ancora una volta - ha testimoniato Faina - l’incremento di volume dei rifiuti raccolti è stato esponenziale in concomitanza con la campagna nazionale di spot televisivi (“Un futuro più leggero senza il peso dei rifiuti …”) e di annunci stampa.
Stessa risposta ha ottenuto il progetto di education “Riciclando si impara” che ha coinvolto 2.600 insegnanti delle Medie in un programma di seminari residenziali di formazione. Con un passo in più: quest’anno Conai ha voluto favorire l’interazione degli insegnanti con gli alunni e degli alunni con il territorio, promuovendo un concorso che premia la migliore ricerca sul tema della raccolta differenziata.
Sempre sul fronte scolastico, infine, il consorzio è impegnato in collaborazione con l’Associazione Italiana Editoria Scolastica affinché il tema del recupero e del riciclo dei materiali da imballaggio venga trattato nei testi destinati alla scuola dell’obbligo.




Recycling
Three years of consolidation


CONSORTIUMS - After the epic years of the start-up, the National Italian Packaging Consortium has closed a three years of consolidation with important quantitative and qualitative results.
And with a clear analysis of the problems that still need to be tackled. The balance for 2004 with the comments of the outgoing president, and the names of the new councillors.
Elena Piccinelli

A collection and recovery rate that not only fulfils the obligations as laid down by law, but is very close to the objectives that the EC has assigned to the member states for 2008, as well as the renewal after nearly two years of negotiations, of the Conai-Anci (Italian association of municipalities) agreement.
A coherent program that clearly identifies the critical areas of the national administration of waste and spurs on the same by setting concrete objectives. An interesting pilot project that could represent the first step to incentivate reuse on a broad scale. Last but not least, the presentation, made in December at Buenos Aires at the tenth international conference on climatic change, of a Recycling Fund that, on the model of the Carbon Fund, will finance integrated waste administration (devised and drawn up in Italy and offered with legitimate pride as a “prime firstling” at world level).
These and other results marked the closing of the outgoing administration of the National Italian Packaging Consortium, or that is the largest consortium in Europe (1,412,606 members). But its work does not stop here. The administration has laid down the basis for tackling the greatest problem still to be solved, that is the “waste emergency” that still afflicts many areas of the country. This aboveall in the south of Italy, where Gianfranco Faina, president of the assembly up to the 28th of April - the new appointments having already been confirmed - declared straight out that he has come across some “shocking” situations. He has asked for the ending of the external administration by commissioner (“an institution that deresponsibilises”) while complaining of the lack of controls and sanctions against the administrations that have failed to commit themselves (with a consequent burden on public finances, given that at local level waste disposal constitutes the second highest cost item following administrative pay).
But let’s start in the right order and take a look point by point as to what are the main results and the projects communicated by Conai between the conclusion of the three year period 2002-2004 and the beginning of the management started up in these weeks with the new council and new president (see box).

The main results in figures
From the creation of Conai up to the end of 2004, in Italy the overall recovery of used packaging has gone from 33.2% to 59.5% of packaging placed in circulation for consumption. The volumes recycled from public and private segregated collection have exceeded 6 million tons, accounting for a percentage of 51.5% of what has been placed in circulation for consumption. Segregated collection has reached around 23% against the 11% in 1998, all the more important an achievement considering the “backwardness” of the central-southern parts of the country. The platforms for the collection and processing of industrial packaging waste are now 379 (+7%) 20% of which multimaterial. These are important results as they stand, and all the more so considering the new objectives to be reached by 2008 according to the new European Directive: 60% of recovery and 55% of recycling, fairly close hence. Thanks to these results Italy is among the highest recyclers of packaging material in Europe, second only to Germany, having developed a national recycling industry in both size and in technological capacity that can today boast points of excellence in the world and that constitutes one of the strongpoints of an “eco-sustainable” model of growth and competition. The situation as regards energy regeneration is though different, where Italy is well below the European average, with 946,000 tons processed, standing at 13.5% of overall recovery. In this field too all the same - As Gianfranco Faina underlined during the press conference at the end of his mandate - an important result has been attained: the overcoming of the ideological prejudice that defined disposal by combustion as negative straight out, including the same (in controlled conditions) among the essential means for a successful waste administration. Faina hopes to see a further increase of thermal generation in Italy, to aboveall help close the gap between Italy’s north and south.

Relations with local authorities
But there is another fact to be listed among the merits of the Conai balance for 2004: the signing of the new General Agreement with Anci. This is not, we reiterate, laid down by law, but a voluntary agreement, signed by both parties with the intention of improving the quality and quantity of segregated municipal collection of packaging waste (the ceiling set by Leg. decr. 22/97 is 35%). Here are the main new features:
• increase of the payments that the Conai system makes to the Municipalities on the higher quality range of materials from segregated collection;
• the formal commitment of the Conai to collect and send in for recycling all the materials from segregated collection (even if exceeding what has been laid down legally) and definition of the conditions for the collection and processing of “similar fractions of products” (old furnitures along with pallets, “flat” glass with bottles, etc.);
• incentivation of the setting up and increase of segregated collection in “backward” areas;
• a new drive to communication at local level to sensitize the public as to the need for virtuous behaviour;
• the promotion of the production of items with recycled material and of “green” purchases, aboveall by Public Administration. The cooperation between Conai and the public circuit for segregated collection stands as one of the characteristic and founding features of the Italian system that - as opposed to the original German Grüne Punkt (that has now been bought by a private concern and restructured, En) - has not led to the creation of a new supplementary and parallel collection network alongside the public one, but has exploited the existing network run by the Municipalities, entailing important economic advantages. This solution in fact represents a virtuous example of cooperation between public and private and, from this point of view, also stands as a bulwark to any possible “temptation” to change the official status of the packaging consortium “that is at one and the same time private and also subject to control by the State, thus guaranteeing efficiency and economy” as Fain underlined.

Prevention is better
than repression

The prevention of the progressive growth of the volume of packaging waste represents one of the main objectives of any community.
Italian companies have well understood its scope, given the widespread commitment to containing the thickness of the materials used. As far as the recovery consortiums are concerned, they have played their part.
Conai last year carried out an intense publicity and educational campaign, including the “Prevention Dossier - Projects and Solutions for ecocompatible packaging), by the support of a 2004 Packaging Oscar focussed on the environment and the institution of a regular part of the competition, called “Environment - Think Future”.
To stay with the company bonus systems, two other undertakings are worthy of mention.
Conai is cooperating with Emas and Apat for devising a system of simplified procedures for environmental certification, that also enables small and medium structured concerns to grow on these fronts; as well as that they are defining guidelines for the adoption of management systems conforming to Emas rulings, this governing platforms for the conferment of secondary and tertiary packaging waste.
Lastly the census: a study carried out in 2003 defined situations and trends in the reuse of packaging in Italy, providing interesting data. This is the base on which projects for reuse are founded: an important way towards prevention, that Conai considers it should incentivate.
Once again all the same it is not a dogmatic position that excludes other options. The recent starting up, following an interesting experience made by Conip, of a pilot project for recycling PP packaging in the place where it is used: in actual fact, in two large Conad storehouses the plastic packaging is pressed on site, so as to avoid costly and unnecessary transport of air (empty packaging), to then be recycled at the nearest platform.

The force of communication
Conai enacts communication programs aimed directly at the general public, whose active participation is vital to any segregated collection program, and supports local administration (they are attributed 35% of the communication budget) financing projects that support plans for starting up, reinforcing or revamping segregated collection programs, aboveall in areas of environmental emergency. And communicating is worth it! Once again - Faina bears witness - volumes of waste collected during the national TV advertising and press campaign (“a lighter future not weighed down by waste …”) put in a huge increase. A similar response was provided by the education plan “Your learn by recycling” that involved 2,600 middle school teachers in a residential training program. With an additional step: this year Conai has striven to favour interaction between teachers and students as well as students and their surrounds, promoting a competition that awards the best study made on the subject of segregated collection. Lastly, still in terms of schools, the consortium has committed itself along with the Italian Schools Publishing Association in order that the subject of the recovery and recycling of packaging materials features in material published as part of the compulsory education program.



Kyoto: una proposta italiana
Il riciclo dei materiali usati, di cui gli imballaggi rappresentano una quota rilevante, concorre alla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti, oltre a far conseguire risparmi di energia e altri benefici per l’ambiente. Per questo, l’ultima Conferenza Internazionale sui cambiamenti climatici (nota come COP 10 e svoltasi lo scorso dicembre a Buenos Aires) è stata l’occasione giusta per proporre il Recycling Fund del Conai: un fondo nuovo di zecca, “inventato” dal direttore del consorzio Giancarlo Longhi e sviluppato in casa, ispirato al già noto Carbon Fund e presentato come strumento per finanziare le infrastrutture dei grandi progetti di recupero e riciclo dei rifiuti.
«Si tratta di uno strumento idealmente semplice, una sorta di uovo di Colombo», afferma al riguardo Longhi, «che rappresenta tuttavia un sostegno importante ai progetti che generano riduzioni di emissioni». L’adesione da parte delle aziende può avvenire anche tramite partecipazione a progetti di riciclo in Paesi in via di sviluppo, che presentino un interessante rapporto costo/beneficio. Tali interventi, una volta implementati e monitorati nel tempo, daranno origine alla definizione di “quote di CO2” ascrivibili all’interno del proprio piano nazionale, favorendo il sistema di “scambio delle quote di emissioni” introdotto dalla Direttiva europea 2003/87/CE.



Kyoto: an Italian proposal
The recycling of used materials, of which packaging accounts for a sizeable part, helps to reduce climate altering discharges, as well as enabling energy saving and other environmental benefits. For this reason, the last International Conference on climatic changes (called COP 10 and held last December at Buenos Aires) was the right occasion for proposing the Conai Recycling Fund: a brand new fund, “invented” by the consortium director Giancarlo Longhi and developed in Italy, inspired by the already known Carbon Fund and presented as a tool for funding the infrastructures of the largescale waste recovery and recycling projects.
“It is a tool based on a simple idea, like Columbus’ Egg - Longhi states - that all the same stands as an important support for the projects that generate reduction in discharges”. Companies can also participate by taking part in recycling projects in developing countries that have an interesting cost/benefit ratio. These undertakings, once implemented and monitored in time, will lead to the defining of “CO2 quotas”, ascribable within each country’s national plan, favouring the system of “exchange of discharge quotas” introduced by the European Directive 2003/87/EC.